Capitolo 33

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FLAVIO

Scelgo la soluzione proposta dal mio amico e decido di lasciarmi andare. Non stabilisco a priori che di andare a letto con Chloe, piuttosto mi impongo di non cercarla io per primo, se sarà lei a venire da me, allora io otterrò il segnale che cerco. Insomma, non che creda in certi prevedibili giochi del destino, ma voglio non sentirmi responsabile al cento per cento di ciò che poi potrebbe accadere.

Me la ritrovo sul ciglio della porta un martedì sera, alle nove. Sto preparando il caffè, le mie intenzioni, in circostanze regolari sarebbero state quelle di sbrigare delle cose al computer e poi andare a dormire, invece sento suonare il campanello e quando mi ritrovo davanti la dottoressa Chloe McLean capisco che è troppo tardi, che dovrò darle qualche risposta, che le possibilità sono solo due: imporre delle distanze forzate tra me e lei o sedurla come l'istinto mi propone.

Ci rimugino senza sosta mentre Chloe parla, dice che sono un ragazzino viziato. E io rido, rido in silenzio mentre sproloquia.

Chloe dice che sono sparito dalla circolazione come un fuorilegge. Rido ancora, in silenzio, mentre mi avvicino al tavolo con le tazzine di caffè in mano.

Secondo lei ho spolverato la mia stupida coscienza regalandole un mazzo di fiori.

Le casse dello stereo diffondono le canzoni dei Beatles. Non c'è una ragione precisa per cui ho scelto di sentire questo album, forse perché trovo che Chloe sia incredibilmente affine a questo genere di musica.

Ma io ho deciso di ascoltare i Beatles prima ancora che lei arrivasse.

Allora è così che doveva andare, o meglio, è così che dovrà andare.

In questo momento sto sperimentando quanto può essere forte l'istinto in un uomo.

Sono un distillato di reazioni fisiche, un concentrato di energie vibranti.

Le sussurro una frase della canzone She loves you. Poi la bacio. Il bacio più liberatorio che sono in grado di dare, probabilmente perché in questo frangente sono consapevole che a tutto ciò che seguirà, io non opporrò la minima resistenza. Non più. Forse Carlo mi ha fatto il lavaggio del cervello qualche giorno fa, forse la mia volontà è diventata talmente debole che non sono più in grado di contrastarla.

Spoglio Chloe come si spoglia un albero in autunno, come il vento spoglierebbe un Soffione, con delicatezza, senza fretta. La sento tremare sotto le mie dita, inarcarsi ogni volta che il mio tocco diventa più intimo e insistente. Chiude gli occhi quando la bacio, alza lo sguardo al cielo non appena la mia bocca lambisce centimetri di pelle più a sud, nel ventre caldo, tra le gambe.

Mi chiedo se Chloe mi potrà amare davvero, poi mi chiedo se il Flavio che sono orasarà mai in grado di innamorarsi ancora.    

Ridammi indietro il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora