Caroline Pov's

Scendo dall'auto e guardo tutto ciò che mi circonda per poi tirare un sospiro di sollievo.
Finalmente sono a casa e tutto potrà tornare ad essere come sempre.
Sono davvero felicissima, niente potrebbe andare meglio di così.
C'è solo un oscuro pensiero che si è annidato nella parte più nascosta del mio cervello e del mio cuore.
Se Efexo non mi avesse ucciso a quest'ora forse sarei a casa, assieme a Klaus e a mio figlio.
Cerco di cacciare questo pensiero nella mia mente pensando ad altro, quindi prendo i pochi bagagli e mi incammino verso la porta di casa, la mia vecchia casa, dove abitavo con mia madre.
Appena entro un brivido mi percuote tutto il corpo.
Era davvero troppo tempo che non ci entravo, avevo quasi dimenticato l'arredamento orribile che piaceva da morire a mia madre.
Posiziono la roba all'ingresso e comincio a vagare nella casa come se fossi in un sentiero di ricordi.
Entro nella mia camera ed è proprio come la ricordavo.
La comune stanza di un adolescente, rosa e piena di poster.
Mi getto sul letto e chiudo gli occhi, con la mente torno agli anni della mia adolescenza, fa tutto così male, ed è strano.

Di colpo mi alzo per smettere di pensare al passato e dato che no ho nulla da fare inizio a ripulire la casa da capo a fondo.
Dopo qualche ora decido di andare al supermercato per "comprare" l'essenziale per rendere questa dimora vivibile.
Quindi esco di casa e mi avvio a piedi verso la bottega di mr.Knight.
Entro E mi dirigo immediatamente al reparto degli utensili.
Mentre decido cosa prendere, una piccola bambina si aggrappa alle mie gambe.
Inizialmente mi ritiro ma dopo averla guardata per un secondo negli occhi dimentico ogni sentimento negativo.
-Ciao, come ti chiami?- le chiedo abbassandomi per guardarla negli occhi.

-Joanne, ma mio padre dice che non devo parlare con gli sconosciuti.- dice balbettando.

-Deve essere un ottimo padre, allora.
Dov'è che ti ci riaccompagno?- cerco di essere d'aiuto.
La bambina afferra il mio braccio e sento quasi una scossa, cosa potrà mai essere stato?

-È quì!- esclama saltellando verso qualcuno che si trova mie spalle.

-Perdonstemi, mia figlia non riesce a restare ferma.- si scusa una voce maschile.

- Non si preoccupi- dico voltandomi.

-Caroline!- esclama l'uomo facendomi rimanere con un nodo allo stomaco.

-Klaus!- esclamo io. Non riesco a credere che lo abbia già incontrato dopo meno di un giorno.
Non riesco a credere che abbia una figlia.
Tutto ciò è così strano e fa così tanto male.

-Vi conoscete?- Domanda la bambina avvicinandoci per i lembi dei cappotti.

-Joanne, andiamo.- ordina Klaus alla figlia strappando le sue mani dal mio giubbino.

-Codardo!- gli urlo io ricevendo come risposta un dito medio.
Ci stiamo comportando come dei ragazzini, perché in fondo ancora lo siamo ma esigo di ricevere spiegazioni su ciò che ho visto.

Dopo esser tornata a casa ricevo una chiamata e decido di rispondere.
-Pronto?-

-Finalmente, dopo quattro anni ho finalmente ricevuto una risposta.
Sei un'immatura.- mi attacca Klaus quasi con disgusto.

- Non ho bisogno di darti alcuna spiegazione. È la mia vita e faccio ciò che mi pare.-

-No è solo la tua vita. È anche la mia Caroline.-

- Non mi sembra che ti abbiano pugnalato uccidendo te e tuo figlio. Cazzo, cerca di avere un briciolo di comprensione e umanità!-

-Era anche mio figlio, Caroline.-dice calandosi improvvisamente.

-Smettila.- dico e poi termino la chiamata.

Wow, credo sia un nuovo record.
Sono in questa città da 12 ore e già ho litigato con l'unica persona con la quale non avrei neanche dovuto parlare.
Ma una cosa non riesco a capire, perché ha una bambina?

La Vera Storia Di Caroline Forbes 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora