Nel bel mezzo di una tempesta di proiettili luminosi, un gruppo di jet sfrecciava ed eseguiva acrobazie, schivando le raffiche nemiche ed infliggendone altrettante. Da esse poteva notarsi la distruzione presente in cielo, che siano scontri fra veivoli o tra singoli soldati, ma anche quella presente a terra, dalla quale provenne un enorme e pericolosissimo fascio d'energia, finito poi oltre l'atmosfera.
Era da una di quelle navette argonidiane che il pilota aveva notato una serie di navi zubeliane allontanarsi dalla battaglia e dirigersi verso il satellite phanialano, per poi contattare ed informare il neo-sovrano e la Mente Centrale dell'accaduto.
«Birim-Ri?» interrogò una voce affaticata proveniente dalla comunicazione radio del jet.
«Esattamente, signore» continuò il pilota, mentre si destreggiava in cielo, in bilico fra la gloria e la morte.
«Ma non c'è niente lì, se non qualche base argonidiana abbandonata!» esclamò la voce del sovrano.
«Proprio per questo ho voluto allarmare questo avvistamento.»
«Ha ragione, la cosa è sospetta. Avete modo di inseguirli?» chiese allora il sovrano.
♦◊♦
Giù, fra le strade della devastata capitale del Pianeta Madre, vi era da un lato il leader nemico, Shadow, con il suo sguardo glaciale e mostruoso; dall'altro l'élite argonidiana e il suo nuovo sovrano, intento a comunicare con un pilota della flotta.
«Signore, è impossibile, il nemico ha generato un fuoco di sbarram-» fece la voce, per poi interrompersi all'improvviso.
Pries volse per un attimo i suoi occhi dall'iride giallognola verso l'alto, notando l'ennesima navicella esplodere al proiettile di troppo.
Lassù non vi è alcuna soluzione, pensò l'imperatore, stringendo i denti e scrutando il nemico che gli era davanti.
«Beh, cos'hai? La stanchezza ti paralizza?» lo istigò il mostro.
«Zitto!» urlò l'altro.
«Come osi» grugnì il mostro, che si gettò nuovamente all'attacco, evocando una lama energetica, dello stesso colore glaciale dei propri simboli zig-zaganti, da quella del proprio volto, colpendo con vigore l'argonidiano, che si difese però con la lancia energetica, estratta all'ultimo istante.
«Sì, oso» mormorò Pries, scambiando il proprio sguardo torvo con quello ravvicinato e brutale dello zubeliano.
«Non per molto» ghignò l'essere, che ci accinse a colpire l'avversario con la coda, ma quest'ultimo, più rapido nei tempi d'azione, gli rifilò un calcio allo stomaco, spingendo nuovamente Shadow ad una certa distanza.
«Ragazzi, élite, la flotta non può raggiungere il satellite o finirebbe per suicidarsi. Dovrete pensarci voi» affermò Phantalosius, con tono risoluto.
«Ma Signore, come pensa-» parlò Ellen, che venne subito interrotto dal sovrano «Tu resti con me, i ragazzi andranno su Birim-Ri, possono farcela, ne sono in grado.»
«Padre...» sussurrò Kstumtraw, udendo quelle parole.
«ANDATE! ORA! PRIMA CHE SUCCEDA QUALCOSA DI IRREPARABILE!» li urlò il sovrano, esortandoli a partire immediatamente.
«Che il fato ti sia favorevole, padre» lo benedì Master, prima di spiccare il volo.
«Anche a voi, figli miei. Fate attenzione» lo rispose con pacatezza Phantalosius.
«Partiamo!» fece Kit, incitando gli altri.
Le sei élite si accinsero a volar via, ma un'ombra bloccò di netto le loro intenzioni.
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Sorcerers Against - First Siege
Science Fiction[SECONDO ATTO DELLA TRILOGIA] Indietro nel tempo, agli albori di una faida aliena. Un'Ombra su Argonida, araldo di una catastrofe imminente. Prima di poter guardare ancora avanti nel futuro, bisogna dare un ultimo sguardo al passato, sin da quando...