Incubi o desideri?

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Annalisa vagava lungo la spiaggia dorata e calda, i piedi inumiditi dalle onde che si dilungavano lungo la riva, il sole caldo le riscaldava la pelle. Spensierata e allegra osservava l'orizzonte e le sue pupille si perdevano in quella linea dove cielo e mare sembrano sposarti. 

Un'ombra prese piede di fianco a lei, si voltò a guardare e Marzio le sorrideva con il suo bel grugno malizioso. Un sorriso bianco come la neve e raggiante come può esserlo un raggio di sole che si infrange su essa. Bello come se fosse dipinto, con la sua barbetta mezza incolta, i capelli un po' arruffati dal vento e quegli occhi profondi come l'abisso della perdizione. 

Il bene e il male in un'unica medaglia e lei ne sentiva tutta l'attrazione micidiale che ne derivava: quell'uomo era irresistibile, rappresentava tutto ciò da cui bisognava stare lontano, ma allo stesso tempo, esprimeva i desideri più profondi e nascosti di ogni fanciulla. 

La sua mano calda le cinse la vita e si lasciò cullare dal vento che la spingeva con il viso verso il suo petto. Largo, muscoloso e con quella peluria giusta che gli donava l'aspetto da maschio vero, forse un po' perduto nel tempo. 

Alzò lo sguardo verso quel volto che la spaventava, ma di cui ormai conosceva ogni tratto. Si ritrovò le labbra di lui a pochi millimetri dalla sua bocca. Leggermente in punta di piedi lo baciò, consapevole di farlo per prima, cosciente che si sarebbe scottata come se avesse passato l'intera giornata sotto la sole dell'estate. 

La brezza marina che inumidiva i loro corpi, ora abbracciati e surriscaldati dal calore dell'altro. Persi in un momento quasi magico. Il mondo intorno a loro prendeva pieghe inconsuete, mai immaginate. 

Scoprire il dolce letto naturale e soffice della sabbia, con tutti quei granuli fini che si intrufolavano un po' ovunque, in una sinfonia soave che legava, in un accordo perfetto, il passaggio delle mani di Marzio accompagnate dalla sabbia. 

I respiri sempre più affannosi che si liberavano nell'aria, perdendosi nell'azzurro intenso del cielo, le sue labbra, il suo modo di baciare, la via del non ritorno era a un passo dall'essere percorsa. 

Il lieve sussultò, accompagnato da un sospiro di piacere, quando la mano di Marzio raggiunse la vetta proibita. La sentiva lieve ed esperta intrufolarsi nelle sue gambe, intenta a raggirare la presenza del costume che ancora gli bandiva la meta.

Il collo di lui diventò il campo di battaglia per infiniti e millesimali morsi che Annalisa trovava doverosi dargli. Lo mordeva con sensuale audacia, nonostante avesse sempre pensato che tali atteggiamenti erano ben lontani dal suo essere. 

Quel sfarfallio nel basso ventre che prendeva piede e stringeva la sua morsa dall'interno, facendo esplodere un gran calore. Un fuoco immenso che scorreva nelle vene e lì, a due passi da lei, quella fonte inesauribile di acqua che le galleggiava ormai sopra. 

Eccolo, pensò, il punto in cui cielo e mare si toccano, sfiorandosi con delicatezza, con i loro movimenti naturali che sono parte integrante di una fusione esplosiva. Acqua e aria, per un istante, cielo e terra, in quel momento. 

Distesa a terra,completamente abbandonata e ansimante di piacere, era tutt'uno con la madre terra, come se l'avesse incarnata nella sua anima. Marzio le stava sopra ed era talmente lieve il suo movimento da sembrare leggero come una piuma, era l'aria che si infiltrava nelle insenature della terra, rendendola più morbida e calda. Cielo e terra, questo erano diventati e fu dolce il congiungersi in quel letto morbido. Piacevole l'evento e focoso l'estremo raggiungimento del piacere di entrambi. 

Fu tutto divino, come avviene nelle favole, talmente perfetto che Annalisa si svegliò di colpo scattando seduta sul letto. La stanza era buia e regnava il silenzio, interrotto solo dal suo respiro affannoso, incontrollato come lo era il suo cuore. 

La morsa al basso ventre era però presente e aveva la stessa intensità del sogno. Si portò una mano nelle parti intime: le mutandine erano umide come se tutto fosse successo davvero. Era spaventata, ma appagata da chissà quale magia. 

Ritornò sdraiata, convincendosi che non doveva dare peso a un sogno, ma incredula anche di come le fosse rimasto impresso quel benessere provato in quell'oblio. 

Desiderio misto a un incubo...ormai sono sull'orlo della pazzia. Quell'uomo sta uccidendo la ragazzina che regnava in me...si addormentò pensandolo.


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