Nonostante Phantalosius fosse evidentemente preoccupato per la situazione dei propri figli e della loro missione insieme all'élite argonidiana, egli riusciva comunque a rimanere concentrato e determinato a fermare il mostro quale era Shadow.
Sentiva l'energia intrinseca irradiarsi costantemente e violentemente lungo il suo corpo, fino alla punta della propria lancia, mentre le sue iridi giallastre seguivano ogni singolo movimento o intenzione del brutale e pericoloso nemico. Per ogni secondo passava, considerava ogni singola mossa possibile, che fosse la sua o quella di chi gli stava davanti, ma teneva anche conto che ogni attimo perso, erano vite innocenti martoriate e minor possibilità di dar una mano ai propri figli.
Accanto al neo-sovrano argonidiano, si mise in guardia anche il responsabile Ellen, il quale aveva appena completato l'incantesimo - che impediva a Shadow di usufruire del Medaglione al fine di amplificare i propri poteri – e stava concentrando le proprie energie nelle mani, pronte a sferrare degli attacchi mortali.
«Giuro che quando tutto questo sarà finito mi costruirò un dannato martello elettrico, non ci tengo a combattere ancora a mani nude» borbottò Either.
«Sempre se ne usciamo vivi» mormorò l'altro con tono pacato.
«Penso che quel manipolo di giovani che hai spedito nello spazio sia stato alquanto fortunato... per ora» ghignò invece il mostro, rompendo la quiete e smettendo di osservare il cielo infuriato per puntare quelle iridi glaciali su i due argonidiani «Ma sono certo che troveranno di peggio.»
«Cosa intendi?!» sbraitò Phantalosius, ancora in cerca di risposte.
«Non vivrete abbastanza per saperlo» replicò beffardamente il mostro.
Tale arroganza innescò i due argonidiani, che partirono con un attacco diretto frontale, soddisfacendo a pieno le aspettative del mostro. Phantalosius strinse la presa sulla lancia e tentò un affondo, ma il nemico si scansò di lato, deviò la traiettoria dell'attacco e mandò lungo il sovrano, spingendolo poi via, quasi come se stesse danzando, con un attacco energetico a palmo aperto dritto sulla sua schiena. Tuttavia, ciò che si rivelò realmente sorprendente, fu la rapidità con cui il leader zubeliano riuscì a distogliere la propria attenzione per rispondere all'attacco di Either, che ricevette una gomitata in pieno volto e, con una giravolta, nell'attimo che seguì, un calcio all'addome, facendo schiantare l'argonidiano tra le macerie degli edifici, a qualche metro di distanza.
L'Imperatore Pries, stordito, si rialzò lentamente e, tra un colpo di tosse e l'altro, cercò di realizzare dove sia andato a finire lui, Either o Shadow. A causa della confusione, udiva i suoni in modo ovattato e successivamente barcollò vistosamente, quando un liquido caldo e fluido scivolò dalla fronte sull'occhio.
L'argonidiano andò a toccarsi istintivamente con le dita la ferita e, con un accenno della propria energia intrinseca, bloccò l'emorragia.
Negli istanti che seguirono, Phantalosius focalizzò il proprio sguardo e rintracciò la minaccia, che si stava dirigendo pericolosamente nei confronti di Ellen.
Quest'ultimo si tirò su da terra, ma non fece in tempo a rialzarsi che ricevette un pestone dallo Zubeliano, il quale richiamò una delle proprie lame presenti nel volto, pronta a trafiggere il responsabile dell'élite.
«Non avrei mai pensato che voi, ultimi superstiti di questa campagna... colonizzativa, sareste stati così resilienti. Meritereste una fine migliore, o una possibilità... se fosse stato possibile» commentò pacatamente il mostro, nascondendo all'ignaro Either le reali motivazioni di questo assedio da parte degli zubeliani, ovvero quello di una mera vendetta basata su eventi narrati in miti e fiabe che si raccontano ai bambini prima di andare a dormire.
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Sorcerers Against - First Siege
Science Fiction[SECONDO ATTO DELLA TRILOGIA] Indietro nel tempo, agli albori di una faida aliena. Un'Ombra su Argonida, araldo di una catastrofe imminente. Prima di poter guardare ancora avanti nel futuro, bisogna dare un ultimo sguardo al passato, sin da quando...