"Allora dove andiamo?", domandò Marzio mettendo in moto la macchina.
"Non ho idea, credimi. E' che ho perso proprio la mano in fatto di mete. Capirai, sono sempre fuori casa per lavoro, spesso rientro solo nel week-end, stanco come un mulo. A parte qualche ora fuori quando ci sono le feste del paese, non metto quasi mai il naso fuori dalla porta per andare da qualche parte, a meno che non sia il supermercato o il giornalaio. Quindi non ho proprio idea dei vari locali, o mete che ci sono oggi nei dintorni". Rispose Federico con tono rassegnato.
"Come mai lavori fuori?", domandò al suocero.
"Perchè qui, nei dintorni, il lavoro edile è scarso. Quindi ti ritrovi a fare la pedina un po' per tutto il Lazio. L'altra settimana ero a Frosinone, in un cantiere, poi hanno bloccato i lavori e amen. Sono in attesa della prossima destinazione".
"Capisco, almeno tu non stai chiuso in quattro mura deprimenti", replicò Marzio guardando la strada che si dimenava davanti a lui.
"Non ti piace il tuo lavoro?", domandò Federico al ragazzo.
"Se fosse per me, in quello studio, appiccherei un gran falò".
"Dove è finito il Marzio che diceva a mia figlia che nessuno può costringerla a fare quello che non vuole fare? Se non ti piace perché lo fai?", rispose polemizzando un po'.
"Perchè i soldi servono per campare? Da ragazzetto non avevo tutta l'autonomia che ho ora, sono stato costretto a prendere quella via, o come direbbe mio padre, a seguire le sue impronte. Ora a trentadue anni, dopo dodici anni di 730 e cazzi vari, che cazzo vuoi che faccia per campare?". Rispose un po' rabbioso.
"Partendo da un presupposto, quello che i soldi servono solo per campare, potresti fare un altro lavoro, magari qualcosa che ti piace di più; se, invece, i soldi ti servono, oltre che per campare a mantenere uno stile di vita e qualche vizio di troppo, allora rimani incastrato negli abiti da commercialista, in effetti è un lavoro ben remunerato". Replicò il suocero.
"La fai troppo facile", rispose Marzio.
"Che c'è di difficile? Molli l'ufficio e fai altro. Non c'è nulla di difficile". Polemizzò di nuovo Federico.
"Altro cosa? Che il lavoro non si trova ed è un miracolo se ne hai uno". Ribatté Marzio.
"Oh sì, i lavori ci sono volendo, è la fantasia di fare certi lavori che manca. Per esempio: la mia ditta cerca dei manovali, ma ai giovani d'oggi gli piace la bella vita, i soldi facili, la fama...quindi meglio tentare altre vie che spaccarsi la schiena in cantiere. Ed è così per tanti lavori...il Comune cerca spazzini, ma ti metti a fare lo spazzino? Per i giovani risuona come un insulto, pensa che ai miei tempi se avevi un lavoro come spazzino in Comune eri considerato un privilegiato, uno con lo stipendio fisso e assicurato, il buon vecchio posto fisso e garantito. Non c'è più spirito di adattamento, di sacrificio, voi giovani non conoscete più frasi del tipo: per ora faccio questo, poi se capita di meglio, intanto però mi metto qualche soldino da parte. Anche perchè, io li vedo in giro, quel povero stipendio, semmai lo avessero, fa prima a uscire dal conto corrente che a entrarvi...spendete come degli assassini, mai che vi venisse in mente di mettere qualcosina da parte. Io vedo anche Annalisa, anche lei ha questo difetto, seppur rapportato alla paghetta settimanale. Quei soldi le bruciano in mano, non vede l'ora di spenderli, i soldi della paghetta passano dal mio portafoglio alla cassa di qualche negoziante sostando per qualche secondo tra le mani di mia figlia". Federico si sfogò un pochino.
"Ora se volessi fare il cattivo ti dovrei dire che a tua figlia sta sul cazzo la facoltà di Medicina, lei ama la Matematica e invidia il fatto che io faccio il commercialista e ho a che fare con i numeri, le formule, indici, statistiche e via dicendo". Replicò Marzio affondando un bel colpo.
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Questione di pelle
Romance[Disponibile su Amazon anche in cartaceo ed ebook, le due versioni su Amazon contengono maggiori scene e maggiori dettagli sui protagonisti e le loro vicende] Annalisa ha 19 anni e ancora non ha conosciuto i dolci richiami dell'amore, per questo mot...