Diario dell'Imperatore Phantalosius.
Annotazione 147.
Sono passati ottanta lunghi hakt dall'invasione aliena. Phanial è tornata a prosperare e si è evoluta, progredendo tecnologicamente e a livello psicologico. Le nuove generazioni sono cresciute con buoni principi, onorando il sacrificio dei loro avi. Esplorando la Galassia, abbiamo scoperto che i sopravvissuti al genocidio di Shadow erano molti, molti di più di quanto pensassimo. Sono state portate loro nuove risorse e in poco tempo i portali che collegavano i vari pianeti sono stati ripristinati. Venti hakt fa, nelle periferie di Argonida abbiamo rinvenuto una fenditura spazio-temporale, probabilmente il luogo dal quale quella razza aliena è giunta sino a noi. L'abbiamo monitorata a lungo, è rimasta stabile e nessuno è apparso da essa. Cinque hakt fa si è dissolta, chiudendosi del tutto. Oggi è il gran giorno, il Gran Portale Iperspaziale è finalmente carico e pronto per compiere il primo viaggio intergalattico. Io e il Consigliere siamo euforici, lo sono anche Cyaner e Dutim, nonostante anche il loro ultimo parente della loro generazione se ne sia andato da poco tempo. Sono in gamba, possiamo farcela. Continuerò a scrivere le annotazioni ogni ottanta hakt, ogni volta che compiremo un viaggio intergalattico. Ho lasciato che il Consigliere Ellen desse un nome a questa missione di setacciamento della Galassia e ricerca in quel misterioso pianeta. L'ha voluta nominare "Operazione Atid".
Annotazione 24521
Sono migliaia di hakt che abbiamo smesso di cercare il Diario e il Medaglione, ormai vanno considerati come dispersi nel cosmo. Potremmo far a meno di essi. Giunti per l'ennesima volta su questo pianeta, abbiamo constatato come questa specie si possa essere evoluta tanto rapidamente, probabilmente a causa dei nostri esperimenti. A differenza di come li trovai per la prima volta con il mio predecessore, adesso camminano su due zampe; sono agili e scaltri, sanno cacciare, fare gruppo e confrontarsi. A differenza delle altre specie viventi su questo piccolo pianeta blu, non agiscono unicamente comandati dall'istinto, ma riescono a provare un qualcosa che ho visto soltanto in esseri viventi evoluti come noi: emozioni.
Circa un milione ed ottocentoventicinquemila hakt dopo l'Assedio di Phanial, trascorso un hakt dalla morte dell'Imperatore Phantalosius, il neo-sovrano Kstumtraw si trovava nel proprio studio del Palazzo Reale, seduto in modo scomposto su quel tavolo di legno massiccio, assorto nella lettura di quelle annotazioni che il padre aveva stilato nel corso della sua lunghissima esistenza, assimilandone quante più informazioni e comprendendo come fosse già a conoscenza della Terra ancor prima che Shadow invadesse Argonida, assistendo agli albori della civiltà con cui Kit ebbe a che fare l'hakt precedente.
La sua mente sfiorò per qualche momento il ricordo di quei due ragazzi umani e della determinazione che ebbero all'interno delle dimensioni distorte ed infine contro Shadow, nella sanguinosa battaglia avvenuta proprio in quel pianeta, dove perse suo fratello e suo padre, con cui si era appena ricongiunto.
Il sorriso scomparve dal volto del sovrano e riesumò il Medaglione, ora completo del Frammento della Stabilità, risultato dell'estremo sacrificio di Murwa, ponendoselo sul palmo della mano, perdendovi lo sguardo.
«Eh ehm» tossì una voce maschile, preceduta da un rintocco di nocche sulla porta, proveniente dalla soglia della stanza, che fece sussultare il sovrano, sconcentrandolo dal Manufatto ed osservando chi potesse essere.
L'argonidiano in questione era un giovane prestante dalla chioma scura tanto quanto la sua carnagione. Occhi verde smeraldo, labbra carnose e mento ben definito. Addosso indossava un uniforme che ricordava vagamente quella delle élite. I simboli caratteristici dovevano essere nascosti sotto i vestiti.
Kit fece finta di porsi composto e, comprendendo l'imbarazzo del sovrano, il ragazzo soffocò la propria risata in un lieve sorriso.
«Entra, entra pure. Non disturbi» fece Kstumtraw, con fare disinvolto.
Il giovane dalla pelle color ebano avanzò fino al tavolo del sovrano, fece un cenno di rispetto, ricambiato con un invito a sedersi.
«Io so chi sei, il ragazzo arrivato primo nella Graduatoria per diventare un membro del Nuovo Ordine di Saggi dell'Impero Argonidiano» gesticolò l'imperatore «ricordi molto il sottoscritto ai vecchi tempi, sai?»
Il giovane sorrise e con un timido "grazie" accettò le lusinghe del monarca.
«Signore, sono venuto per comunicarle che la cercano. In Accademia è giunta una trasmissione proveniente dalla base del sistema solare del pianeta su cui avete combattuto l'hakt scorso» si propose allora il giovane, incuriosendo il sovrano.
«Interessante. Dimmi pure.»
Il giovane aspirante saggio prese in mano quella piccola pila di fogli che si era portato appresso, ne sfogliò alcuni e, dopo aver dato un'occhiata, alzò la testa, rivolgendosi al sovrano.
«Due hemn fa, in quella base è giunta una zubeliana, si mostrò disarmata e innocua di intenzioni. Venne accolta e ricevuta dagli ufficiali che stazionavano in quell'avamposto. Alle domande che le fecero rispose che desiderava parlare con lei, l'Imperatore di Argonida. Ha detto di chiamarsi Generalessa Aetiskend, capo della Confederazione Zubeliana sorta dopo la caduta di Shadow.»

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Sorcerers Against - First Siege
Science Fiction[SECONDO ATTO DELLA TRILOGIA] Indietro nel tempo, agli albori di una faida aliena. Un'Ombra su Argonida, araldo di una catastrofe imminente. Prima di poter guardare ancora avanti nel futuro, bisogna dare un ultimo sguardo al passato, sin da quando...