34 ~ Davis ~ Giorno 14

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«Pronto?» Al decimo squillo una voce assonnata risuona all'altro capo del telefono.

«Charlie, sono Davis.»

«Ehi, amico. Sono le dieci del mattino.» Si lamenta.

«Lo so, scusa.»

Lo sento sbadigliare e poi le molle del materasso cigolano, probabilmente si sta alzando. «Ti serve qualcosa?»

«Sì, ho bisogno di un favore. Mi serve un posto dove dormire.»

Bofonchia qualcosa sottovoce. «Non lo so, amico. Ho una ragazza qui, non posso mandarla via.»
Dannazione.
«Sai com'è piccolo il mio appartamento, non entrerebbe un altro letto.» si giustifica.

Controllo che Brown non sia nei paraggi. «Va bene.» lo interrompo. «Quando avrai bisogno d'aiuto io ci sarò, contaci.»

«Cosa succede, la tipa ti ha mollato?» chiede divertito.

Mi irrigidisco. «Non è...» sbotto. «Lascia perdere.» dico secco prima di staccare. «Coglione.»
Non so perché mi infastidisca tanto che parli di lei, forse perchè la reputa come tutte le altre. 

Chiamo Alex perché è la mia ultima speranza. Lui non sa nulla di me o di Nora, perciò dovrò inventarmi qualcosa di credibile.

«Davis, quanto tempo!» Risponde entusiasta.

Mi ricordo dell'ultima volta che mi ha minacciato e mi pento di averlo chiamato. Non voglio essere costretto a sopportare sua sorella. Cerco di essere gentile, altrimenti non riceverò aiuto.

«Si, è vero.»

«Che ti serve stavolta?»

Stavolta? Non gli ho mai chiesto nulla fin ora.

 «Non ho pagato l'affitto questo mese...» Mento.

«Che novità.» dice ironico.

La mia collega mi fa cenno dalla porta di sbrigarmi.

«Ti servono soldi? Puoi venire con me a guadagnare qualcosa stasera.»

«Non proprio. Mi hanno sfrattato.»

«Che bel casino.»

«Sì.»

«Puoi venire a patto che ti comporterai bene.» dice infine.

«Contaci.» rispondo sbrigativo. «Grazie. Vengo più tardi allora.»

Chiudo la chiamata e torno in cucina. Riprendo il lavoro che avevo lasciato in sospeso ovvero togliere le lische dal pesce. Odio questo posto. Per tutta la vita mi ha solo portato sfortuna.
Eppure dopo quello che è successo, non credevo di poter provare affetto per qualcuno. Avevo iniziato con l'intenzione di usarla e sono finito col desiderare il suo bene. Succede così quando ci si innamora?
Riaffiorano nella mia testa i ricordi di ieri sera, il contorno del suo viso che si intravedeva poco al buio. I suoi occhi neri.

«Qual è la tua passione?» mi aveva sussurrato interrompendo i miei baci, come se si fosse ricordata di qualcosa.
«Ci deve essere qualcosa che ti piace, no?»

«A parte te?»

Restò in silenzio trattenendo un sorriso. Non avrei dovuto dirlo.

 «Più di me.»

Feci finta di rifletterci. «Niente, proprio niente.»

Nora si accovacciò a me ed ebbi la sensazione che respirasse a fondo il mio odore. Chissà se le piaceva.

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