FLAVIO
Delle volte accadono coincidenze inaspettate, cose che se solo avessimo avuto la lungimiranza di prevedere o calcolare, non sarebbero avvenute.
Di cosa parlo?
Parlo di Chloe e me, ad esempio.
Parlo del fatto che sono passati trecentosessantatré giorni dalla fine della mia relazione con Giuditta.
Parlo della proroga che è stata data al mio dottorato di ricerca e del contratto che il professor Milligan mi ha proposto per restare a Londra. A tempo pieno. Come docente universitario.
Quest'ultima notizia è chiaramente un punto a favore per me. E, altrettanto chiaramente, è una cosa che se avessi potuto evitare, l'avrei evitata. E sapete perché? Perché io, davvero, non so più cosa fare della mia vita. Ho timore che qualsiasi scelta possa non essere quella giusta per me. Quella in grado di restituirmi la felicità, la felicità che temo di aver perso da qualche parte.
Se questa opportunità fosse arrivata qualche mese fa probabilmente avrei firmato, senza alcun indugio, il contratto che attualmente giace in una cartella etichettata come "Materiale contrattuale Kingstone U." del mio computer. Ora, invece, ci sto pensando su come un pazzo scriteriato che non ha bene in testa la percezione di ciò che gli sta accadendo.
Io non so cosa fare.
Io non so se accettare.
Io, Falvio Solina, sto valutando, in modo assolutamente irragionevole, di tornare in Italia.
«Eccoci arrivati» pronuncia il tassista dopo aver raggiunto la destinazione indicata.
Pago la corsa, scendo dall'auto e scarico il trolley dal bagagliaio. Suono il citofono di casa, Andrea si affaccia dalla porta e mi apre.
Una volta dentro, tutto è immutato, come sempre. Mia madre è ai fornelli col suo grembiule a fiori verdi e rosa e nella stanza aleggia un delizioso profumo di lasagna. Mio padre è seduto in poltrona a guardare uno dei documentari di Historia mentre cerca di tenere a bada l'incontenibile euforia di mio nipote Filippo. Andrea è al telefono e mi sorride continuando indisturbato la conversazione. Viola, mia cognata ed ex fidanzata-stronza, sta finendo di apparecchiare la tavola e mi dà il benvenuto con il solito ciao sussurrato a fior di labbra. Sembra che abbia paura che io possa sbranarla se solo si azzardasse a interagire quel tanto in più con me. Ma va bene così, non sarei neppure io in grado di sostenere una conversazione che vada al di là dei necessari convenevoli familiari.
Il pranzo procede con la giovialità tipica della pubblicità del Mulino Bianco, quella della famiglia stucchevolmente perfetta e armoniosa. Non che non lo sia, ma se devo dirla tutta, sono io quello che stona un po' in questa sinfonia di serenità a gaudio.
Trascorro il pomeriggio a giocare a Trivial Pursuit con mio nipote, Andrea è tutto intento a risolvere piccoli problemi con un collega, a detta di lui carogna oltre ogni ragionevole immaginazione; le donne di casa sembrano essere state ingoiate in qualche stanza dell'abitazione.
Dopo cena, mentre mi offro volontario per caricare la lavastoviglie, mio fratello si avvicina per darmi una mano e mi propone: «Passeggiata in centro, ti va?».
Io lo guardo dubbioso, non so bene quanto scalci in me il desiderio di andarmene in giro per Verona, alla fine, però, mi lascio convincere.
***
Non ho ben capito in che modo la vita riesca a tessere dei nuovi rapporti con persone che ci hanno fatto tanto male. Non si tratta solo della divina capacità di perdonare, si tratta di qualcos'altro che Giuditta chiamerebbe di certo amore, o qualcosa di similare. Fatto sta che io ci sono davvero riuscito a dare una seconda possibilità a mio fratello e ora eccomi qui, a parlare con lui, di nuovo, sulla veranda di un wine bar che pullula di vita, vino e discorsi futili.
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Ridammi indietro il cuore
RomanceFlavio è un medico genetista di Milano in trasferta a Londra per un dottorato di ricerca finanziato dalla Kingstone University. Ha una fidanzata e un matrimonio alle porte. Chloe è una dottoressa fresca di laurea, scelta dall'università per entrare...