Capitolo 6 - Per La Gloria

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La sostanza incandescente, dalla quale i ragazzi fuggirono, scomparve nel nulla, lasciando il tutto completamente avvolto nel buio più profondo, fatta eccezione dei momenti in cui la luce laterale risplendeva di blu, che si propagava sui volti dei candidati. La sirena si abbassò di volume e poi ripartì daccapo a toni alti per un altro paio di volte.

Si sentirono degli ingranaggi muoversi e, oltre le nuove pareti che avevano isolato gli otto ragazzi dai partecipanti delle altre accademie, si avvertirono delle urla strazianti.

«Ma cosa diavolo...» borbottò sommessamente Iyses.

Per qualche secondò calò il silenzio. Poi gli ingranaggi tornarono a muoversi. Una folata di vento, una sorta di risucchio iniziò a colpire i candidati, che reagirono aggrappandosi al terreno, affinché non venissero portati via da quella corrente aerea.

«Ragazzi, non si tratta di venire risucchiati!» constatò la voce sbraitante di Master, la cui mente divenne consapevole di cosa stesse effettivamente accadendo.

«Mi manca l'aria!» tossì Kal, mentre cercava di reggersi alla sua spada energetica, che aveva conficcato a terra.

«Vogliono mandare sottovuoto l'intera arena!» allarmò Kstumtraw, mentre teneva la mano della compagna.

«Così all'improvviso ci ammazzerà!» si disperò invece Kal.

«Non dire fandonie, siamo predisposti per resistere a questo!» intervenne Cyaner.

«Lo siamo quando ci troviamo preparati!» sbottò Kal, in preda al panico.

«Non abbiamo tempo da perdere, fratello, Cyaner, Dutim, dobbiamo pensarci noi!» intervenne all'improvviso Master.

«Che piano hai?» gli rispose Kit.

«Possiamo resistere, ma dobbiamo proteggere loro!» gli rispose il fratello.

«Credo di aver capito» replicò l'altro.

I quattro si piazzarono intorno ai compagni impreparati a tale evento, in preda ad una crisi respiratoria. Si posero con le spalle rivolte a loro e tesero le braccia ai lati, generando nell'insieme una gabbia d'aria che li avrebbe protetti.

Mentre questa veniva completata, Kal, Wary, Jetar e Iyses si ristabilizzarono, facendo un cenno di ringraziamento agli altri. Al di fuori di ciò si creò il vuoto totale, il suono venne annichilito, i volti divennero tesi per lo sforzo, i lunghi capelli di Master e Kit levitarono.

Poi, come dei geyser, dei vapori sbucarono dal terreno, rigenerando l'atmosfera. I quattro salvatori constatarono di poter respirare nuovamente e allora lasciarono andare la bolla d'aria, accasciandosi a terra, o meglio, nella parte di pavimentazione che componeva quello pseudo-labirinto.

Si abbracciarono in segno di conforto ed esultarono per aver superato una prova tanto insidiosa, Wary andò sopra il suo compagno, che giaceva supino per la stanchezza, regalandogli un bacio intenso.

Nel contempo, la pavimentazione dell'arena si assestò, ritornando completamente piana, le pareti che li avevano isolati si rialzarono e mostrarono uno spettacolo a dir poco aberrante: il vuoto totale aveva ucciso istantaneamente ogni singolo candidato delle altre due accademie a causa della mancanza di aria e dell'istantanea depressurizzazione dell'arena, la quale lasciò i loro corpi gonfi e violacei, ormai privi di vita.

«Le urla...» sussurrò Master, osservando quello scenario raccapricciante.

«Ma com'è stato possibile?» domandò Iyses, incuriosita e allo stesso tempo scioccata da quella visione.

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