Chi disprezza compra

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Annalisa era seduta sul suo letto intenta a leggere un bel romanzo d'amore, ma la sua testa sembrava non volerne sapere di cibarsi di tale delizia. Più volte aveva dovuto rileggere alcuni passi, perchè la mente viaggiava in altre direzioni distraendo la sua attenzione dal comprendere il racconto. 

Si sentiva confusa e irritata allo stesso tempo, quel Marzio dei suoi stivali lo avrebbe voluto uccidere, ma gira che ti rigira finiva sempre con il pensiero diretto a lui. Era più forte di lei, proprio non riusciva a controllare i neuroni che, dal nulla, lasciavano che l'immagine di lui si materializzasse nel buio della sua mente. 

Cafone, ignorante, immorale...ma chi si crede di essere? Ma poi si vanta pure della sua visione di vita, così immorale e sfacciata! Ha tutti i requisiti giusti per stargli alla larga Annalisa, con quello finisci di certo male. Lo vedi no? Hanno tutte la reputazione rovinata da lui e dai suoi fratellini...una bella famigliola proprio! 

Sbuffò alzandosi e gettando il libro sul letto. La finestra, che dava sul cortile e sulla strada principale, era illuminata dal sole tiepido di marzo. Era quasi primavera e si sentiva l'aria fresca che liberava i primi odori dettati dai pollini. Socchiuse gli occhi e, di nuovo, il volto di Marzio tornò a torturarla. 

Smettila di pensare a lui, fai altro porca miseria!  

Si rimproverò severamente. Si guardò un attimo intorno per cercare qualche cosa da fare: la stanza era terribilmente in ordine, pulita e in perfetta tinta rosa confetto. 

Sembra la stanza di Barbie...pensò guardandola. Per la prima volta quella camera le sembrava inadatta alla sua età. Se ci viene un ragazzo qui dentro mi prende in giro per il resto della mia vita, magari penserà che dormo con la sorellina, che tra l'altro non ho. Se ci capita quello poi...ma cosa diavolo vado a pensare? Perchè mai quell'idiota dovrebbe entrare nella mia camera? Sai che faccio? Ora esco che sennò qui dentro impazzisco! 

Prese la giacca dalla sedia e uscì scendendo le scale di corsa. 

"Io esco a fare una passeggiata, a dopo", intonò a sua madre che stava intenta a cucire davanti al camino. 

"Non fare tardi, mi raccomando", la voce di sua madre la raggiunse di sfuggita mentre chiudeva la porta di casa. 

Passeggiò e passeggiò in cerca di qualcosa d'interessante da vedere, non aveva voglia di andare al solito ritrovo di amici: di sicuro Elena era lì e le avrebbe fatto l'interrogatorio su Marzio e su come fosse andata. Di fronte all'ennesima scalata in bianco le avrebbe fatto una predica lunga una quaresima ricordandole quanto fosse stupida. 

La sua attenzione venne catturata da una vetrina di intimi. Si soffermò a guardare il completino di pizzo nero: mini mutandine, reggiseno risicato e giarrettiere. Esistono ancora? Pensò mentre le osservava. Il completo di per sé le piaceva e lo trovava sexy, ma indosso a lei sicuramente avrebbe sfigurato. Non aveva di certo un corpo da modella, seppur era un bel corpo con le dovute forme in vista, ma per i canoni di bellezza che viaggiavano, la sua corporatura risultava leggermente abbondante. Dettaglio che ai maschi non passava inosservato, infatti le sue amiche rinsecchite come manici di scopa avevano tutte il ragazzo e stavano molto avanti nelle esperienze di coppia. Annalisa era rimasta al primo bacio durante la pausa mensa della scuola, un bacietto  innocente che non ebbe poi un seguito storico. Se le sue amiche stavano alle magistrali in ambito sesso, lei doveva ancora praticare l'abc delle elementari. 

Sono un disastro, in  parte hanno ragione, neanche un bradipo è ancora vergine alla mia età...si derise da sola rassegnandosi all'idea che forse era davvero una sognatrice. Con questo umore storto tornò a casa. 

"Ah bentornata, come è andata la passeggiata?". Domandò sua madre. 

"Bene, mamma". Rispose in automatico. 

"C'è un pacco per te, l'hanno consegnato poco fa". Gli disse sua madre facendola desistere dal salire le scale. 

"Cosa? Ma che...", non riusciva proprio a capire di che si trattasse, fece un breve excursus nella memoria per ricordare se avesse ordinato qualcosa su internet, ma niente. Comunque prese il pacco, guardandolo con aria curiosa e salì in camera.

Lo scartò e rimase a bocca aperta. Dentro la scatola vi era il completino nero della vetrina, con tanto di giarrettiere. 

Ma che diavolo... gli occhi si posarono sul bigliettino che accompagnava il pacchetto. Lo aprì:

Se cercavi un'occasione per indossarlo: ore nove al parco centrale, baci Marzio. 

Buttò il biglietto sul letto con rabbia. 

Questo è proprio matto! Ma come si permette? E poi come sapeva che lo stavo guardando? Oddio mi segue, è uno stalker sto tizio! Ma tu guarda se proprio a me doveva capitare, ma poi che ci trova in me? Ha duecentomila fighe che gli ronzano intorno perchè vuole tormentare proprio me? 

Intanto però gli occhi le scivolarono sul completino sexy e già si immaginava come le stava addosso. 

Chissà se ha indovinato la taglia? Pensò prendendolo. Ora aveva un bel dilemma su cui riflettere: andare o non andare? Questo era il dilemma. 

Questione di pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora