Gli attimi successivi alla lettura di quel foglio, la cui grafia del testo apparteneva indiscutibilmente al sovrano defunto, fu per gli argonidiani come ricevere una terribile scossa. L'aria, i loro volti erano come lanciare un'ondata di fuoco a terra e poi vederne subito dopo l'ambiente completamente bruciato e fumante. Quelli che seguirono furono attimi di silenzio, in cui tutti stavano assimilando la verità e, anziché rimanere ad osservare l'ologramma del nemico, si voltarono verso Master, il quale ancora non si rendeva conto di cosa fosse stato appena dichiarato. Le sue iridi scarlatte puntarono al vuoto, poi verso le proprie mani, i cui simboli iniziarono a divenire più luminosi.
«Mio padre... ecco perché quelle parole, quel mostro...» sussurrò così a bassa voce che più che dirlo lo stava pensando.
«Murwa» mormorò Iyses, che era al suo fianco, poggiando una mano sulla spalla del ragazzo «Anzi, perdonami» sorrise «Principe, siamo con te, tuo fratello e tuo padre.»
Il giovane alzò lo sguardo verso l'élite dai boccoli rossi e contraccambiò il sorriso. Poi ritornò teso e puntò gli occhi verso il Saggio ed i suoi ufficiali.
«Quando stavamo fuggendo dalla nave nemica e sono andato a recuperare Iyses, mi sono imbattuto in quel mostro, aveva il Manufatto in mano. Mi aveva accennato il discorso dell'erede al trono. Sapeva chi fossi, tanto da nominarmi "principe". Ma non pensavo stesse dicendo sul serio» commentò infine Master.
«Principe Murwa, qual è la prossima mossa?» domandò il Saggio.
«Avete trentasei nuhidal di tempo. Buona scelta» concluse l'ologramma, per poi spegnersi.
«Trentadue nuhidal, bene. Vorrei che cerchiate di tenere sott'occhio la flotta nemica e i loro eventuali spostamenti. Dobbiamo tenere pronto l'esercito e i veivoli rimasti a disposizione. Controlliamo che gli scudi deflettori siano ai massimi livelli» ordinò Murwa, per poi stringere un pugno ed attivare la propria energia intrinseca, richiamando la propria suit sul corpo. Lo stesso fecero Iyses, Cyaner e Dutim.
«Élite di Argonida, andiamo» fece, infine.
«Scusate, ma dove siete diretti?» domandò il Saggio, prima che i quattro potessero varcare il portello d'accesso ed uscire dalla Mente Centrale.
«Prepareremo l'esercito e pattuglieremo la superficie. Resteremo in contatto» affermò il neo-principe, indicando l'holo al polso.
Mentre i quattro uscivano dalla Mente Centrale, un ufficiale si avvicinò al Saggio.
«Che ragazzi esuberanti... non è forse pericoloso quel ruolo dato a teste... "calde" e giovani come le loro?» gli domandò infine.
«Sono il futuro. Lasciamoli fare» rispose l'altro.
«Ma ne vale la sopravvivenza del nostro Impero, o ciò che ne rimane!»
«Ascoltami, sono stati appena promossi ad élite ed in così poco tempo hanno dovuto affrontare una miriade di cose, cose che nemmeno voi» e il Saggio premette il petto dell'ufficiale con un dito «avete visto nella vostra agiata esistenza.»
♦◊♦
Il Leader zubeliano interruppe le comunicazioni e gettò via il foglietto dove vi era riportata la successione al trono, sospirò e si voltò verso il manipolo di soldati che stava mantenendo il prigioniero.
«Potete levargli quella museruola» ordinò in un linguaggio irriconoscibile.
Gli sgherri gli tolsero l'apparecchio e lo lasciarono andare a terra, per poi venire congedati con un semplice gesto della mano del loro superiore.
«Cos'hai in mente, mostro! Perché porre una tale scelta?!» boccheggiò Phantalosius.
«Magari, se dovessero comportarsi da codardi, non dovrei sprecare inutilmente le energie per invadervi, sarebbe tutto più semplice, non trovi?» rise Shadow, mentre girava intorno all'argonidiano ancora in ginocchio.

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Sorcerers Against - First Siege
Ciencia Ficción[SECONDO ATTO DELLA TRILOGIA] Indietro nel tempo, agli albori di una faida aliena. Un'Ombra su Argonida, araldo di una catastrofe imminente. Prima di poter guardare ancora avanti nel futuro, bisogna dare un ultimo sguardo al passato, sin da quando...