Roma non fa la stupida stasera...

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Cercarono Marzio per mari e per monti, ma inutilmente, nonna Esmeralda, però, non voleva darsi per finta. 

"Su andiamo tesoro, deve esserti sfuggito qualcosa, pensaci bene". Disse alla nipote guidando la macchina di ritorno dai vari paeselli limitrofi. 

"Ti dico di no, nonna, siamo stati in tutti i posti". Rispose Annalisa rassegnata. 

"Oh, non può essere svanito nel nulla. Ha qualche hobby? Qualche passione? Un passatempo? Qualche amico, magari che non abita qui?". Sfilò la sua lista di supposizioni. 

Le donne, le donne, le donne e...nonno Alfio. Aspetta, nonno Alfio! Cretina, come ho fatto a non pensarci!

"Nonno Alfio", disse a voce alta come se si riprendesse da una specie di trans. 

 "Nonno chi?", replicò la nonna. 

"Suo nonno Alfio, è probabile che sia andato da lui, visto che non è da nessun'altra parte". Annalisa rispose convinta e anche un po' rinvigorita, se Marzio davvero si trovava da lui, beh non era in giro con chissà chi e a fare chissà che cosa. 

"Bene! Allora andiamo da nonno Alfio", l'anziana nonna, ma giovanile come potrebbe esserlo la nonna di Peter Pan, rispose entusiasmata. 

"No, aspetta nonna. Alfio abita a Roma, sono la bellezza di cinquanta chilometri. Credo che sia impossibile arrivarci oggi e, non credo che domani sia meglio di oggi. Insomma cinquanta chilometri non sono un prospero da fare in una giornata". 

"Scemenze! Dai, chiama quella mummia di tua madre e quello stoccafisso di mio figlio e avvertili che non torniamo a casa stasera. Anzi no, aspetta, ci penso io, che tu ti fai infinocchiare da quelli. Ora guarda e impara". 

Accostò e prese il cellulare chiamando a casa del figlio. 

"Pronto". 

"Fede, volevo solo dirti che io e tua figlia stiamo andando a Roma e che stiamo lì per il tempo necessario a sistemare le cose". 

"Roma? Quali cose? Senti mamma, non so cosa hai in mente ma...". La voce della madre lo fermò.

"E smettila di brontolare per qualsiasi cosa sembri una pentola di fagioli andata a male. Stai tranquillo, Annalisa sta con me e non rompere". 

"E' proprio perchè sta con te che mi...", di nuovo la madre lo bloccò. 

"Sì, va beh, ci vediamo tra qualche giorno, ciao". Riattaccò e, addirittura, spense il telefonino, poi guardando la nipote disse:

"Spegni il cellulare tesoro che tra al massimo dieci secondi chiama tuo padre". 

Quasi non fece in tempo a finire la frase che il cellulare di Annalisa squillò riportando il nome di casa sul display. 

"Seh, che ti dicevo? Fosse facile prevedere i numeri del lotto come tuo padre...a quest'ora sarei milionaria! Che fai? Ferma, non rispondere, altrimenti è la fine". La nonna le tolse il telefono dalle mani. 

"Ma nonna, si arrabbierà come una bestia!". Annalisa conosceva bene suo padre. 

"Ah, che ci importa? E poi sta sempre incazzato tuo padre...e pensare che una volta non era così...si è scordato tutto quello che ha combinato lui, prima che avvenisse la disgrazia". 

"Beh, nonno dice sempre che papà non gli piaceva, perchè era un mezzo fricchettone". Confessò Annalisa. 

"E che vuoi che ne capisca quel vecchio rincoglionito di uomini? Mio figlio era bellissimo, con i suoi capelli lunghi, le bassette enormi, quella barbetta e quella mente aperta, ariosa, con tutte le sue idee particolari, belle...non era affatto un mezzo fricchettone come tuo nonno va dicendo. Non offendesse mio figlio nel fior fiore della giovinezza, che era una vera bellezza, ero così orgogliosa del mio mini Guevara che girava per casa...era un vero e puro figlio dei fiori tuo padre altro che mezzo...poi avvenne la disgrazia". Replicò polemica Esmeralda. 

"Papà dice che con il crescere poi ha capito che sbagliava...", la nonna prese d'acido. 

"Puttanate! Ebbe la disgrazia di incontrare tua madre, la mummia che lo ha zombificato, lei è stata la rovina di mio figlio...guardalo ora: trent'anni con lei e di quello che era non c'è rimasto manco un pelo di pene!". 

"Nonna!", Annalisa rimase pietrificata. 

"Ammesso che dopo tuo fratello ce l'abbia ancora un pene". Replicò la vecchia. 

"Nonna!", Annalisa non sapeva se ridere o sentirsi imbarazzata. 

"Oh non mi stupirei sai? Se tua madre glielo abbia fatto tagliare,  o magari, chissà, abbia optato per la cintura di castità".

"Nonna", Annalisa incominciò quasi a ridere. 

"Sii sincera, li hai mai sentiti trombare?", domandò alla nipote con la semplicità con cui si chiede del sale. 

"Certo che no, ma non mi metto a origliare per sapere se trombano o meno, nonna". Rispose Annalisa mezza divertita. 

"Oh beh, se trombassero sul serio non ci sarebbe bisogno di origliare. Ah se solo avesse ripreso del padre...tuo nonno sì, che sapeva come rendere felice una donna...un vero stallone da monta. Menomale che è morto poco dopo il matrimonio di Federico, così non ha visto, povero il mio Calogero...se sapesse che finaccia ha fatto e come è ridotto il figlio...sì e no la moglie gliela fa vedere una volta l'anno...Calogero si rivolterebbe nella tomba se venisse a sapere che ha messo al mondo un mezzo pony da monta".

"Oddio nonna, ti prego, basta. Mi sto sentendo male dal ridere". Annalisa non ce la fece più e scoppiò in una fragorosa risata. 

"Ecco sì, brava, ridi a nonna, guarda là - indicò il cartello autostradale con direzione Roma - Roma stiamo arrivando". 

Svoltò decisa per imboccare l'autostrada verso Roma. 

Questione di pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora