Luna piena

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Federico salì le scale e accostò l'orecchio addosso alla porta della camera di sua figlia: il silenzio regnava indisturbato, sembrava non esserci nessuno dentro. Ricordando la terribile sbornia della sera prima, pensò che stesse dormendo. Era stato giovane anche lui e sapeva benissimo i postumi di una bella inciuccata quanto fossero tosti da smaltire. 

Provò a bussare lievemente, ma non ricevette risposta; allora, provò di nuovo con un pochino di forza in più, dall'altra parte fece eco l'urlo dell'orca assassina:

"Sparisci papà ok? Non voglio vedere nessuno, tanto meno te!". 

Pensando che fosse ancora arrabbiata per il ceffone, cercò di giustificarsi:

"Tesoro lo so...sono stato...beh mi sono fatto prendere un po' la mano, certo c'è da dire che tu, comunque, a volte, sembra proprio che me le sfili dalle mani...però, ecco...ero venuto a dirti che ha chiamato mamma...e che ti saluta...ti manda un bacione tesoro. Ah e dopodomani torna e ha una bella sorpresa per te, sei contenta amore?". 

Il classico tono del papà che parla alla sua bambina la imbestialì di più.

"Ho detto sparisci, non voglio sentirti e immagino la sorpresa di mamma: avrà il solito souvenir del cavolo!". 

In effetti, la sua camera abbondava, da quando suo fratello si era trasferito a Parigi per lavoro, di Torri Eiffel e Archi di Trionfo, che la madre le riportava ogniqualvolta che andava a trovarlo. 

"Ma no tesoro...è che vien...", per tutta risposta sua figlia troncò il discorso accendendo la radio a tutto volume. 

Federico rimase per qualche secondo davanti alla porta in preda ai numeri della cabala. 

Come diceva Lorenzo il Magnifico? Ah sì...Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. E lo credo bene che non c'è certezza! Se continua così la giovinezza di mia figlia, il mio ultimo domani sarà prossimo! Su questo vi è certezza caro Lorenzo. Non so, magari ai tuoi tempi era diverso, le fanciulle erano più calme, più pacifiche, oggi, caro il Magnifico, c'è da andare ai pazzi. Se le tratti male? Si incazzano! Se le tratti amorevolmente? Si incazzano! L'adolescenza è una fase delicata, dicono gli psicologi...io non capito ancora, se è delicata per i figli o per i genitori che rischiano una crisi di nervi, di media almeno quattro, cinque volte al giorno! E poi gli ormoni impazziti...la fase pre-ciclo dove sembrano dei fili dell'alta tensione solo a guardarle; poi la fase del ciclo, dove anche un tenero criceto ai loro occhi prende la forma di un leone e scattano nervose a ogni minimo spostamento d'aria; poi c'è la fase post-ciclo, dove un bradipo, in confronto a loro, sembra Flash e si portano dietro gli scompensi ormonali che le fa sembrare orchi in mezzo ai bambini; poi arrivano i fidanzati, le ribellioni, litigano con lui e se la prendono con il mondo intero! E tu ripensi a quella tenera bambina nella culla, che ti sorrideva quando le facevi il solletico e a tutte le volte che ti ha chiamato papino con gli occhioni da cerbiatta e ti domandi: in quale preciso attimo mia figlia, la mia piccola patatina, si è trasformata da cerbiatta a orso grizzly? 

Scese le scale farneticando tra sé. 

Annalisa in camera fissava i piedi del letto trattenendo le lacrime a stento. Ripensava alla discussione con Marzio, al fatto che lo avesse mandato al diavolo e, soprattutto, alla dura realtà: tutto questo segnava la fine della loro storia? 

Alla radio risuonò la voce di Tiziano Ferro:

"L'amore è una cosa semplice e...". 

Fanculo Tizià, stavolta l'hai sparata grossa...altro che semplice...semplice un cazzo! Se fosse semplice, ora non starei qui come un derelitto, aspettando che la grande marea faccia di me legno marcio in fondo all'abisso!  Ma tanto me la paga...se pensa che vada da lui a chiedergli scusa si sbaglia di grosso, piuttosto muoio! Anzi sai che faccio Tiziano bello? Io me ne vado dai nonni ad Amalfi, così non lo vedo, non lo sento e come si dice? Lontano dagli occhi, lontano dal cuore...ma sì, andasse a fanculo, lui e le sue prediche! Seh, fa le prediche lui, il modello di vita in persona, l'uomo che non deve chiedere mai, lui fa le prediche, capito Tizià...lui si mette a dire che ho fatto una cazzata, che sono irresponsabile, lui il Re del materasso che fino a qualche mese fa trombava le peggio puttane, nelle peggio situazioni e non faceva solo quello! Le canne? L'alcool? Come se lui non si fosse mai ubriacato, ora fa il santo Tiziano, capito? Lui fa il Santo Protettore delle mignotte, ecco che santo può fare! Ma io me ne vado, Tiziano, altro che ti vengo a prendere con le mie mani...io me  ne vado anni luce da lui! 

Si alzò di scatto e prese la valigia. Poi chiamò i nonni per avvertirli del suo arrivo. Andò su internet e prenotò un biglietto per la corriera. Prese la valigia e scese di sotto. 

"Dove vai con quella valigia?", intonò Federico a vederla. 

"Dai nonni", rispose lei puntando la porta. 

"Annalisa aspetta", il padre le corse dietro. 

"Lasciami stare ok? Tanto ho già deciso, prenotato il biglietto, ho i soldi della paghetta e ho già avvertito i nonni. La tua amata Università sta chiusa, gli esami li ho dati, ho preso tutti trenta e se ne riparla a settembre. Quindi schioda e lasciami andare". Andò dritta alla fermata dell'autobus che l'avrebbe portata in città, dove avrebbe preso la corriera della sera diretta ad Amalfi. 

"Dopodomani torna tua madre e viene anche Luigi, dai aspetta almeno tuo fratello, poi parti, sono anni che non lo vedi", Federico cercò di fermarla. 

"Papà ho bisogno di cambiare aria ok?", rispose lei. 

"Sì, d'accordo. Tuo fratello si ferma una settimana. Non puoi aspettare una settimana e passare un po' di tempo con lui? Viene proprio per stare un po' con noi, con te, in famiglia. Niente ti vieta di partire tra una settimana. Anzi, per come sta andando questo periodo,  vorrei quasi che ci rimanessi ad Amalfi, a dirla tutta". 

Annalisa abbassò le spalle sentendosi sconfitta. 

"E va bene papà...però dopo parto eh". Rispose lei. 

"Sì, d'accordo, tanto poi ad agosto veniamo giù anche noi". 

"Papà - fece quegli occhioni da cerbiatta lucidi come se ci avessero passato la cera - papà...la vita fa schifo, mi sento distrutta...". incominciò a singhiozzare. 

"Ma no tesoro, vieni da papà, vedrai che andrà tutto bene". Rispose lui abbracciandola. 

"No, invece...ho...litigato con Marzio...", sbottò a piangere lasciandosi trascinare dentro casa dal padre. 

"E va bene tesoro, sono cose che succedono...si litiga, si fa pace, poi...". L'urlo della figlia lo fece stare zitto. 

"No, papà! Tu...non capisci...gli ho detto di andare al diavolo...papà sono disperata". Pianse ancor di più. 

Il resto della serata Federico lo passò cercando di tirarle su il morale. La vedeva talmente distrutta e affranta che, per la prima volta,  rimpianse persino lui e il fatto che non ci fosse in giro per casa. 


Questione di pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora