E di prima mattina? Si canta!

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Annalisa si era alzata presto, vista la situazione precaria in casa, non sapendo cosa i suoi avessero in mente di fare, si prese l'incarico di portare suo fratello a scuola. Marzio li accompagnò davanti all'istituto e poi proseguì andando in ufficio. 

Nel tornare a casa a piedi, lungo il tragitto, pensò a molte cose. Cercò, all'inizio, di portare la sua mente lontano dai suoi: ripercorse quegli ultimi mesi cercando di focalizzare l'attenzione su Marzio e la loro relazione. 

La discussione che aveva messo in pericolo la loro storia fece capolino nella sua testa, seguita dubito dopo dalla riappacificazione avvenuta a Roma. Dovette ammettere che, nonostante la durezza di quei giorni passati senza di lui, la lezione le era servita. Si sentiva, infatti, dopo i chiarimenti avvenuti nella capitale, più sicura di se stessa e avvertiva quella capacità di affrontare i problemi. Anche in quel momento, dopo tutto quel casino scoppiato in casa, sapeva che si stava comportando in modo diverso dalla solita Annalisa di sempre. 

Se tutto questo frastuono fosse avvenuto qualche mese prima, probabilmente stava già ad Amalfi dai nonni, solo per scappare da quella situazione pesante che la soffocava e per non vedere i suoi genitori litigare per poi lasciarsi. Invece, era rimasta a casa. Non solo, si era preoccupata di sua madre, visibilmente affranta ai suoi occhi e forse bisognosa di attenzioni e d'affetto; aveva cercato di stabilire il punto della situazione cercando di addossare le giuste colpe a ognuno dei due, cercando di guardare, anche con l'aiuto di Marzio, la situazione dei suoi da un punto di vista parziale e senza fare favoritismi; per la prima volta, si era indispettita con nonna Esmeralda, di gran lunga la sua favorita tra la miriade di parenti e che, in tutti quegli anni, era stata più volte un'ancora di salvezza per sfuggire al controllo smisurato dei suoi genitori; eppure, al tracollo della madre, si rese benissimo conto di quanto snervante dovesse essere averla sempre con il fiato sul collo; si era fatta buoni propositi, anche qui con l'aiuto di Marzio, sui nuovi eventuali arrivi in famiglia, cercando di rientrare in quell'ottica dove Marzio l'aveva proiettata nell'arco della serata: quei due non c'entrano niente con gli eventi che hanno coinvolto i loro genitori, non è loro la colpa se avete lo stesso padre ma madri diverse...le aveva detto cercando di farla ragionare; era forse il tassello più difficile da digerire, quello su cui aveva passato l'intera notte a pensare e ripensare...alla fine, aveva appreso che il suo ragazzo non si era poi discostato tanto dalla realtà: Paride e Achille, in finale, si erano ritrovati in mezzo alla bufera proprio come lei e i suoi fratelli, anzi, era arrivata persino ad ammettere che forse navigavano in acque peggiori delle loro; se non altro loro una famiglia solida alle spalle, seppur in apparenza, ce l'avevano avuta; di fatto, né lei né i suoi fratelli potevano affermare che gli fosse mancato l'affetto e la protezione, specie del padre; mentre Paride e Achille quel padre lo vedevano solo una settimana al mese. Durante la notte aveva dormito poco, ma al suo risveglio si era preoccupata comunque del fratellino, esonerando nonna Esmeralda da tale compito, visto che era tutta presa dall'arrivo di Alfio in paese. Arrivò davanti casa ripensando a tutto questo e si sentì pronta ad affrontare qualunque decisione l'aspettava. Ormai si vedeva come la figlia di divorziati, sperava solo che i suoi avessero ragionato bene sul da farsi e che non avessero intenzione di metterli in mezzo a una guerra aperta. Sospirò leggermente davanti alla porta prima di aprirla, fece un respiro profondo ed entrò in casa. 

Una vocina canterina attirò la sua attenzione. 

Ah nonna Esmeralda e il suo tempo delle mele...pensò avviandosi verso la cucina con l'intento di far notare alla nonna, in modo ironico, che si comportava come un'adolescente innamorata. Varcò l'arco e vedendo la figura di sua madre fece un brusco salto indietro, come se dentro quella cucina ci fosse un alieno pronta a rapirla. Rimase per qualche istante ferma, appiccicata al muro con le spalle, sentendola canticchiare un motivo allegro. Da che aveva memoria della madre, mai l'aveva sentita canticchiare, di prima mattina poi? Quando di solito andava di corsa e faceva tutto alla velocità della luce? Alla fine la curiosità vinse e  in modo lento si affacciò con il viso e iniziò a osservare quell'essere femminile che si era impossessato della cucina. 

Questione di pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora