Kasumi emerse dall'acqua putrida del fossato, prendendo un respiro silenzioso e pieno. Gli abiti grondanti trascinavano gli arti come catene verso la pesantezza del fango: non avrebbe ceduto alle tenebre che tiravano il suo corpo verso il fondo.
Toccò i mattoni irregolari, cercando un varco tra le scanalature, ed estrasse i due lunghi uncini dall'obi. Una coppia di pugnali sai sarebbe servita meglio allo scopo, ma il tempo per procurarsi l'equipaggiamento era stato poco. Ciò che aveva potuto sottrarre da uno sbadato maniscalco le sarebbe dovuto bastare.
Quando conficcò la punta metallica nella fenditura, la voce le solleticò l'orecchio.
«Basterebbe che me lo chiedessi con gentilezza, lo sai. Il mio fuoco fatuo ti porterebbe nella stanza in cui tengono prigioniero il tuo prezioso sensei, e non ci sarebbe alcuno spargimento di sangue.»
Una brezza leggera le accarezzò il viso. Kasumi represse un brivido, ignorò il muso bianco della kitsune, che le fluttuava accanto.
. «Il tuo aiuto arriva a un prezzo troppo alto» sibilò. Ecco, il secondo uncino aveva trovato un punto morbido in cui affondare, spezzando il muro di muschio che si era condotto tra i mattoni.Mumei sospirò rumorosamente. A quel punto, avrebbe potuto iniziare a gridare a pieni polmoni, per il solo gusto di allarmare le guardie e farla infilzare dalle loro frecce. Kasumi non aveva modo di fermarla, se avesse desiderato farlo. Poteva soltanto cercare un solido appoggio per i piedi, e iniziare la sua scalata.
«Non capisco perché vi ostiniate a non credermi» Lo spirito-volpe le danzò intorno, in nastro di fumo bianco. «Sono sincera, quando dico che voglio aiutarvi a salvare Minami. Se ci pensi, non ho fatto altro, finora.»
«Uccidendo persone innocenti lungo il tragitto, per il tuo puro divertimento» ringhiò Kasumi. Doveva usare quella rabbia, metterla nel prossimo sforzo. Staccare l'uncino dalla fenditura, trovarne un'altra un poco più in alto, agganciarlo ancora. Cercare col piede un appoggio solido, sollevarsi: e di nuovo, lentamente, per non spezzare il cupo silenzio della notte.
«Oh. È quello che vi turba tanto.» Gli occhi d'ambra le si pararono davanti; Kasumi si immobilizzò, trattenendo dietro ai denti un grido di frustrazione quando vide il muso della volpe farsi così vicino da toccarle il naso con il proprio, umido e nero. «Se non mi aveste trascurata così tanto, non avrei dovuto trovare altri giocattoli. Perché non riuscite a vederlo? Io vi amo, Kasumi-chan. Amo te, Hiroshi, e anche quel monaco sgangherato.»
«Hai giurato che lo ucciderai tra terribili sofferenze.»
«E in che modo questo invalida ciò che ho appena detto?» Un atroce sorriso incurvò le labbra nere. «Se solo avessi idea, Kasumi-chan, di tutto ciò che ho fatto in passato per poterlo incontrare. Se sapessi quanto di me stessa ho distrutto, per arrivare all'appuntamento con il tuo sensei e con il nostro destino. Gli riserverò la morte di un vero samurai, in nome di ciò che è stato e di quello che sarà. Lascerà questo mondo come l'eroe che è sempre stato, dentro al suo cuore. Non sei felice di questo?»
Le dita tremarono intorno all'uncino. Sarebbe bastato così poco. Doveva soltanto estrarre la punta acuminata, e abbatterla sullo yōkai. Ma la sua sostanza impalpabile si sarebbe disfatta in una risata, mentre Kasumi perdeva l'equilibrio e ripiombava nel fossato, rischiando le ossa, forse la vita. E chi avrebbe salvato sensei, allora? Scosse il capo, agganciò una nuova fessura del muro, conquistò un'altra spanna verso l'alto.
«Dunque, è questa la tua risposta? Vuoi fare tutto da sola?»
«Salverò sensei.» Un altro sforzo. Altre due spanne più vicina al suo obiettivo. «Dai soldati, e da te.»
Il nastro di fumo bianco l'attraversò, lasciandole nello stomaco la sgradevole sensazione di una carezza ghiacciata.
«E sia, ragazzina. Ma ricorda. Ti avevo dato la possibilità di chiudere tutto senza spargimento di sangue: quello che accadrà da qui in poi è stata una tua scelta.»
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Fiore di Fuoco (#3 I Samurai della Spada Bianca)
FantasyVOLUME TRE Seguendo la sfida crudele di una kitsune, l'ex samurai Eito e i suoi discepoli trovano sul loro cammino Otoha del clan Akagawa. In un'altra vita, la ragazza sarebbe stata Minami, figlia di Eito, famosa nel vicinato per la sua bellezza fo...