Le onde sismiche provocate dal terraformer sembrarono arrestarsi, come il tempo sembrò rallentare, il suono che si accingeva ad ovattarsi e il fiato che si mozzava.
Quegli occhi verdi, gli stessi identici occhi dell'illusionista traditore del popolo argonidiano appena presentatosi all'élite, si dilatarono, divennero lucidi.
La ragazza dai capelli bianchi e arruffati quasi crollò al suolo, incapace di poter agire o reagire, a bocca aperta, disperata più di ogni altro.
«Kal» sussurrò, spezzando il silenzio che si stava trascinando da quando era giunta su Birim-Ri.
Il fratello non la sentì nemmeno. Dopo aver risposto a Cyaner, osservò i suoi vecchi compagni per qualche attimo, ma evitò di incrociare lo sguardo con sua sorella.
«Perché avete... hai... portato una cosa del genere qui, sul satellite di Phanial?» spezzò l'atmosfera Kstumtraw, con tono duro.
«Non è questo il mio compito» lo rispose Kal, spiazzandolo.
«Codardo!» urlò allora Iyses, che, in un attimo, dal palmo della propria mano, deflagrò un colpo energetico, il quale andò a colpire in pieno petto l'argonidiano incappucciato.
Kal si portò le mani al petto e cadde in ginocchio, poi a terra, agonizzante.
«NO!» sbottò infine Wary, esplodendo in un pianto e strisciando verso il corpo di Kal, che si disgregò in una fiammata a causa di quel colpo.
«COSA HAI FATTO?! CHE DIAVOLO HAI FATTO A KAL?!» guaì furibonda la sorella, inveendo verso Iyses.
«Calma, calma» la soccorse Kit. Tuttavia, non appena quest'ultimo le si avvicinò, lei lo scalciò via con un impulso energetico, andando a rimbalzare alla parete di quella stanza.
Il giovane principe si tirò su, guardando incredulo la propria compagna.
«ERA MIO FRATELLO! LA MIA UNICA FAMIGLIA!» continuò Wary, rialzandosi in piedi, stringendo i pugni ed incanalando la propria energia su di essi, mentre i suoi simboli fucsia caratteristici presenti sulla fronte e in parte dello zigomo destro si stavano infiammando.
«Non ti rendi conto? Non è più il nostro Kal! Il tuo Kal!» controbatté l'argonidiana dalla chioma rossa, aggrottando le sopracciglia.
«Rimane sempre il sangue del mio sangue» concluse l'altra, che si accinse ad aggredire Iyses, ma che si bloccò all'ultimo momento quando notò quello che le stava iniziando ad accadere intorno.
L'intera realtà circostante sembrò dissolversi come polvere. Il laboratorio iniziò ad apparire ancora più appariscente di quanto potesse essere già. Il terraformer era collocato al di fuori del locale e non all'interno come in precedenza. Le tute dell'élite scomparvero, lasciandoli con in dosso le loro suit d'ordinanza.
I sei si guardarono intorno e si posero in guardia, percependo una minaccia in arrivo.
«La sto perdendo, fratello» sussurrò Kit a suo fratello, ancora sconvolto per la reazione ricevuta dalla sua amata.
«Non preoccuparti, non ce l'ha con te» sibilò Murwa «E poi...Wary!»
La ragazza si voltò verso il principe, ancora con gli occhi lucidi, i simboli in fiamme, le guance solcate dalle lacrime salate e l'espressione iraconda.
«Puoi stare tranquilla. Tuo fratello è un illusionista» affermò Master.
La ragazza non fece in tempo a rimanere sorpresa da quella frase rivelatrice, o meglio, rimembratrice, che apparvero quattro individui della stessa statura degli argonidiani, ma dall'aspetto decisamente più mostruoso, con dei simboli zig-zaganti presenti lungo le braccia e le gambe, che si avventarono dal nulla verso Dutim ed Iyses, facendole indietreggiare di qualche metro.
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Sorcerers Against - First Siege
Science Fiction[SECONDO ATTO DELLA TRILOGIA] Indietro nel tempo, agli albori di una faida aliena. Un'Ombra su Argonida, araldo di una catastrofe imminente. Prima di poter guardare ancora avanti nel futuro, bisogna dare un ultimo sguardo al passato, sin da quando...