Capitolo 12 ~ Roy

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Nessuno si è mai soffermato a pensare perchè esistano le stelle, a parte gli astronomi ovviamente.
Non in senso fisico, ma su come influiscano sulle nostre vite o sulle nostre scelte.

Ad esempio. Conosciamo una persona, ne siamo attratti, pensiamo di conoscerla. È interessante, è piacevole parlarci, ci fa ridere.

Immaginiamo la scena in pieno giorno e poi sotto il cielo di notte. Di sicuro fa tutto un altro effetto.
Mille scenari diversi ci appaiono in mente e di sicuro sotto un cielo scuro hanno un lieto fine romantico: un bacio e la sensazione di qualcosa che durerà all'infinito, come il numero di quelle stelle. Ma quella è solo la decisione impulsiva presa sotto l'euforia del momento, o ciò che si desiderava davvero?

E allora chissà, qualche volta potrebbero indicarci la retta via, mostrarci ciò che prima era invisibile, o aiutarci a prendere una decisione importante. Oppure farci sbagliare. Sono capaci di farci vedere tutto sotto una luce diversa, ed ecco come influiscono sulle nostre scelte.

Non bisogna illudersi, però. Molti credono nella leggenda delle stelle cadenti, la quale dice che se esprimi un desiderio, quello, chissà per quale potere divino potrebbe avverarsi. Quante volte ci siamo ritrovati a sperare, fissando sconsolati il cielo?

Prima o poi si arriva a un punto nella vita in cui non credi più. Come quando da piccolo scopri che Babbo Natale non esiste. E non esistono le fate, le leggende, i castighi divini, e forse nemmeno il karma.

Sono le nostre scelte, le nostre azioni e le persone a cui ci affidiamo a decidere cosa tornerà indietro.
Se fai del male, quello tornerà indietro, ma non sempre.
Se fai del bene, anche.
Ma se riuscirai a trovare qualcuno che non ti chieda di bendarti gli occhi mentre ti guida, allora avrai indietro il doppio.

Durante il cammino ci saranno molti ostacoli, come la morte, l'egoismo, l'invidia, la sfortuna che ci segue come una nuvola nera pronta a scaraventare la sua ira. Ma questo non significa che dobbiamo arrenderci, nemmeno nel caso in cui dovessimo saltarli da soli.

《Tanto non piove!》Disse Grace.

Camminavo con le mani in tasca, un passo avanti rispetto a lei, quasi volessi testare il terreno per proteggerla da eventuali pericoli.

《Sempre così positiva, tu. Ci bagneremo prima di arrivare.》

《Non dire sciocchezze.》rispose liquidandomi con un gesto della mano.

Sbuffai. Ormai avevo imparato a tacere quando lei si intestardiva su qualcosa.

Un anno dopo, il nostro rapporto era cambiato, si era evoluto, ma restava confinato tra quelle quattro mura della mia stanza, anche lei aveva dovuto accettarlo. Nessuno dei nostri amici, compagni, o parenti, conosceva la verità. E mai avrebbero potuto saperlo, era questo che mi tormentava.

Un giorno a scuola, per poco Tristan non ci sorprese a baciarci nel laboratorio di chimica.
Nel gruppo era il più sveglio, infatti sospettava che ci fosse una tresca tra noi due.
Da quando aveva scoperto che Grace fosse adottata stava sull'attenti e ci controllava da ogni angolo. Per questo quando era nei paraggi non potevamo mai abbassare la guardia.

Arrivammo davanti alla biblioteca comunale che si estendeva per gran parte della piazza. L'edificio esisteva dal novecento ma era stato ristrutturato da poco, la parte laterale adesso era piena di finestre da cui entrava una luce naturale perfetta per leggere e non stancare troppo gli occhi. La facciata grigia era adornata da due pilastri fin troppo decorati, che alludevano al barocco. L'enorme portone in legno massiccio, poteva misurare anche due metri e pur essendo abbastanza forte dubito che sarei riuscito ad aprirlo con una sola mano.

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