Tutto ha un prezzo, anche la normalità

4.3K 134 14
                                    

Marzio si guardava allo specchio soddisfatto del risultato ottenuto, mostrava il suo ghigno  sorridente e, per una volta nella vita, accarezzava quell'estenuante sensazione di nervoso addosso: gli ci volle un bel po' per ammettere a se stesso che tale nervosismo proveniva dall'uscita ufficiale che lo attendeva. 

La sua personalità, molto incline alla sincerità più spudorata e a una visione della vita molto più semplice, gli aveva fornito, nel corso degli anni, quella capacità innata di avvertire in anticipo le reazioni degli altri, specie se quest'ultimi appartenevano alla schiera dei suoi famigliari e amici di sempre. 

In testa gli rimbombavano già le voci e quello che avrebbero detto nel vederlo uscire per il paese con Annalisa. 

Ti sei fatto infinocchiare come un pivello da quella ragazzina...la voce di Elio gli arrivò in mente. Il suo fratellino era prevedibile come se possedesse il dono della veggenza, del resto Stefano, di poco più piccolo di Elio, non era da meno. 

Si direbbe che hai perso la scommessa fratellone, guarda come ti sei ridotto: fai da zerbino a una santarellina...

Riusciva quasi a visualizzare le movenze dei loro volti mentre riecheggiavano nella sua mente. 

Sua madre si sarebbe mostrava altezzosa e poco incline ad abbracciare la novità: era ben cosciente di quanto sua madre lo considerasse una causa persa. Per non parlare di suo padre, colui che conosceva solo numeri e dichiarazioni dei redditi. Si fermò per un attimo osservandosi allo specchio notando il cambio repentino della sua faccia. Suo padre gli faceva questo effetto, lo rendeva cupo e riusciva sempre, anche al solo pensarlo, a togliergli il sorriso dal volto. Quell'uomo lo aveva trascinato in un mondo che non sentiva suo, ma di cui non poteva fare a meno per campare, e osteggiare, i vizi acquisiti nel tempo. Era colpa sua se aveva intrapreso quella strada di perdizione totale: in qualche modo i vuoti che ti porti dentro, l'insoddisfazione di ciò che vivi, li devi colmare e Marzio aveva riempito il bicchiere vuoto dell'anima con il sesso, il piacere, la trasgressione: tutte emozioni forti che lo facevano sentire in qualche modo vivo e che lo proiettavano nella mancanza di controllo, almeno da parte del padre. 

Quest'ultimo era poco interessato a come i figlioli vivessero la propria vita, gli interessava solo che riportassero più soldi possibili e che si mantenessero da soli. Gli aveva organizzato tutto e reso facile tutto: dalla scuola privata a pagamento, dove l'essere bocciati era praticamente impossibile grazie all'influenza massiccia dei soldi di papà, al lavoro già pronto dopo il diploma, fino alla laurea da lui stabilita: economia e commercio. I figlioli dovevano, senza nessuna possibilità di rinunciarvi, seguire le orme del padre. Fu così che Marzio finì per incasellare numeri in partita doppia prima e poi dichiarazioni dei redditi dopo, chiuso in quattro mura d'ufficio alle dipendenze dello studio del padre: una famiglia di commercialisti, dove i soldi non erano mai mancati, ma l'amore tra di loro, e per gli altri, era stato sostituito da vizi, bevute e trasgressioni continue. 

Marzio ne aveva combinate di cotte e di crude in quegli anni, specie in ambito sesso, aveva talmente sperimentato tutto, fatto tutto, possedendo vizi a gogo uno dietro l'altro, che ora, la normalità, gli sembrava la trasgressione più grande che potesse compiere. La verità più seducente che accarezzò il suo animo, nel ripercorrere il messaggio ricevuto da Annalisa, quella sensazione magica nel leggere che lo avrebbe aspettato alle nove, in piazza, davanti a tutti, l'intero paese sarebbe sceso lì a festeggiare e lei, la santarellina, lo avrebbe aspettato a viso scoperto. Si sarebbe gettata nella fossa dei leoni per lui, per stare con lui...cominciò a crederci di potersi salvare da quella vita di peccati senza limite. 

E se fosse lei...la mia anima gemella? Lei che sembra completarmi, che ha quella semplicità che mi disarma...lei, la normalità mai avuta. 

L'idea di fare coppia fissa, e ufficiale, non gli dispiaceva affatto, tanto che aveva persino annotato, con un promemoria sul cellulare, le settimane in cui si erano visti, cercati e trovati. Erano già trascorsi tre mesi: un record da primato per lui, qualcosa di mai sperato, di solito al suo fianco le donne campavano poche ore, o al massimo due giorni se erano proprio fighe da urlo...eh sì, aveva anche avuto qualche storiella andata più in là, ma sempre roba molto futile e di poco conto, della durata massima di una settimana, o al massimo due. 

Tre mesi...ripensò sorridendo e uscendo dalla stanza. 

"Dove stai andando a fare danni, conciato in quel modo?", gli domandò sua madre non appena lo vide. 

"Dove vado sono affari miei e lo sono anche i danni che eventualmente metto in atto. Di che ti preoccupi? Se mai combinassi qualcosa è me che vengono a cercare e non te". Replicò secco e senza tanto girarci intorno. 

Sua madre la sopportava poco, la vedeva come una figa dedita alla bella vita e che ogni tanto si ricordava di essere anche una madre, ma solo quando c'era qualcosa da rimproverare o che non le garbava, mai per altri motivi. 

"E' te che vengono a cercare, ma si riflette sul buon nome della famiglia e siccome hai già contribuito abbastanza Marzio nel rovinarlo, per favore, smettila con questa assurda idea". Ribatté lei con la stessa sincerità del figlio. 

Marzio si fermò sulla porta di casa e si voltò a guardarla. 

"Di che parli?", le domandò serio. 

"Elio mi ha messo al corrente della tua nuova impresa. Dice che ti sei fatto fregare, che sono mesi che esci con una misera ventenne dall'aria da santa immacolata. Non so quanto tutto questo sia vero, ma su una cosa sono certa: tu non sei in grado di farti fregare, non sei proprio portato per i sentimenti, non sai nemmeno che esistono certe emozioni. Tu non hai un cuore che batte, mio caro, ma solo un pene che pulsa. Quindi, per favore, dopo averla rovinata, abbi almeno la decenza di lasciarla stare, risparmiale tutte le illusioni che le stai dando e ritorna a fare ciò che ti riesce meglio: frequentare le solite quattro puttane che da sempre ti scopi". Puntò dritta verso il volto del figlio maggiore. 

Marzio scoppiò a ridere emettendo un enorme fragore per la casa. 

"Che sia tu a farmi la predica sa di surreale! Proprio tu, mia madre, colei che ha sposato mio padre misurando la portata del suo portafoglio e il numero di zeri sul conto corrente? Tu, sei qui, a farmi la predica? Sei preoccupata per il buon nome della famiglia? Tu? Che stai lì su quella cazzo di sdraia tutto il giorno a non fare un cazzo pensando a quando hai l'ennesimo lifting, o se sia il caso o meno di rifarsi le tette? Tu che pensi di stare a posto con la coscienza solo perchè sei sposata con l'uomo che ti mantiene? Anch'io sono certo di una cosa: di puttane ne ho scopate tante, hai ragione, ma l'input per riconoscerle al volo me lo hai impresso tu. Non pensare che non riesca a vederti per come sei realmente, non commettere l'errore di poterti mascherare dietro il costume dell'essere madre, perchè sarai anche mia madre, ma questo non ti rende intoccabile per me...se ho frequentato solo puttane fino a oggi, forse dovresti farti un esame di coscienza insieme a tuo marito: sei puttana quanto le donne che ho frequentato fino a qualche mese fa e, che ti piaccia o meno, a insegnarmi che tutto ha un prezzo e tutto può essere comprato, compreso l'amore, è stato mio padre...tuo marito. Hai presente? Quell'uomo che ti scopa da più di trent'anni in cambio della bella vita. Che sia tu, con i tuoi precedenti e il tuo presente da mantenuta, a farmi la predica, ripeto, sa di surreale". Non aspettò nemmeno la risposta di sua madre, aprì la porta e se ne andò pensando a Elio e alla sua lingua sempre in cerca di zizzania. 

Io non rinuncio proprio a niente brutta stronza e aspetta che incontri quella testa di cazzo di mio fratello...ma perchè la gente non si fa mai i cazzi suoi? 

Questione di pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora