Dopo troppe notti passate sveglia finalmente riesco a dormire e quando mi sveglio appare tutto più delucidato.
Guardo la mia bambina, le do un bacio sulla fronte e salto dal letto.
Mi fiondo fuori e inaspettatamente incontro Drake.

-Buongiorno.- mi saluta.

-Buongiorno. Ho una domanda da farti.- dico senza perdere tempo.
Lui annuisce. -Dove posso farmi una doccia?- chiedo sorridendo.
Lui mi dice di seguirlo e io lo faccio subito dopo aver preso gli unici vestiti che sono riuscita a portare con me.
Un pantaloncino di stoffa rosa, una t-shirt bianca con degli animali disegnati su da mia madre e dei sandali bianchi.
Appena lui mi mostra la "doccia" tutta la mia positività svanisce.
Fisso quella cosa con disgusto.
-Voi vi lavate quì?- domando sconvolta.

-Dal momento in cui siamo stati sfrattati dalle nostre case si.- risponde ridendo.
Davanti a me c'è una trave di legno con un rubinetto e basta.
Non c'è uno scarico ma soprattutto non c'è una tenda.
-Non posso lavarmi davanti a tutti.- dico.

-Non credo sia il momento di lamentarsi.- dice stranamente serio.
Poso i vestiti su puliti su una sedia e con disgusto inizio a spogliarmi, non prima di essermi assicurata che non ci sia nessuno a guardarmi.
Dato che non si sa mai decido di lavarmi con gli slip ma non avendo il reggiseno devo arrangiarmi.
Drake si allontanta promettendomi di ostacolare chiunque voglia spiarmi, o almeno così ha detto.
Oh, al diavolo.
Non riesco a farmi una doccia da tropoi giorni e ne ho bisogno.
Mentre mi lavo mi perdo sotto il getto dell'acqua che fortunatamente non è ne calda ne fredda.
Resto lì per un po'.
-Caroline ti ho portato qualcosa da mangiare.- sento la voce di Elijah alle mie spalle che appena mi vede si irrigidisce.
Sgrano gli occhi e tento di coprirmi il più possibile.
Elijah si volta subito e inizia a domandare scusa in modo aristocratico, come il suo solito.
Sono rossa dall'imbarazzo e quasi non riesco a muovermi.
Drake è un coglione.
Afferro un asciugamano e lo avvolgo
attorno al mio corpo bagnato.

-Elijah puoi girarti.- dico cercando di dimenticare l'imbarazzo.
Lui lentamente si volta e appena mi vede pronta mi lancia la sacca di sangue.

-Grazie.- dico e lui va via.
Poso la sacca e dopo essermi asciugata inizio a vestirmi il più velocemente possibile per evitare sgradevolo situazioni.
Raccolgo i capelli bagnati in una crocchia malandata e bevendo dalla sacca mi avvio verso il mio alloggio.
Poco dopo sento bussare alla porta.
Apro infastidita dalla frenetica attività di quest'accampamento.
-Di nuovo tu? Che vuoi?- sono scocciata quando vedo Drake lì fuori.

-Ehi, non essere così scontrosa. Volevo chiederti scusa per aver lasciato passare Elijah.- dice porgendomi una busta di carta bianca.

-Che scusa hai?- domando afferrando il sacchetto.

-Nessuna scusa, mi sono distratto.- dice sorridendo.
Ricambio il sorriso e apro la busta.
Guardo dentro e tiro fuori un donut ricoperto di glassa ai lamponi.
-Dove hai preso questo miracolo?- domando felicissima.

-Ho i miei contatti.- sorride.

-No davvero. Quì non ci sono negozi nel raggio di troppi chilometri. Beh non importa, ti ringrazio.- dico e addento la ciambella.
È davvero da molto tempo che non mangio questo tipo di cibo e questa ciambella in particolare mi sta rendendo euforica.

-Ti perdono per la distrazione.- dico in modo goffo mentre addento questa meraviglia.
Lui sorride e va via.
Oh mio dio è davvero una goduria.
Mentre mi ingozzo la porta si apre di nuovo.
Riconosco la camminata di Niklaus anche senza guardare.
-Dove eri finito?- domando.

-Ero a parlare con Rebekah. Si sta assicurando che vado tutto bene.-
Mi risponde sorprendentemente senza sarcasmo o battutine.
Si siede vicino a me e con un sorrisetto stampato sul volto mi accarezza la coscia.
-Che ti prende?- domando divertita.

-Stai mangiando un donut?- mi domanda confuso e divertito.

-Esatto e lo finirò da sola.- dico allontanandomi dalle zanne di Klaus.
Lui mi rincorre ma poco dopo si blocca.
-Dove lo hai preso?- domanda.

-Perché?-

-Rispondi.- mi ordina tornando immediatamente il solito Klaus scontroso di sempre.

-Drake, uno dei lupi, mi ha fatto questo regalo.- rispondo sinceramente.

-Chi cazzo è Drake?- urla.
Sbuffo.

-L'ho conosciuto ieri sera. È stato carino con me.- rispondo con tranquillità.
Klaus mi fissa senza dire nulla ma sento il suo respiro sempre più pesante.
Afferro la sua mano.
-Non di nuovo. Non voglio litigare di nuovo con te.-

-Oh, nemmeno io. Voglio solo scambiare due chiacchiere con questo Drake.-

I miei occhi si riempiono di lacrime.
Inizio a non tollerare più questa situazione.

-Klaus, mi ami?- domando fissandolo.

-Già ti ho risposto mille volte a questa domanda.-

-Non mi hai mai detto esplicitamente "si, ti amo." Voglio sentire queste parole se sono vere.-

-Caroline perché mi stai dicendo queste cose? Vuoi appellarti alla fiducia reciproca nei rapporti o cosa?
Mi dispiace avvisarti che questeparole non hanno effetto su di me.- mi dice pieno di orgoglio.

-Il tuo orgoglio ti ucciderà, non importa quanto forte tu sia.
Non mi interessa in questo mo m parlare di fiducia o di quel ragazzo.
Sto parlando di noi. Per la milionesima volta ti chiedo se mi ami.- stringo i pugni e digringno i denti.

-Caroline, come ti ho già detto altre volte, ti amo.- dice stringendo a sua volta i pugni.

-Niente sarcasmo e niente frecciatine. Non ne posso più dells tue paure, dei tuoi scudi e della tua facciata da mostro indistruttibile senza sentimenti.
Ora devi rispondere alla mia domanda e due sono le opzioni:
1)si, ti amo;
2) no, non ti amo.
Non ti sto chiedendo la luna.-
Lo faccio evidentemente infuriare, non capisco cos'ha che non va.
E chiunque avrebbe già risposto a questo punto, anche chi sa di essere amato e riflette prima di rispondere che non ricambia i sentimenti senza ferire la persona che ha di fronte.
Ma se mi ama perché non me lo dice chiaramente?
Ho davvero bisogno di una persona così schiva nella mia vita?

Pienl di rabbia tenta di uscire da questa topaia ma non fa in tempo perché gli sbarro la porta con il mio corpo.

-Se esci da questa stanza vuol dire che non mi ami o che se mi ami non è abbastanza da rispondere ad una mia semplice domanda.-
Mi guarda con aria sconfitta e sembra che stia per dire qualcosa.

-Io...- inizia.
La porta si spalanca rischiando di colpirci.
-Ragazzi, non mi date il bentornata?- esordisce Rebekah entrando.
Entrambi evitiamo il contatto visivo.
Lei sorride in modo malizioso.
-Mi sono persa qualcosa?- ride e noi la ignoriamo.
Nessuno dice niente e Rebekah si avvicina alla bambina con un contenitore tra le mani.
-Cosa hai lì?- domandiamo io e Niklaus insieme.

-È una mistura che farà svegliare Joanne dal suo sonno.
Davina l'ha realizzata grazie al mio aiuto.
Fortunatamente guardare nostra madre che lanciava incantesimi mi è stato d'aiuto.- sorride.
Apre il contenitore e mette quell'intruglio sulla fronte mia figlia.
Poco dopo averla applicata finalmente mia figlia si sveglia.

-Papà dove sono?- domanda la piccola a Klaus che subito la stringe a se.

-Siamo al sicuro quì. Le streghe non ci troveranno.- risponde lui alla piccola.
Joanne annuisce e poi ci guarda.
-Mentre dormivo sentivo parlare. Sentivo sia te, papà, sentivo mamma, sentivo zio Elijah. Perché avete litigato?-

Ecco, ho appena errato di nuovo come madre proprio davanti a mia figlia.
-Amore- dico avvicinandomi a lei per poi prenderle le mani. -È normale avere qualche discussione ma non stavamo litigando. Non preoccuparti, tu sei il centro dei nostri pensieri.-

Lei annuisce e mi stringe senza dire una parola.
È la bambina più bella e intelligente che abbia mai visto.

La Vera Storia Di Caroline Forbes 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora