FLAVIO
Raggiungo l'ospedale e mi precipito al Triage a chiedere informazioni, ma non sono autorizzati a darmene. Impreco come un pazzo cercando di spiegare all'infermiere che sono un medico e che lavoro anche io lì. L'operatore mi snobba e passa alla persona dietro di me.
Allora mi raggiunge
un'illuminazione: chiamare il professor Milligan. Lui può aiutarmi, persone della sua elevazione sociale e culturale hanno sempre qualche asso in più nella manica da sfoggiare nel momento del bisogno. E io ho un bisogno disperato di vedere Chloe, di sapere che non è in pericolo di vita, di avere la certezza che quell'incidente non le causerà danni permanenti.«Flavio, buonasera, che succede?»
«Professor Milligan, la dottoressa Mc Lean ha avuto un incidente. Sono in ospedale ma non riesco ad avere informazioni. La prego, mi dica che può aiutarmi.» Il mio tono trasuda disperazione e paura. Per la prima volta nella mia vita non riesco più a essere padrone delle mie emozioni, mi sento non solo responsabile dell'accaduto ma anche dannatamente impotente. Non ho il controllo della situazione e io non sono abituato a non averne.
«Santo cielo, Flavio, fammi fare una telefonata. Ti richiamerò appena saprò qualcosa.»
Mi abbandono sulla prima sedia che mi capita a tiro, le braccia smorte, lo sguardo vitreo. Quando sento arrivare una donna chiaramente agitata e sul punto di avere un crollo nervoso, mi avvicino. Pronuncia il nome di Chloe, a quel punto mi precipito accanto a lei. È un'elegante signora intorno ai cinquant'anni dalla corporatura esile e l'andamento sofisticato. Gli occhi sono verdi, più verdi di quelli della figlia, ma con lo stesso taglio, i capelli color del grano.
«Signora McLean?» mi azzardo a sfiorarle il braccio sfidando tanta austerità. La donna si volta e mi resta a guardare senza comprendere chi possa essere.
«Sono il dottor Solina, lavoro con Chloe.»
Quel volto teso non tradisce emozione, resta fermo, impenetrabile, però il terrore riesco a leggerglielo nello sguardo.
«Mia figlia...» balbetta e il suono che le esce dalla bocca è in netto contrasto con la solennità che la sua figura manifesta.
«Lo so, ero con lei. Ho bisogno di sapere come sta, la prego mi faccia salire ...» la supplico.
Annuisce, subito dopo le squilla il telefono e si allontana più in là di qualche passo.
Quando arriviamo al piano indicato dall'operatore del Triage, ci accoglie un medico.
Chloe ha subito un grave trauma cranico e al momento è in sala operatoria. Ha riportato diverse fratture e una lesione della spina dorsale di cui non sono ancora in grado di stabilire l'entità, per ora la priorità è quella di arrestare l'emorragia interna.
Al suono di quelle parole, la signora McLean sbianca e l'espressione austera si smorza in un attimo. Resta solo il ritratto di una madre debole e angosciata.
Trascorrono cinque ore. Cinque ore di silenzio e tormento. Poco prima che Chloe esca dalla sala operatoria, ci raggiunge il signor Paul McLean, suo padre. Era fuori città e una volta appresa la notizia, ha preso il primo volo disponibile.
«L'intervento è stato complicato, le lesioni interne erano estese, al momento la prognosi è riservata. Restiamo a vedere come si evolverà la situazione, le prossime ore saranno le più importanti.» Queste le parole del chirurgo.
Restiamo avvolti in un silenzio che fa paura.
Cosa si prova a restare in bilico tra la possibilità che una persona viva o muoia?
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Ridammi indietro il cuore
RomanceFlavio è un medico genetista di Milano in trasferta a Londra per un dottorato di ricerca finanziato dalla Kingstone University. Ha una fidanzata e un matrimonio alle porte. Chloe è una dottoressa fresca di laurea, scelta dall'università per entrare...