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Lottie
Pensare così tanto a Steven la notte passata non mi ha aiutata a dormire sonni tranquilli.
Non ho fatto che sognarlo per tutta la sera, o sarebbero più corretto dire che non ho smesso un attimo di rivivere i ricordi che ho di noi.
«Lottie!».
Perfetto, ci mancava solo di vederlo materializzarsi di fronte a me.
«Buongiorno» sorride poco prima di poggiare lo zaino ed i libri sopra il suo banco, sfortunatamente non troppi lontano dal mio.
«'Giorno» bofonchio sprezzante.
Mi sento arrabbiata.
So che concretamente non ha fatto nulla, ma averlo costantemente in testa da ieri sera, mi irrita.
«Ti vedo un po' pallida. È tutto okay?».
Certo, ed io ora dovrei credere a questo suo repentino cambio di  comportamento?
Mi ha preso per una scema?
Anche se, effettivamente non mi sento per nulla bene oggí.
Mi sento come... Mi sento così pesante.
«Lottie? Ehi, Lott-!».
Le palpebre si serrano nello stesso attimo in cui vedo Steven precipitarmisi  contro con fare preoccupato.
Maledetto ciclo!
Lo sapevo, sarebbe stato meglio se fossi rimasta a casa.

«Finalmente dormigliona» sussura l'inconfondibile e rassicurante voce del mio migliore amico.
Il mio... Ex migliore amico.
«Non perdi mai il vizio di farmi prendere certi spaventi» continua tranquillo.
Già, ho sempre avuto problemi di bassa pressione durante il ciclo.
Siede sulla sedia rossa che affianca il mio letto.
Lo osservo con la coda dell'occhio.
Per un attimo rivivo i giorni passati, un giorno in questione si sparaflesha sulla mia mente.
Infermieria, esattamente come ora.
Io sul lettino, lui al mio fianco, proprio come lo è adesso.
Il mio più caro amico che mi stringe la mano, io che spero non doverla lasciare mai...
Cosa che alla fine non si è realizzata.
Questo è solo un ricordo, non ha nulla a che vedere con la realtà.
«Tieni. La vecchia mi ha detto di darti queste» dice in un sussurro, preoccupato forse che l'anziana infermiera della nostra scuola, possa apparire da dietro la tenda da un momento all'altro.
Riempie il bicchiere in plastica sopra il comò, aprendo una delle piccole pastiglie dalla carta argentea e plastificata.
Provo a sedermi, ma un leggero capogiro me lo impedisce.
«Aspetta, ti aiuto».
Detesto l'attimo in cui il mio cuore sussulta per il suo tocco sulla mia schiena.
Con estrema cautela e delicatezza alza il mio busto così da permettermi di ingerire e bere senza soffocare.
«Grazie» mormoro, cercando con tutte le mie forze di non svelare il mio imbarazzo attuale.
Non voglio che veda altre parti deboli del mio essere.
«Figurati. Vuoi che ti riaccompagni a casa? Non credo tu possa trarre profitto scolastico in queste condizioni».
Non sbaglia, ma l'idea di salire in moto con lui mi disturba.
Ma so per certo che non riuscirei a fare nemmeno un passo dalla fermata del bus a casa mia, sebbene disti solo poche centinaia di metri.
«Come non detto. Scordavo che-» «Che cosa? Non sono così infantile da non accettare per quel che è successo in passato.
Quindi accetto».
Oh, lo sono eccome!
Accidenti a me e al mio stupido orgoglio.
Lo vedo inizialmente sorpreso, poi in volto gli si forma un enorme sorriso.
«Davvero!?».
Annuisco, non sapendo bene come reagire alla sua improvvisa gioia.
«D'accordo. Vado a prendere gli zaini in classe e torno».
Detto questo si alza frettoloso, per poi sparire dietro il suono sordo della porta dell'infermieria.

Buongiorno cari lettori 😊✨
Vi informo che farò del mio meglio per aggiornare almeno un capitolo al giorno di "S.C.S". Inoltre vi annuncio che è stata aperta la seconda lista per le iscrizioni al concorso "La Penna a Voi", ma soprattutto che ho iniziato un nuovo progetto, che per svilupparsi avrà letteralmente bisogno di voi ("Un'inimmaginabile Storia"). Creeremo insieme una storia da zero. Esatto, avete capito bene 📚😍
Spero possa divertirvi questa novità. Io personalmente non vedo l'ora di cominciare.
Vi aspetto!

Eileen 😳

Per una Semplice Cifra SbagliataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora