Epilogo

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«La tua prima missione da sola!» si congratulò Curt.

Mi esaltai. Ora come ora non avevo più paura, ed ero una stupida.

Mentre io da sola mi recavo a Reno, Chris spiegava a Curt il mio comportamento in missione.

Era la mia prima missione, ero fiera di me, questo significava che ero una vera cacciatrice ora, ero stata svezzata. Mi portavo in un vecchio casolare abbandonato che prima faceva parte di una fattoria, doveva essere il fienile. Lo osservai, un rosso sbiadito, cadeva a pezzi e l'entrata era scassinata.

Avevamo avuto una soffiata, doveva essersi un jinn lì dentro.

Doveva essersi un jinn, ma ad aspettarmi non era un jinn, e non era nemmeno da solo.

...

«Come dire» raccontava Chris «Non voglio dire cattiva ma..»

«Dispettosa?» chiese Curt.

«Qualcosa di simile» rispose Chris «Forse è la sua parte umana che è un po' dispettosa e cinica» ipotizzò Chris.

«La sua parte umana è del dieci per cento, ciò influisce poco» dichiarò Curt a un sbalordito Chris.

«Ha solo il dieci percento di umanità?» chiese impallidito.

«Il suo bipolarismo in realtà, come avrai notato è in parte cambiare umore da felice a triste, ma in quanto transita da buona a cattiva» spiegò Curt.

«Sì è così. E questo cosa vuol dire? Cos''è l'altro quaranta cinque percento?» chiese Chris.

«Che il suo bipolarismo non è un bipolarismo umano, non è bipolare come può credere uno psicologo» dichiarò Curt ignorando l'al9tra domanda.

...

Da fuori sentivo una puzza di marcio mai sentita in vita mia. Credevo fossero corpi in decomposizione, ma il realtà di in decomposizione c'era solo la loro anima.

Quando aprii il capanno mi trovai davanti una decina di persone, che in realtà erano la cosa più lontana da un essere umano.

Mi stavano aspettando.

Era una trappola.

Iniziai a combattere contro tutti insieme. Mi ritrovai di spalle al muro parecchie volte.

I loro pugni facevano più male rispetto alle altre creature che avevo incontrato.

Non sentivo così dolore da tempo.

E puzzavano tutti di marcio, terribilmente.

...

«Lei è al novanta percento un essere divino» annunciò Curt con un sospiro, aveva i brividi mentre lo diceva.

Chris muto non sapeva che dire se non ripetere la domanda anche lui con la pelle d'oca «Cos'è l'altro quarantacinque percento, professore?»

«Non è solo un mezzo angelo» continuò il mio tutore «E quando l'altra sua parte si risveglierá dovemmo essere pronti al peggio. Non sarà facile da gestire e ne da tenere sotto controllo» dichiarò Curt quasi con gli occhi lucidi.

...

Tre di loro mi spinsero per terra e dopodiché iniziarono coprirmi di calci.

Erano troppo forti, e la cosa più strana e che non sapevo che esseri fossero, non li avevo mai incontrati.

Sputai sangue argenteo dalla bocca.

Che male.

Iniziavo ad avere paura.

Ero stata stupida ad aver sottovalutato la mia missione singola.

Li guardavo ridere dall'alto mentre io ero a terra, ed ecco che mi sentivo da capo piccola e vedevo tutto più grande di me.

«Debole» sibilò il loro boss.

Era una donna dai capelli bordeaux.

«Ragazzina» sibilò ancora «Ti avevo sopravalutata».

Venne vicino a me e mi sollevò la faccia con un piede per poi calciarmela.

Sembravo essere tornata indietro.

Io, da sola, tra i bulli, tra le botte e le umiliazioni.

Ed eccomi lì, di nuovo, sola, tra questi esseri mostruosi che mi picchiavano e io incapace di difendermi: erano più forti di me ed erano in numero maggiore; proprio come una volta.

Forse nella mia vita non era cambiato nulla, era solo arrivato un momento di pace, ma stavo ricadendo nell'abisso, avevo creduto che tutto fosse finito, ma in realtà non era finito nulla, il mondo si era solo preso una pausa.

E chi mi ci stava rispedendo nell'abisso era proprio lui, il re degli abissi, uno dei re dell'inferno:

Abaddon.

Il realtà era una lei e non un lui, ed era decisa ad uccidermi.

Mi scagliava a suo piacimento, quasi rompendomi tutte le ossa.

«Povero angioletto» disse «Indifeso, solo» continuò perfida.

«Ti hanno spedito qui credendo ci fosse un'altra creatura. E invece, sorpresa! Gli abbiamo confusi bene i suoi superiori. Non ti avrebbero mai manata, il loro prezioso nephilim, a morire, se ad aspettati c'erano degli angeli caduti» sibilò.

Come in passato ero lì che mi facevo fare di tutto, pregando e aspettando che tutto finisse al più presto.

Mi gettò contro la parete che ruppi prima di cadere a terra a carponi.

«Debole» sibilò come un perfido serpente che guarda la sua preda. Udivo i suoi galoppini ridere.

...

«Che cos'è l'altro quarantacinque percento, professore?» chiese Chris alzando la voce e appoggiandosi violentemente alla scrivania di Curt, non certo che lo volesse davvero sapere.

...

Una voce dentro di me mi spronava a reagire "Non aspettare che tutto finisca, reagisci!" diceva.

Aveva ragione, non potevo ritornare indietro lo avevo promesso a me stessa.

Richiamai a me tutte le forse e le energie: richiamai anche qualcos'altro che al momento della mia ripartita uscì con tutte le mie forze, tutte le mie energie e tutte le mie cattive intenzioni.

...

Curt con la pelle d'oca e i brividi e gli occhi lucidi rispose.

«Un demone».

...

Accadde mentre ero lì a carponi.

Chiusi gli occhi per richiamare le energie e quando la mia forza era pronta per scoppiare aprì gli occhi per farla esplodere in tutta la sua potenza.

Esplose.

Tutto il mio essere esplose e trascese.

Aprì gli occhi piena di tutto, mi sentivo invincibile.

Era cambiato qualcosa in me: la mia resistenza e i miei sentimenti verso l'esterno.

E come i miei sentimenti anche i miei occhi cambiarono.

Erano diventati neri.


Fine

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