Tsunami

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Annalisa rientrò pronta a beccarsi la predica che le spettava, ma felice di aver recuperato con Marzio e di aver passato con lui una giornata lontano da tutti. Si erano chiariti e, nonostante fosse dura per lei digerire la visione ancora fanciullesca della loro relazione posta da Marzio, ne capì le ragioni. Tra di loro era ritornata una certa armonia e si sentiva pronta anche ad affrontare le sette piaghe d'Egitto che l'attendevano a casa. 

La prima ad accoglierla fu proprio nonna  Esmeralda. 

"Ciao stellina bentornata e... - abbassò la voce in segno di complicità sussurrando alla nipote - preparati alla bufera". 

"Stanno così arrabbiati?". Domandò alla nonna, ma quest'ultima non fece in tempo a risponderle, perchè la voce severa e squillante di Elsa rimbombò per le mura del salone. 

"Annalisa!". 

"Eccola...", Esmeralda sussurrò di nuovo alla nipote. 

"Ciao mamma", disse a bassa voce Annalisa non appena se la ritrovò davanti con lo sguardo austero. 

"Annalisa, noi dobbiamo fare un bel discorsetto. Non mi piace per niente la piega che stai assumendo". Sentenziò sua madre minacciandola svolazzando il dito indice. 

"Eh non le piace, ti diverti troppo, amore della nonna", rispose automaticamente Esmeralda. 

"Smettila di mettere in testa a mia figlia le tue idee bizzarre Esmeralda!", sbottò contro la suocera. 

"Ma smettila tu di fare la monaca di clausura, questa è una casa, il convento è a qualche chilometro da qui, più a valle!". Replicò alla nuora senza aver paura. 

"Mamma lo so, ho sbagliato, sono impulsiva e tutto il resto, però cerca di capirmi, io stavo male...". Annalisa cercò un po' di comprensione. 

"Non c'è niente da capire Annalisa e ti avverto: io quel tizio non lo voglio più vedere in casa mia! Capito? Qui non ci mette più piede e tu faresti bene a dimenticarlo, perchè non ti permetterò di rovinarti dietro a quel disgraziato immor...", la voce di Federico riecheggiò dal fondo delle scale mentre avanzava verso il gruppetto delle donne di casa. 

"Non esagerare Elsa". 

Annalisa portò in automatico gli occhi sul padre, quasi stentava a crederci che lo stava davvero dicendo. Esmeralda, invece, lo guardò come se all'improvviso quel figlio perduto fosse tornato a casa dopo tanto girovagare. 

"Cosa? Ma Federico...non vorrai fargliela passare liscia?". Decantò sua moglie guardandolo stupita. 

"Dico solo che stai esagerando. Non eri tu quella che diceva che accanirsi non serve a niente?". Domandò alla moglie. 

"Non eravamo a questi livelli e manco pensavo che ci arrivassimo". Rispose la moglie seccata. 

"E non eri tu quella che diceva che più tuo padre ti voleva allontanare da me e più tu volevi me?", ridomandò alla moglie. 

"Noi eravamo un altro conto Federico e lo sai bene", rispose la moglie ancor più seccamente. 

"Ah certo, sempre così dici: altri tempi, altro conto, noi di qua e noi di là...i tempi vanno avanti e indietro come ti fa comodo a te", Annalisa non riuscì più a trattenersi. 

"Io, invece, mi soffermerei su altro, ma lasciamo perdere", commentò Esmeralda. 

"Noi eravamo un altro conto...hai ragione", sussurrò Federico guardandola duramente negli occhi, ma il dettaglio sfuggì alla figlia che subito rispose:

"E figuriamoci se le davi torto!". 

"Mai come adesso, nel sentirti dire quelle cose e riguardando indietro, non solo nel tempo, ma nelle tue parole, me ne rendo conto...mio padre non voleva che ti sposassi, come il tuo non voleva che tu sposassi me...ed eccoci qui, ingabbiati da quasi trent'anni per colpa della mentalità dei tuoi genitori...noi siamo proprio un altro conto". Sentenziò Federico facendo sgranare gli occhi alla moglie e regalando un sorriso a sua madre. 

Questione di pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora