Punti di vista

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"Io non lo so come sei fatta. Ti capita il meglio di quella serata e tu che fai? Lo ignori, scappi e ti fai a piedi quasi tre chilometri per tornare a casa. Tu rimarrai zitella se continui così". Disse Elena all'amica mentre passeggiavano per il centro. 

"Se quel tizio era la cosa migliore della serata, io sono la nuova erede al trono d'Inghilterra, ma per piacere Elena, era...". Il suono di un clacson la fece sobbalzare. 

"Ciao, vuoi un passaggio?". Una voce maschile raggiunse l'orecchio di Annalisa portandola a rabbrividire, non osava guardare dentro l'automobile, per vedere se quella voce  proveniva proprio dal volto che le saltò in mente. 

Elena ebbe un attimo di sgomento: come diavolo può piacere Annalisa a un tizio del genere? E' sprecato per lei, porca miseria! Rimuginò nella testa mentre osservava la scena che li vedeva protagonisti. 

"No, grazie". Rispose secca Annalisa senza soffermarsi più di tanto nel guardarlo. 

"Beh faccio progressi però, ancora non sei scappata a gambe levate come l'altra sera". Replicò Marzio portando il corpo sul sedile affianco al conducente.

Elena trattenne a malapena una chiassosa risata: le sembrò evidente che la sua amica sarebbe passata alla storia per quella figuraccia fatta con Marzio. Annalisa, invece, fece finta di non aver inteso l'ironia che si nascondeva dietro a quelle parole: sii superiore Annalisa e non abbassarti al suo livello, che su di lui ci sarebbe da dire, eh altro che se ci sarebbe da dire!  

"Mi viene un  dubbio però: sei muta o hai il dono della parola?". Domandò Marzio senza perdere il suo sferzante gusto ironico. 

Annalisa si voltò di scatto fulminandolo con gli occhi.

"E tu non sai fare niente di meglio che importunare?". Rispose con un leggero tono di rabbia.

Quel tizio non lo sopportava proprio e mal digeriva le sue ironiche frasi che erano mirate a farla sentire stupida. 

Stupida lo sei se continui a dargli peso a quelle parole, è solo un povero vanitoso sfacciato, lascialo perde Annalisa. Si ripeteva nella testa mentre fissava i suoi occhi castani e profondi. Però, cavolo, quanto è bello e che fascino quella faccia da schiaffi? Oh signore! Che fai Annalisa? Da quel tizio devi stare alla larga, hanno tutte una pessima reputazione quelle che si sono accostate a lui, ricordatelo e fila a casa! Non fece in tempo a pensarlo che si ritrovò la portiera aperta della macchina a due centimetri dal suo corpo e come se fosse ipnotizzata dal suo modo di guardarla salì in automatico. 

Marzio sorrise soddisfatto mentre Annalisa incominciò a domandarsi che cavolo ci faceva in quell'auto con lui. Marzio, infatti, era partito al volo senza darle neanche il tempo di ripensarci, aveva quasi sgommato non appena si era chiusa la portiera. Elena li vide sfrecciare lungo la strada asfaltata e rimase lì sentendosi, per una volta, una cretina patentata. Ancora non riusciva a capire che ci trovasse Marzio in una santarellina come Annalisa, che cosa sperava di ricavare da una come lei, incapace di godersi la vita? Proprio non lo concepiva.

Annalisa aveva gli occhi bassi verso il tappetino e fissava i suoi piedi. Non avevano niente di interessante, o affascinante, ma era sempre meglio che guardare lui e rischiare di arrossire. Marzio le aveva chiesto dove abitasse e apprese tutte le informazioni necessarie si era avviato verso la sua dimora. A parte la piccola devianza che fece a uno degli incroci. 

"Guarda che hai sbagliato. Casa mia è dall'altra parte, dovevi girare a destra". Puntualizzò Annalisa non appena si rese conto dove stavano andando. 

"Lo so, tranquilla. So perfettamente dove si trova la strada in cui abiti, ho fatto solo una piccola deviazione, così ci conosciamo meglio no?". Nel dirlo gli posò una mano su una coscia. 

Questione di pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora