Inevitabile follia

5K 143 7
                                    

Erano passati giorni dalla discussione con Marzio e Annalisa ancora non aveva deciso il da farsi. L'idea di metterlo alla prova la stuzzicava nell'animo, era curiosa di vedere fino a che punto avrebbe retto la serietà di una relazione; dall'altro canto, però, era terrorizzata all'idea di uscire allo scoperto, il che comportava, inevitabilmente, lo scontro aperto con i suoi genitori. 

Impostare una specie di relazione seria con Marzio le risuonava come una dichiarazione di guerra aperta: 

Sono davvero pronta a scendere in trincea contro mamma e papà? E sono davvero capace di resistere allo scontro a fuoco con la pubblica opinione che si faranno, più o meno tutti, su di me?

Le tornarono in mente alcuni momenti dell'estate trascorsa a casa dei nonni sulla costa amalfitana. 

"Amore della nonna hai fatto la brava ragazza?", le domandò sua nonna nel vederla scendere dalla macchina dei suoi. 

"Ma sì, Alfia, la nostra piccola Annalisa è una brava ragazza, non ha grilli per la testa come tutte le altre". Rispose suo nonno Adolfo. 

Dove per "brava ragazza" intendevano proprio il marciare dritto verso la perdita della verginità durante la prima notte di nozze. Annalisa lo sapeva bene. 

"Hai ragione Adolfo, in finale è ancora una bambina, la nostra piccola Annalisa". La voce di Alfia fece da eco al dire del marito. 

Poteva passare inosservata la dicitura "la nostra piccola Annalisa", in finale se faceva il conto degli anni che la separavano dai nonni, era in verità piccola rispetto a loro. Il ricordo del termine "bambina", però, le fece storcere il naso. 

Bambina...a vent'anni? Quando pensano che diventi grande a cinquant'anni? No, Annalisa, lo sai bene quando ti vedranno grande. Quando sarai, manco laureata, ma sposata con prole, allora sì, diranno che sei diventata grande! E tutto quello che scorre nel mezzo? 

Era incredibile come le cose fossero cambiate in pochi mesi. Durante il suo arrivo al mare non aveva per niente notato quel termine che la definiva bambina: era abituata a sentirselo dire. Ora, dopo  l'arrivo di Marzio nella sua monotona vita, quel termine le andava stretto e la infastidiva, si sentiva privata di una fetta importante della sua personalità: non era più una bambina e non era tanto lo scopare che la faceva sentire grande, era proprio una questione, oltre che anagrafica, di appartenenza. Casomai era al principio dell'essere quasi una donna, altro che bambina. Tutti in famiglia la vedevano, invece, come una bambina, una creatura posata che faceva felici i genitori. Altri ricordi le tornarono in mente. 

"Ah la nostra Annalisa che ci dà tante soddisfazioni...è così brava, attenta, studiosa. Il primo anno di Università passato alla grande: ha preso tutti trenta agli esami. Siamo così fieri di lei, non potremmo chiedere di meglio". La voce di sua madre prese vita nella sua testa, seguita dall'espressione soddisfatta di suo padre. 

Già gli do tante soddisfazioni...portò in automatico il volto verso i libri universitari e, per la prima volta, li vide come se fossero una prigione. Si rese conto che aveva passato gran parte della vita, dei suoi vent'anni, a testa bassa su quei cazzo di libri. Per fare cosa poi? Al di là della cultura di base, che è necessaria nella vita, ma il guadagno, specie a livello universitario, dove stava? Se proprio avesse potuto scegliere nella vita cosa fare, non sarebbe di certo finita nella facoltà di Medicina, era più portata per la matematica. 

Importa a qualcuno cosa vuoi fare? La risposta a questa domanda le arrivò come una fucilata: NO! Hanno sempre deciso loro, dal primo giorno fino alla scelta dell'Università, nessuno dei due si è mai chiesto cosa io volessi fare...perchè allora dovrei preoccuparmi di cosa vogliono loro da me? Perché dovrei sentirmi in colpa se per una volta li deludessi? Se decidessi di fare ciò che voglio veramente? Già...cosa voglio veramente? 

Il contorno degli occhi neri e profondi di Marzio presero ad animarsi nel buio della sua mente, lo vedeva bello e carico di fascino, come se la guardasse voglioso di andare oltre quelle quattro mura e viverla in pieno quella storia. Il cuore prese a tamburellare forte, mozzandole quasi il fiato...e se fosse davvero lui l'uomo della mia vita? Il grande amore, il mio futuro? Pensiero folle, ma delizioso al tatto. Dolce e persuadente, almeno per quanto  era improbabile. 

Al diavolo Annalisa! Non lo saprai mai se non lo vivi e fanculo i libri, le soddisfazioni dei tuoi, le aspettative dei nonni e qualunque altro pensiero giri nella testa degli altri. Penseranno che sei una puttana? Bene, che lo pensino, tu sai che non è così. I tuoi daranno di matto? Bene, che lo facessero, tu sai cosa vuoi e questa volta se ci rinunci sei una cretina! Una facoltà la puoi sempre cambiare, recuperare, ricominciare...un amore se lo perdi, lo hai perso e basta. La vita è fatta di alti e bassi, di cose giuste e sbagliate, di scelte indovinate o meno, ma se mai scegli, mai saprai se hai imboccato la via giusta o meno. Ha ragione Marzio: a dar retta alla gente non dovresti neanche respirare e io voglio respirare finalmente a pieni polmoni, assaporare il meglio dei miei anni e annusarne il profumo intenso. Vent'anni li ho ora e non tra dieci anni!    

Prese il telefono e mandò un messaggio a Marzio. 

"So che sei al lavoro, scusa se ti disturbo. Hai da fare questa sera?". 

Poco dopo arrivò la risposta:

"Vuoi fare un meeting a due mentre l'intero paese è alla festa del Santo Patrono?". 

Senza pensarci più sopra rispose decisa:

"No, ti aspetto alle nove davanti al bar della piazza, ok?". 

Attese la risposta di lui trattenendo il fiato e con mille domande in testa: lo avrò spaventato? Ora mi risponde che ha da fare...perchè non rispondi? Oddio non è che ho rovinato tutto? Il breve squillo dei messaggi la destò dall'Apocalisse che intravedeva davanti a lei. 

"Ok, a stasera". 

Incredibile follia, pensò poco dopo. Sì, sono pronta per la trincea, armi in spalla e avanti con la mia vita. 

Questione di pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora