Il rientro da Roma...

2.8K 117 9
                                    

Nonna Esmeralda varcò la soglia della casa del figlio con tutta la sua innata allegria che la contraddistingueva.

"Buon dì a tutti!", ma davanti si ritrovò la faccia seria, e alquanto incavolata, del figlio, mentre Elsa, seduta sul divano, la guardava con aria di sufficienza.

"Sempre allegri, frizzanti, a quanto vedo...se vi dovessero vedere Tristezza e Rabbia di Inside Out rischiamo che vi cedano il posto, in compenso la mia Disgusto sta avendo la meglio nel vedervi".

Elsa alzò gli occhi al cielo e poi commentò:

"Alla tua età vedi ancora i cartoni?".

"Sempre meglio che fare da suppellettile sopra un divano a meno di cinquantanni". Rispose Esmeralda fissando la nuora con ironia.

"Bando alle chiacchiere e dimmi: dove sta mia figlia?". Federico mostrò il polso duro.

"Oh la stellina della nonna, questa mattina era così raggiante, felice che si sia sistemato tutto". Rispose Esmeralda.

"Non hai risposto alla domanda Esmeralda, dove sta Annalisa?", replicò Elsa con durezza.

"Ma sì che ho risposto. Ho detto che è tutto sistemato, quindi dove vuoi che stia?", guardò la nuora stupita.

"Non posso crederci...la porti a Roma contro il nostro volere e la lasci in mano a quello lì". Rispose suo figlio inferocito.

"Beh vorrei vedere e che la riportavo a fare qui? A guardare te e tua moglie...un documentario sulle marmotte risulterebbe più interessante! E poi...l'ho lasciata con il fidanzato mica con un estraneo, è in ottime mani, garantisco io...ma è inutile che parlo con voi due...se non fosse per il fatto che bisogna andare a dormire a una certa, vi scordereste dell'esistenza del letto!". Commentò senza merletti Esmeralda.

"Oh signore! Che mi tocca sentire, è inaudito!", Elsa si alzò dal divano guardando il marito.

"Eh vedi...tua moglie si scandalizza anche se solo sfiora l'argomento per vie alterne. Menomale che tuo padre non ha fatto in tempo ad assistere a tutto questo", replicò alla nuora però guardando il figlio.

"Se ci fosse ancora papà, adesso te ne direb...", la madre sovrappose la sua voce squillante.

"Cosa direbbe? Che sono matta? Che sono impazzita, come dice tua moglie? Lei, invece, che l'ha messa sotto formalina dopo l'ultimo figlio si sente normale...e vorrebbe far fare alla figlia la stessa fine...ma per piacere". Esmeralda non ne poté più, da anni mandava giù bocconi amari per via della nuora.

"Chiedi scusa a mia moglie, adesso, mamma". Federico alzò lievemente la voce.

"Ma non ci penso nemmeno, dovrebbe lei chiedere scusa, ma non a me, ma a te! E se ci fosse tuo padre sai che direbbe? Che sei un imbecille, ecco che direbbe...ti sei fatto mettere sotto da questa mezza tacca di femmina, che pur di accontentare il padre, quel vecchio brontolone, ti ha conosciuto che eri un uomo e ti ha ridotto alla stregua di uno zerbino!".

"Mamma! Smettila subito, io lo sapevo, appena ti ho vista entrare da quella porta che avresti seminato guai, perchè sai fare solo quello".

"Veramente il guaio l'hai combinato tu per ascoltare lei e quello che ti inculca nella testa da anni! Tu...mio figlio, quello che andava in giro a difendere l'amore libero, quello che faceva le occupazioni per i disagiati, per i lavoratori, quello che scendeva in piazza per il divorzio...eccoti, guardati...ora ti scandalizzi se tua figlia si gode la vita...arrivi a darle un ceffone per un niente, come se tu non ti fossi mai ribellato a noi quando avevi la sua età, come se tu non hai mai osato fare come ti pare. Io casomai il guaio l'ho risolto, che tua figlia stava sull'orlo della depressione, ma che vi importa a voi due? L'importante è salvare la faccia davanti agli altri...dovreste vergognarvi. Quella povera creatura disperata e voi due qui, a festeggiare, che vi eravate liberati di lui...e non dirmi che non è vero perché Annalisa vi ha sentito con le sue orecchie per questo che mi ha chiamato!". Esmeralda sbottò come se fosse il Vesuvio quel giorno che seppellì Pompei.

"Ero un ragazzo mamma, smettila! Poi si cresce, non hanno tutti la sindrome di Peter Pan come te". Ribattè Federico.

"Il crescere non è sinonimo di perdita della personalità, o di incapacità di vivere, mio caro, dovrebbe solo essere sinonimo di maturità! E quella, mi dispiace per voi, io la possiedo tutta! Piacerebbe a tua moglie che fossi rincoglionita come i suoi genitori: una vita tra casa e chiesa! Che chiedono oggi, nel 2018, a una ragazza di vent'anni di arrivare vergine al matrimonio, come se fossimo ancora nel 1930...io non ho la Sindrome di Peter Pan, mio caro, io il mondo me lo vivo e non lo sto a guardare soltanto come tua moglie e te! Fidanzamento in casa con prospettiva di matrimonio...quando Annalisa me lo ha raccontato non volevo crederci...li avete costretti a fidanzarsi in casa e perchè poi? Per farlo scappare? Per farli lasciare, perché a voi non piace...lo dovete sposare voi, starci voi e non lei. Beh rassegnatevi...perchè quei due si amano, fanno sul serio e spero che Annalisa sia furba e non faccia come tua moglie per accontentare voi, spero che si tenga quel gran pezzo di Marcantonio così com'è, così eviterà di fare la vostra fine. Due mummie in salmì!". Si mosse con forza passando di fianco al figlio per salire le scale.

"Non le piace alla signora il Marcantonio...è troppo uomo, meglio il marito...che lo ha ridotto, come ho detto a vostra figlia, a un criceto da compagnia! Ma per carità...che si tenga il maschio, che la vita è breve, è bella e se la deve godere...fuori e dentro al letto!".

Chiuse la porta della camera lasciando il figlio e la nuora sbigottiti in fondo alle scale. Elsa non mostrò segni di offesa, in quanto giudicava sua suocera completamente fuori di testa. Federico, invece, rimase per un attimo a guardare la porta dietro alla quale sua madre era sparita. La sentiva borbottare ancora, seppur le parole non gli arrivavano limpide. 

Se per Elsa fu solo la sfuriata di una pazza senile, per suo marito il rimbombò non passò inosservato, anzi ci pensò...ci pensò tutta la notte.


Questione di pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora