Cap 50

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"A Los Angeles, per quattro giorni ? " Daniel era seduto accanto a me sul suo letto, con il naso arrossato e gli occhi lucidi per colpa della febbre. Jack stava anche peggio, non riusciva ad alzarsi dal letto, ne a tenere gli occhi aperti per più di cinque minuti.

Ero appena arrivata a casa loro e Zayn era appena andato via, adesso gli stavo raccontando ciò che, poco prima, lui aveva detto a me. 

"Una volta ho visto quello show in televisione, tutti vestiti bene, eleganti o succinti, dovrai vestirti anche tu così ? "

Mi chiese il biondo starnutendo un paio di volte prima di riuscire a finire la frase, sorrisi appena scuotendo la testa "Spero proprio di no " 

" Beh, è una città bellissima, ti divertirai vedrai "  Daniel cercò di rassicurarmi passando un braccio attorno alle mie spalle. 
"Oh si, mi divertirò un sacco in mezzo a tutte quelle celebrità " .
Non impazzivo affatto per quella situazione. Trovarmi accanto a persone che non conoscevo , che avevo visto solo in televisione o su cartelloni pubblicitari,  tutti così belli, così perfetti. 
E poi tra tutta quella popolarità ci sarei stata io, pronta a cadere e a rotolare su qualunque superficie disponibile.

"Moretta, falla finita. " Jack tirò fuori la testa dalle coperti posando il suo sguardo su me e Daniel, che eravamo seduti sul letto difronte al suo. " Lo sai che starai benissimo con qualunque vestito,quindi smettila di autocompatirti " .

  Arricciai il naso alle sue parole abbassando lo sguardo sulle mie scarpe. 
Jack colpiva sempre i tasti sbagliati, quelli più dolenti che però erano in grado di farmi comprendere quanto, in così poco tempo, fosse riuscito a conoscermi . 
Quella frase non era premurosa, non era stata detta con tono gentile, era tutt'altro. 
Jack teneva a me, ma certe volte non si rendeva conto, di quanto, le sue parole potessero nuocere a chi le ascoltasse.
Non era mai stato un ragazzo delicato, lo avevo capito dal primo momento, era scontroso si, ma nei suoi gesti non c'era mai cattiveria. 
Con quella frase intendeva dirmi di smetterla di fare la vittima, ma anche di avere un po' più di fiducia in me stessa, probabilmente.

"Capito ? " mi chiese il biondo, quando si rese conto che non avevo intenzione di pronunciare neanche una sillaba sul suo intervento. Annuì semplicemente evitando di tornare sull'argomento .

I giorni successivi,quelli prima della partenza, li passai con David. 
E mi fece bene, davvero bene. Perché con lui riuscivo ad essere sempre me stessa,  riusciva  a tirarmi su il morale quando ero triste, o a piangere con me quando proprio non ne volevo sapere di stare meglio. 
Perché lui, era riuscito a comprendere quasi ogni mio movimento ed ogni mio sguardo, ed infatti non c'era stato bisogni di dire nulla riguardo alla partenza e al mio stato d'animo. Fosse stato per lui probabilmente mi avrebbe anche accompagnata. 
Ma sarebbe stato solo un problema in più per Zayn, ed in quei giorni era talmente agitato che era difficile parlarci. 
Quindi, io e David avevamo bevuto, ballato e scherzato. Ma, adesso in un battito di ciglia, io e Zayn eravamo a bordo di un lussuosissimo aereo diretti nella città degli angeli.

"Bella, non serve stringerla così tanto " la voce di Zayn mi richiamò,  alzai il viso guardandolo. "Si che serve, e faresti meglio ad allacciarla anche tu "
Affermai decisa, le cinture di sicurezza esistevano per un motivo no? 

"Siamo partiti da un quarto d'ora ormai, non sono così necessarie " continuò lui, con la sua voce calme e pacata. "Quella vocetta che dice 'prego, adesso potete slacciare le cinture' servirà pur a qualcosa no? " aggiunse non contento .

Sbuffai incrociando le braccia al petto "Servono in caso di incidenti, tubolenze, precipitazioni e via così " cercai di convincerlo, sventolandogli davanti un sacchetto per il vomito " Se puoi assicurarmi nella maniera più assoluta che non ci accadrà niente, allora la slaccio " aggiunsi, con tono altezzoso, lui roteo gli occhi rassegnandosi.
Il destino era qualcosa di mistico ed incredibile, per quel che ne sapevamo saremmo anche potuti morire in quel preciso momento.  

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