Non ho mai dimenticato quella volta che...

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Ci sono momenti salienti nella vita di ogni essere umano, momenti fuggenti che andrebbero presi al balzo, proprio come esprime il famoso Carpe Diem,  i famosi treni che vanno presi al volo. Peccato che nessun essere umano, nel prendere un treno al volo, sappia a priori dove finirà quel viaggio. E' un salto nel vuoto, nel buio più totale, dove alla fine non si scorge con chiarezza la luce che finirà per investirti, ma ne intravedi solo il leggero bagliore; dove porta quel treno, nel momento del coglierlo al volo, lo saprai solo alla fine del viaggio e solo allora, alla fine della corsa, sarai cosciente in pieno se sia stato giusto o sbagliato salirci sopra. 

Federico stava riflettendo seduto sul prato del giardino, con le spalle appoggiate alla quercia imponente che aveva alle spalle, ma era come se fosse immobile ad aspettare la fine del viaggio. Sostava lì, davanti a quella porta automatica, vedendo il treno rallentare, in attesa di scendere per poter scoprire dove fosse arrivato. Giusto o sbagliato che fosse stato, quel treno in corsa lo aveva preso al volo, ora era arrivato il momento di scoprire a quale meta lo aveva destinato. 

Uscito di casa dopo la sfuriata della moglie, era andato nell'unico posto dove intravedeva il bagliore: Gisella. Perchè, in sostanza, era lei quel treno in corsa che decise di prendere al volo e, di conseguenza, era Gisella che avrebbe segnato la fine del viaggio e solo lì avrebbe saputo, per certo, quanto fosse stato giusto o sbagliato salirci sopra. La meta e il percorso da prendere poteva scorgerli solo confrontandosi con la sua amante. 

Marzio ci aveva visto giusto nell'andarlo a cercare da lei, ricordandosi che la ditta per cui lavoravano Federico e Gisella, rientrava nella lista dei clienti dello studio commercialistico del padre e che nello schedario, per via delle buste paghe, c'erano tutti i nominativi e gli indirizzi dei dipendenti della ditta del padre di Gisella. Non poteva sbagliarsi sull'identità di lei, in quanto il cognome di quella dipendente, una segretaria, era lo stesso del proprietario della società: la Bighetti Edilstyle. Andò, quindi, a colpo sicuro. Parcheggiò la macchina e si diresse nel viale che conduceva a quella villetta con giardino. Suonò alla porta. Quando questa si aprì, si ritrovò davanti un ragazzo castano, più o meno coetaneo della sua amata Annalisa, ma dalle sembianze impressionanti.

"Buonasera", disse il ragazzo in modo educato. 

Un voce femminile piombò alle spalle del ragazzo.

"Se è quello stronzo de tu  padre, mandalo al diavolo, che andasse a impiccasse insieme a quella matta de la moglie!". 

Marzio rimase alquanto sorpreso, ma il ragazzo lo distrasse da certe rivelazioni. 

"La scusi, è arrabbiata con mio padre...ma in cosa posso aiutarla?", rimase sorpreso anche dall'estrema educazione che mostrava quel pivello, nonostante la madre e quella situazione. 

"Ecco, a dire il vero, io cercavo proprio tuo padre". Marzio disse un po' imbarazzo, non sapendo cosa fosse successo da imbestialire così l'amante di Federico. 

"Non c'è, è andato via dopo che ha discusso con mamma...succede spesso". Rispose il ragazzo. 

"E non sai dirmi dove sia andato? Dove posso trovarlo?". Domandò Marzio, ma senza ottenere risposta, perché il ragazzo venne spostato dalla madre e fu lei a prendere la parola:

"Chi sei?", domandò con aria strafottente e fumando in modo nevrotico una sigaretta. 

Marzio rimase per un attimo a guardarla: bella donna, nell'insieme e calcolando l'età che più o meno possedeva, ma stentava a credere che quella specie di borgatara romana in gonnella, e dalla chioma bionda, potesse aver catturato nella rete uno come Federico.  

"Mi chiamo Marzio e...", la donna prese il sopravvento. 

"Ah e così tu sei quello che sta co quella santarellina de Annalisa...hai capito 'a piccola che fusto s'è piata. 'O credo bene, mo che te vedo, perchè quello stronzo de Federico se faceva girà le palle che stavi co' a figlia". Marzio fece fatica, e parecchio anche, nel sentirla parlare da caciottara immaginando di vederla vicino al suocero. 

Questione di pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora