Davis
«Questa è casa tua?» Nora si guarda intorno come una bambina curiosa. Passa in rassegna tutte le stanze con un'espressione meravigliata sul viso.
«Wow, quanti piatti sporchi.» dice passando dalla cucina.
«Non ho avuto tempo.» alzo gli occhi al cielo e lei sorride. In effetti avrei potuto sistemare prima che arrivasse.
«Ti mancavano i miei rimproveri?» Si avvicina e mi cinge la vita con le braccia.
«Per nulla.»
Subito dopo si rattrista e io so bene a cosa sta pensando. «Come la mettiamo con i tuoi genitori?»
«Capiranno.» si limita a dire.
«Forse tuo padre.»
Alza gli occhi sui miei e mi guarda seria. «Non mi importa, voglio vivere la mia vita senza pensare più agli altri o chiedermi il perché di qualcosa.»
Rifletto e vado a sedermi sul divano.
«Come mai questo cambiamento drastico?»
Nora mi rivolge un sorriso. «Perchè ho ottenuto la risposta che mi serve.»
Ho già intuito a cosa si riferisce ma voglio sentirglielo dire. «Cioè?»
Sorride.
Mi alzo e le accarezzo la guancia.
«Io credo nel destino. C'è un motivo se ci siamo incontrati e l'ho capito solo quando siamo stati lontani. Questo mi basta. Ecco perché ti ho aiutato: è successo tutto così assurdo e qualcosa mi diceva che dovevo farlo per una ragione. E quella ragione ha portato a questo.»
Mi bacia e sento le sue labbra morbide contro le mie. Sono sorpreso dalle sue parole, non era mai stata così aperta nel parlare dei suoi sentimenti. La abbraccio e respiro il suo profumo. Anch'io ho capito molte cose da quando me ne sono andato, ma preferisco non dirglielo.«Quindi hai chiuso con il caso?»
Nora annuisce. Bene, così potrò investigare da solo. Si accomoda accanto a me e guarda l'albero di Natale di fronte. «Quello non lo avevo visto!» esclama sorridente. Si alza di nuovo e va a ispezionarlo. Con il lavoro in biblioteca posso permettermi molto di più, infatti ho comprato anche un mobiletto per l'ingresso e un attaccapanni.
«Mi piace qui.» proferisce facendo dondolare un bastoncino di zucchero finto. «È piccolo ma non ci serve altro. Dico bene?»
«Prima o poi riusciremo a trovare qualcosa di più confortevole.»
Viene a darmi un bacio sulla guancia. «Non serve.» sorride e io accendo la tv.
«Aspetta, me lo ricordo quel film, Miracolo nella trentaquattresima strada! Lo amavo da bambina.»
Scuoto la testa incredulo mentre lei è ipnotizzata da quelle immagini. Mi alzo e mi avvicino allo stipite in cucina per cercare qualcosa da mangiare. Pensandoci potrei riscaldare le braciole ripiene di formaggio che avevo lasciato nel frigo.
Metto sul fuoco a soffriggere anche dei popcorn e prendo alcuni piatti rossi decorati dal pensile. Nora sarà felice di vederli, li ho comprati inconsciamente ma alla fine ho bene.
La guardo togliersi le scarpe e avvolgersi nel plaid e mi rendo conto che non ho mai provato una sensazione così strana in vita mia. Non sono più solo e non desidero altro.
Non è servito a nulla comprare tutti questi oggetti perchè era lei ciò che serviva a riempire questo appartamento piccolo e vuoto, come il mio cuore.E così, sono davvero capace di amare?
Aspetto che i pop corn inizino a scoppiettare e poi li verso in una ciotola. Li porto sul tavolino di fronte al divano mentre aspetto che la carne sia pronta.
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Inside our souls
Storie d'amoreSiamo persone, abbiamo modi di comportarci e di sbagliare molto simili tra loro. Solo le nostre anime hanno qualcosa di caratterizzante: segnate da ricordi, segreti, esperienze. Per questo Nora ha un solo hobby: studiare il linguaggio del corpo per...