L'avresti mai detto?

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Poche ore dopo il passaggio dello Tsunami Elsa, in casa Ruffio si respirava un'aria pesantissima. Elsa si era tappata in camera saltando il pranzo e borbottando ad alta voce come se stesse ancora litigando con il marito: dal suo farneticare e dai toni che usava, Annalisa poté assaporare tutto quel veleno accumulato e che aveva citato poche ore prima il padre. 

Messa al corrente dalla nonna sui fatti, sia prima, che dopo, il matrimonio dei suoi, Annalisa provava un senso di smarrimento tale da sentirsi come una piuma in mezzo a un tornado. La paura più grande, e che la terrorizzava, era il non sapere cosa sarebbe successo da quel momento in poi. Come si sarebbero evoluti quei fatti?

Diventeremo una di quelle famiglie i cui figli vengono sbattuti, a destra e a manca, tra mamma e papà? Faremo da pacchi postali umani? Cinque giorni con mamma e due con papà? Io non ci posso credere, deve essere un incubo. 

Si ripeteva nella testa fissando la foto sul comodino che la ritraeva con il suo amore. 

Ora capisco tutti quei ragionamenti sulla stabilità della coppia, sull'equilibrio, eh sì amore mio, li capisco, ma se neanche mia madre e mio padre erano stabili, non oso pensare quando lo saremo noi. 

Si sentiva avvilita, depressa, triste e sfiduciata, per questo davanti a lei albergava una vaschetta di gelato al cioccolato variegato e affondava in quella gelida crema un enorme cucchiaio ogni due secondi. 

Nonna Esmeralda aveva deciso di rimanere ancora un po', almeno fino a quando che la situazione, per i suoi adorati nipoti, non risultasse più serena. Anche questo fattore la innervosiva, in parte. Tra tutti i parenti, nonna Esmeralda, era di sicuro la favorita da tutti, sia lei che i fratelli l'adoravano, almeno per quanto trovassero noiosi, e pesanti, i nonni materni. Annalisa, però, ripensava a quelle parole pesanti di sua madre che l'accusavano di mettere zizzania tra lei e il figlio, aveva poi digerito poco l'estrema soddisfazione con cui la nonna aveva salutato l'inizio della fine di quel matrimonio. 

Dei passi famigliari la destarono da certi pensieri, almeno in parte. 

"Ehi piccola, tutto bene? Tua nonna mi ha chiamato dicendo che avevi bisogno di compagnia. Mi ha detto, a grandi linee, cosa è successo. Vuoi parlarne?", la voce di Marzio si espanse nella camera insieme alla sua figura. 

"C'è da stare allegri eh...in sole quarantotto ore è successo il finimondo...e menomale che abbiamo optato per non partire in ferie, come stabilito dai patti, altrimenti se tornavo tra quindici giorni trovavo la casa incenerita e i miei all'obitorio". Non alzò neanche gli occhi e continuò a mangiare il gelato. 

"Dove sta tua madre ora?", le chiese. 

"Non la senti? E' in camera sua che impreca contro papà". Sospirò lievemente. 

"E tuo fratello?". 

"Nonna l'ha portato al parco, ancora non sa niente". Sbuffò di nuovo. 

" E tuo padre?". Marzio la vide alzare gli occhi mostrando uno sguardo aggrottato. 

"Non lo so e non voglio saperlo. E' uscito dopo che mamma ha rivelato tutti i suoi succulenti segreti e, sinceramente, dove sta non mi importa e che ci restasse!". Intonò quasi inferocita. 

Marzio le prese la mano accarezzandola e le tolse il cucchiaio dalle mani. 

"Lascia che sono depressa, ho bisogno di conforto". Disse lei cercando di riprendere il cucchiaio dalle mani del fidanzato. 

"Se continui così, amore mio, domani sarai depressa, con il diabete e obesa. Se ti serve conforto poi...vieni qui - posò il cucchiaio sulla scrivania per poi allargare le braccia verso di lei - sprofonda tra le mie braccia e lascia stare il gelato". 

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