Caroline Pov's

La mattina seguente, dopo essersi assicurato del mio stato d'animo, Kenzo si dirige a lavoro mentre io rimango a casa piena di pensieri.
Mentre sono sul mio letto sento dei forti tonfi vicino alla finestra e appena mi avvicino per aprirla un sassolino mi sfiora.
Mi affaccio irritata convinta di trovare nel giardino qualche ragazzino che voleva fare uno scherzo di pessimo gusto ma purtroppo non è così.
-Di nuovo tu?!- esclamo senza forze.

-Caroline, mi apri?- mi domanda Nicklaus da sotto la mia finestra.
Io scendo al piano inferiore e finalmente apro la porta.
-Hey- mi saluta cercando di entrare dimenticandosi di ricevere l'invito.
-Perchè sei quì?- gli domando lasciandolo fuori dalla porta.

-Mi lasci entrare, voglio parlarti in tutta sinceritá, ti prego-

-Perchè dovrei fidarmi?- domando.

-Perchè sono sempre lo stesso Nicklaus di quattro anni fa.-

-Entra e fa veloce- gli impongo e lui entra.
-Grazie.- dice lui accomodandosi dentro casa mia.
Lego stretta la vestaglia in vita e poi lo guardo sfinita.
-Cosa sei venuto a fare?-

-Voglio parlare con te, chiarire alcune cose e cercare di tornare alla normalità..-

-Che normalità?- domando confusa.

-La mia normalità, la normalita ler Joanne.- mi risponde senza nemmeno riflettere.

-Non c'è bisogno che tu mi dica nulla allora...ho capito che hai bisogno della tua nuova famiglia e di certo non sarò io a dividervi. Ora che ci siamo chiaritu puoi anche andare.- dico ferita dalle sue parole.

-Caroline, so che posso sembrarti un egoista ma non è così. Mi hai abbandonato tu.-

-Non ti ho abbandonato. Stavo soffrendo e lo sai bene.-

-Anche io stavo soffrendo! Ti ripeto per l'ultima volta che si trattava anche di mio figlio! Smettila di fare l'unica vittima!- mi accusa.

-Cosa? Klaus, sai cosa stai dicendo?!
So di non essere stata l'unica a soffrire ma stavo impazzendo okay? Sono successe cose assurde in pochissimo tempo e non puoi pretendere che la mia reazione sia uguale alla tua.-

-Caroline te ne sei andata per 4 anni. Ti ho cercato senza mai fermarmi. Eri il mio unico pensiero. Non facevo altro che chiamarti ma non ho mai ricevuto alcuna risposta. Nemmeno un "vaffanculo".
Non sono stato quasi mai a casa durante l'infanzia di mia figlia per cercarti e tu...? Hai pensato almeno per un secondo a me?-

-Certo che ti ho pensato. Non credere che in questi 4 anni me la sia spassata.
Sono stata rinchiusa in una casa sperduta nel bosco, da sola, cercabdo di placare la mia insaziabile sete di sangue che però non faceva che aumentare.
Non è passato un giorno in cui non abbia pensato a te, a mio figlio e ad Efexo.
L'unico motivo per cui non l'ho fatta finita è stato Efexo. Il desiderio di vendetta nei suoi confronti mi ha aiutato ad andare avanti.-

-Puoi dire tutto ciò che vuoi ma non riesco a capirti. Se tu fossi rinasta con me saremo andati avanti insieme per poi rialzarci più forti di prima e uccidere Efexo una volta per tutte.-

-Io non lo so, non so cosa mi è preso ma devo essere sincera, non so se cambierei ciò che ho fatto. Ho sofferto molto e sono stata da sola ma ho tratto dalla sofferenza il controllo che avrei sempre voluto avere sulla mia vita. Ho scoperto me stessa.-

-Anche io ho scoperto la vera te. Una stronza egoista!-

-Se fosse stato così non avrei accettato la tua nuova vita e la tua nuova famiglia come sto facendo ora. Ti ho fatto soffrire abbastanza, tinchiedo scusa ma ora voglio che tu sia felice e non mi importa se io farò parte della tua felicità oppure no.-

-Cazzo, non so come fai a rendere tutto così complicato...io...-

-Tu mi vuoi bene ma in questo momento non sono la tua priorità dato che hai una figlia e non vuoi renderle tutto difficile, capisco e concordo con il tuo pensiero.-
Lui si limita a sorridermi per poi avviarsi verso l'uscita senza dire nulla.

La Vera Storia Di Caroline Forbes 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora