Riflessioni e deduzioni

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Federico giaceva sul divano alla ricerca di un po' di fresco e sfiancato dai primi caldi intensi di fine primavera. Erano già due mesi che digeriva la presenza di Marzio all'interno della sua famiglia e quasi si era abituato alle continue frecciatine che si schioccavano a vicenda. 

Nella penombra di quel pomeriggio inoltrato, pensando all'ennesimo sabato sera che sua figlia affrontava fuori da casa, si lasciò andare verso confini che mai pensò di poter esplorare. Come da patti stabiliti, Marzio e Annalisa, si fidanzarono in casa e in via ufficiale; come aveva ben dedotto Federico, questo evento non arrestò le malelingue del paese, anzi queste si agitarono ancor di più nel vedere la novità in atto; era tutto un vociferare continuo e si commentava ogni minimo gesto che i due compivano in pubblico, quanto fosse banale, o sfacciato, tale atteggiamento poco importava, la regola fondamentale era parlarne a più non posso. Federico era venuto persino a sapere dell'esistenza di un bel banco aperto alle scommesse: i due si sposeranno o no? Lei rimarrà incinta o meno? Lui fa sul serio o finge? Lei era davvero una santarellina o fingeva? E così via per ogni minimo dettaglio. 

Roba da pazzi...per quanto gli scottasse ammetterlo, visto che in discussione c'era sua figlia, il comportamento di quella gente gli sembrava davvero da manicomio aperto. Furono altri però i pensieri che presero il sopravvento e avevano, di gran lunga, un peso maggiore rispetto a futili, seppur in parte veritiere, chiacchiere. 

Il fidanzamento in casa...ossia la cena a casa di Marzio per far sì che i rispettivi consuoceri si conoscessero. In tutto l'arco della sua esistenza, e parliamo di ben cinquantanni e non un prospero, Federico non arrivò mai a pensare di ritrovarsi, un giorno, immerso in uno scenario così inverosimile. 

Quella cena fu la cosa più strana che incontrò nella vita e in cinquantanni non aveva di certo visto poche cose, era persino più strana dell'inconcepibile Marzio. Il primo flash su quel fidanzamento attraversò la figura di Veronica, la madre di Marzio, una donna voluminosa e appariscente. Dalle forme ben esposte e curate, che lo fossero a livello di chirurgo plastico non vi era dubbio, ma furono altri i dettagli che emergevano da quella donna e che catturarono l'attenzione di Federico durante quella cena. 

Il suo fare altezzoso, per prima cosa. Da pidocchio rifatto...sentenziò subito dopo nella mente Federico focalizzando quel volto femminile dall'aria superiore. Era quasi schifata dalla presenza di quegli estranei in casa, se lo ricordò bene questo fatto. Il modo in cui li guardava, il tono di voce con cui parlava, che si sentisse una venere in mezzo a dei comuni mortali era del tutto palese. Quello che le sfuggiva è quanto si mostrasse superficiale...sentenziò di nuovo a voce soffusa Federico. 

Il secondo dettaglio fu il distacco, non tanto verso di loro, ma proprio verso Marzio. Che quella donna, nonostante fosse sua madre, lo considerasse zero era palese. Come era del tutto chiara la sua tendenza verso gli altri due rampolli di famiglia: Elio e Stefano. Il primo, un imbecille nato, pensò Federico, il secondo più imbecille del primo, continuò nella sua mente. A tavola sedettero entrambi di fianco alla mamma, uno a destra e l'altro a sinistra, per tutta la serata e la durata della cena, lei li adulò e li coccolò con sguardi e carezze...in effetti sanno entrambi di bimbi cresciuti... Federico commentò quel ricordo nella mente.  Allo stesso tempo, però, fulminava con sguardi gelidi il figlio maggiore, per non parlare della sentenza sparata poco dopo che si misero a sedere a tavola:

"Mettiamoci a sedere, prego accomodatevi, in finale, prima iniziamo a mangiare e prima la finiamo con questa falsa. Perchè se state pensando che mio figlio faccia sul serio, solo perchè vi ha portato alla nostra presenza, vi state illudendo. Tu ti stai illudendo - nel dirlo, Federico lo ricordò bene, puntò con gli occhi proprio Annalisa - mi dispiace molto per te, credimi, ma prima rientri nella logica che finirai con il cuore spezzato e meno soffrirai alla chiusura di questa burla". 

Non si preoccupò di dirlo in presenza della sua famiglia, come non si preoccupò di dirlo davanti al figlio stesso e la fredda postura con cui si mise a tavola, subito dopo, come se nulla avesse detto o fosse successo...in quel momento, lo ammetto, avrei voluto strozzarla persino io e mi stupisco del marito e del fatto che non ha, minimamente, ammonito la moglie per ciò che ha detto. 

E pensare che anche lui ed Elsa erano convinti che fosse una burla, ma quel modo di fare e quella mancanza di tatto, nei confronti loro, di Annalisa, ma anche del figlio, lo aveva lasciato con il sapore amaro in bocca. Detta in quel modo, e in quel momento, quella convinzione diventò solo un'arma per ferire il figlio. 

E il padre? Oltre che muto, del tutto assente. Replicò Federico mentre l'immagine di quell'uomo prese vita. Una specie di ventiquattro ore vivente: per tutta la serata, alla faccia del fidanzamento del figlio, invece che informarsi un minimo sulla famiglia della pseudo futura nuora, si divulgò in indici di borsa, discorsi sul mercato finanziario, cambiamenti sulla dichiarazione di redditi, pagamento delle tasse, quante imposte l'anno paga e quanto gli costa mandare avanti quella baracca. Un calcolatore umano, un portafoglio vivente e che i soldi, i numeri e i 730 contassero più del figlio si notava lontano un miglio. 

Un'intera serata a parlare di partita doppia, conti, patrimoni...mi sono fatto due coglioni...e se è bastata una serata per farmele crescere enormi, mi immagino quei poveri figli...se le saranno fracassate le palle dentro quelle mura...pensò Federico adocchiando la foto, che Annalisa aveva incorniciato e che ritraeva lei con Marzio. La prese in mano e guardò attentamente il volto del nemico. 

Faccia spavalda la tua, almeno per quanto è sfacciata la tua personalità! Non sai che voglia possiedo di ridurtela in frantumi. Parli bene tu...giochiamo a carte scoperte...si soffermò sull'espressione degli occhi. Malinconici nonostante sorridesse a piena bocca. Si appoggiò con la schiena sul divano e tornò a guardarlo ripensando a quella sera. 

Verso la fine della cena, poco prima del caffè. Sua madre prese la parola:

"Bene la cena è quasi finita, così ognuno di noi torna alla normalità e la facciamo finita con questa carnevalata del fidanzamento". Le parole della madre furono accompagnate dal ridere sommerso dei due fratelli, mentre il padre smanettava con l'Iphone. 

"Io non sto giocando", rispose rabbioso Marzio. 

"Ah incredibile!", intonò suo padre subito dopo. 

"Sì caro anch'io lo trovo decisamente incredibile che insista", commento lei, ma il marito si alzò in piedi dirigendosi verso di lei.

"Ma no, di che parli? Guarda, guarda che roba, non è incredibile? Sai che faccio? Lo prenoto subito, a un prezzo del genere, è da non perdere". 

"Sì, in effetti". Replicò la donna. 

La risposta di Marzio non tardò ad arrivare, ma non fu vocale. Sbatté i pugni sul tavolo e si alzò uscendo dalla sala. 

Io avrei optato per prendere a pugni prima la madre e poi il padre, onestamente...lui addirittura non sapeva manco di che si stava parlando, mi domando se avesse capito che suo figlio si stava fidanzando. E quei due cretini? Quelle loro risatine, quegli sguardi furbeschi al fratello per canzonarlo? Di cosa poi? Lei, la madre...tua madre...pensavo che non ci fosse qualcosa di più indigesto dell'averti davanti, mi sono ricreduto: tua madre è più letale di una tonnellata di arsenico mandato giù in un sol boccone. Per un attimo parlò con quel ritratto come se davanti avesse Marzio in persona. Che strano modo di relazionarsi con lui...non lo ascoltano neanche, mi chiedo se sia sempre stato così...perchè se così fosse...allora...devo parlare con lui, a tu per tu, devo capirci qualche cazzo perchè a guardarli soltanto sembrano una famiglia da neuro. Ma tu guarda che mi tocca fare...ora cerco anche un modo per darti delle attenuanti...roba da non credere...eh che cosa non si fa per i figli, o almeno dalle mie parti funziona così, mi sa che dalle tue non è del tutto così...

Di nuovo si rivolse verso quel ritratto come se lui fosse lì a sentirlo. Deciso a parlargli e senza Annalisa tra i piedi, si alzò dal divano e uscì di casa per andare nello studio dove Marzio lavorava. Doveva vederlo prima di sua figlia, un confronto a due, con tutta la sincerità dovuta, per una volta forse anche gradita. 

Questione di pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora