Capitolo 23 ~ Nora ~ Giorno 7

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Come ho fatto a pensare che Davis fosse una persona seria? È solo un approfittatore.
Joanna Pettifler, una matricola del secondo anno!
Almeno è al corrente della differenza di età, o gli interessa solo una cosa?

Sbatto contro qualcosa di solido.
Disorientata faccio un passo indietro imprecando.
Ho davanti un ragazzo con gli occhiali e le lentiggini mai visto prima.

Mi porge un volantino.
《Partecipa anche tu al progetto "acciuffa il ladro della scuola" e vinci una gita in Scozia.》

Alzo un sopracciglio e lo guardo. 《Sul serio?》

《Ti consiglio di prendere in considerazione ciò che vi è scritto. La preside ha dato ordini ben precisi, e io ho creato di mio pugno questo articolo.》Indica con il dito un punto sulla pagina.
Leggo velocemente il paragrafo che spiega la situazione, il giorno in cui sono spariti i soldi, la cifra e inoltre che è opera di una donna perchè nella cassaforte è stato lasciato un foglio con una stampa di rossetto color prugna.

Tutto ciò è estremamente interessante, ma ho un altro caso da risolvere.

《Sono sicura che l'indiziata deve avere molta esperienza per essere riuscita a manomettere il sistema d'accesso. Tuttavia inizierei dalle ragazze con la media più alta in informatica se siete realmente sicuri che si tratti di una donna.》
Dico con noncuranza, e poi gli volto le spalle proseguendo verso l'ala est dell'edificio.

Invece di entrare in classe giro a destra e entro nel bagno.Guardo il mio riflesso e mi sistemo i capelli. Torno a pensare a Davis.

È il suo modo di fare ad infastidirmi.
Perché quella volta mi ha difesa se nemmeno mi conosceva?
Vive praticamente a casa mia e anche se io non mostro il minimo interesse mi sta sempre tra i piedi.
Ripenso a quando mi ascoltava leggere, come sembrava interessato a ciò che dicevo.
Come se ci fosse un lato di lui che ama la conoscienza.
Mi ha detto che sono bella. È stato in quel momento che il mio respiro ha vacillato un attimo. Ma adesso dubito che lo pensasse davvero.

Ho sentito la necessità di andare da lui in ospedale quando è stato male.
Mi ha vista piangere, mi sono mostrata debole.
Sto sbagliando tutto.

Sei più bella quando sorridi, mi aveva detto. Rilasso ogni muscolo e scruto attentamente il mio viso.
Questo è ciò che ogni ragazza vorrebbe sentirsi dire ma lui sta solo portando avanti una tattica di approccio. Le sue parole per me non hanno rilevanza.
Non riuscirà ad arrivare dove vuole.

-

Aubrey mi affianca mentre usciamo dal portone.

《Mi stai evitando per caso?》

La guardo. 《No. Cosa te lo fa pensare?》

《Di solito pranziamo insieme, oggi non sei venuta.》

《Ero in biblioteca, ho mangiato un panino lì.》

《Non mi hai avvertita.》

Si avvolge la sciarpa bordeaux al collo per proteggersi dall'aria gelida.
Eppure ieri sera non faceva così freddo.

《Perché tu mi dici qualunque cosa?》dico in tono un po' troppo duro, ripensando a quando se ne stava a flirtare con Davis.

《Che vuoi dire?》

Scuoto la testa e continuo a camminare. 《Niente, è una brutta giornata.》

Fa finta di non aver sentito.《Vuoi un passaggio?》

Guardo il cielo che minaccia di piovere.《Forse é meglio.》

Ci dirigiamo verso la macchina mentre io mi avvolgo nel cappotto per ripararmi dall'aria gelida.

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