Capitolo 31 - L'Élite Più Forte

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Era passato giusto un paio di centinaia di hemn da quando ne venni a contatto per la prima volta. Non ero frustrato, logorato dentro, ma un semplice, ordinario accademico di Phanial, che aspirava a scalare la crudele Graduatoria, a sostenere la letale Prova Finale, a diventare, a tutti gli effetti un'Élite dell'Impero Argonidiano.

Ma forse ero troppo ordinario. Non all'altezza, ma comunque fiero di ciò che ero, fino a quel giorno.

Uno dei saggi dell'Imperatore mi aveva spedito su Tagos, un pianeta del sistema solare adiacente a quello phanialano, al fine di reperire dei vegetali unici nel loro genere, coltivabili soltanto in quel pianeta, rari in termini di quantità.

Incamminandomi verso il jet che mi avrebbe fatto decollare su Phanial però, mi sentii come seguito da un'ombra oscura.

Nonostante non vedessi nessuno intorno a me, mi sentii come toccato al petto ed ebbi una visione, o meglio un ricordo avvenuto in accademia. Jetar mi stava schernendo alle spalle. Inizialmente fui scettico nell'assistere alla scena, ma la situazione si fece sempre più familiare ed impressa nella mia mente. Il mio animo si intorbidì di rancore e voglia di riscatto. Bramavo di voler essere fuori dal comune, alla faccia di chi mi denigrava. Desideravo punire chi mi avesse fatto questi torti.

Fu in quel momento che quella visione affievolì e Lui apparve, nella sua oscurità, dall'ombra, nella sua orrenda magnificenza.

«Ma come hai... chi diavolo sei?» fu la mia prima reazione.

«Ciò che vuoi può essere avverato» sibilò l'essere, con fare sornione.

Gli sbuffai in faccia, ma al suo schiocco di dita sentii fluire dentro di me un'immane quantità d'energia intrinseca, sentivo di aver appena acquisito qualcosa di speciale, di straordinario.

Aprii il palmo della mano destra ed evocai una flebile fiamma d'energia, una minuscola parte in confronto a ciò che mi era stato donato.

Ad un prezzo. Caro, molto caro.

«Percepisco sentimenti contrastanti in te. Hai paura, sei entusiasta e pieno di rancore allo stesso tempo. Hai ottenuto ciò che volevi e sai benissimo che tutto questo dovrà essere compensato. Per tua fortuna però, ciò potrebbe conciliare con il rancore che serbi dentro di te. Il tuo senso d'inferiorità non ha più senso d'esistere, eppure lo provi ancora, come se chi ti circondava te l'avesse marchiato addosso. Puoi dimostrare che si sbagliano.»

«E se non volessi? Se ti riprendessi indietro questo potere e basta?»

«Mi spiace dirti che non puoi fare passi indietro, nemmeno se volessi. Dovrai agire, a breve.»

L'essere sollevò una mano e plasmò una visione di una città in fiamme, edifici trasformati in cumuli di macerie, jet militari che precipitavano ed io, io che camminavo inverosimilmente su un'immensa montagna di teschi, crani di individui argonidiani.

Poi, all'orizzonte, vidi un grande anello, il Grande Portale Iperspaziale.

«Cosa sta accadendo su Phanial?!» domandai sconvolto.

«Nulla, non ancora,» sorrise il mostro «ma accadrà, presto. Dovrai seguire dei passi, non puoi negarti, pena la morte. Accadrà comunque, anche se non agissi. Ma, facendolo, ti assicuro però che sopravvivrai a tutto questo, vivrai una nuova vita, migliore di questo scherno continuo.»

Sospirai per diversi duhidal. Metabolizzai a stento una rivelazione simile e fu ancora più difficile realizzare che ciò sarebbe avvenuto, in ogni caso.

Sorcerers Against - First SiegeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora