Capitolo 1. Italia

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5 anni dopo.

<<Italia?>> La voce di sua madre riecheggia da basso. Italia, ancora sonnecchiante, alza il capo dal cuscino e si stropiccia gli occhi. <<Sbrigati>>. La donna la incita a sbrigarsi. Italia non sa per cosa. Poi spalancando gli occhi in ansia, si rende conto che è il 10 settembre, il primo giorno di scuola nel secondo superiore.

Fa volare la coperta, che la copre dal capo ai piedi, sul pavimento e salta giù dal letto. Sembra come una persona che non vuole perdere il treno. Corre saltando gli scalini e, a volte inciampando, cade e ruzzola giù. Cerca di sbrigarsi.

La madre mette la colazione in tavola e Italia, in fretta e furia, prende del latte buttandoci dentro i cereali. Molti sono andati a finire sul tavolo, e nello stomaco del loro cane che, vivendo in casa, mangia tutto ciò che non ai trova nel piatto dei padroni. Ingurgita tutto, più che può, e dopo aver finito, lascia la tazza nel lavello affinché la madre la possa lavare. Per darle il buongiorno, Italia le molla un bacio sulla guancia.

Dopodiché, corre al piano di sopra e prepara la sua divisa - ogni giorno ne ha una diversa. Prende dal suo armadio la divisa composta da camicia bianca, gonna a quadrettoni, giacchetto nero, cravatta nera e scarpe - mocassini lucidi - nere.

Va in bagno a farsi la doccia. Controlla l'orologio e poi entra nella doccia. L'acqua le accarezza ogni parte del corpo. Spalma bene lo shampoo e il bagnoschiuma e poi risciacqua. Esce dalla doccia, si copre con un asciugamani e corre ad asciugarsi i capelli.

Non può arrivare in ritardo il primo giorno di scuola. Lei non è più così. Dopo la bocciatura del primo anno - un'umiliazione enorme - Italia ha deciso di mettersi sotto. Arriva sempre in orario, capelli ben pettinati, è sempre ben ben vestita - non indossa mai pantaloni stracciati o maglie corte e a giro maniche -, e soprattutto ha deciso di studiare come non mai. Dopo la sua bocciatura, Italia ha dimostrato di meritare voti anche molto alti - sul nove o il dieci - vincendo una medaglia come migliore studentessa nello studio.

Dopo aver asciugato i capelli con il phon, indossa la divisa, assicurandosi che fosse ben sirata, e poi, di nuovo in bagno, intreccia i suoi lunghi capelli neri e lisci in due boxer braind, un tipo di treccia che le sta davvero molto bene.

Dopodiché prende lo zaino, preparato il giorno prima, e corre al piano di sotto. Saluta i genitori e la piccola Francesca che fa colazione prendendosela con comoda.

Sono le otto e cinque. Ci vogliono massimo dieci minuti per arrivare a scuola a piedi, quindi arriverebbe comunque con cinque minuti di anticipo. Si asciuga una goccia di sudore che le si è creata a forza di correre su e giù per casa sua alla ricerca delle cose da fare prima di andare a scuola.

Mentre si avvia per la strada della scuola, sente riecheggiare alle sue spalle un nomignolo molto familiare. <<Ehi, Porky pig>>. I Dallas's Boys, dovevano essere per forza loro. Ogni anno le affidano un nomigliolo diverso. L'anno prima Porky pig, l'anno prima ranocchietta, e quello prima gatta da pelare. Non sopporta i nomiglioli che le affidano. Non rispecchiano la sua personalità.

Dal pullman, si eleva l'urlo del nomignolo gridato in precedenza da Cameron, il peggiore di tutti. Lui è il capo. Il bullo per eccellenza di tutta la scuola. Bello per quanto strano possa essere. Perché ce l'aveva con lei? È questa la domanda che riecheggia nella sua mente. Cammina impassibile, fingendo che le urla non le spezzino il cuore, ma in realtà, dentro sta uccidendo tutti quelli che la chiamano in quel modo.

Il pullman, più veloce dei passi di lei, passa davanti e i ragazzi, chiamandola Porky pig, le fanno gesti che lei trova disgustosi. Vorrebbe tanto fermare quella lacrima che le sta uscendo dall'occhio lucido, ma lei è più veloce della sua mano e quindi esce fuori, facendo piombare Italia in una melodia che odia, quella formata dai singhiozzi. La conosce fin troppo bene questa sensazione di impotenza verso qualcosa più grande e grosso di lei.

Dopo aver fermato la melodia dolorosa, Italia ricomincia a camminare. Davanti la scuola, i Dallas's Boys, già lì perché arrivati col pullman, iniziano a infastidirla. <<Beh, devo dire che Porky pig.. non ti si addice più. Sei dimagrita, e molto>> dice il bastardo leccandosi il labbro superiore. Italia, impotente tenta solo di allontanarsi da loro, ma non dimentica quanto possano essere violenti quando si arrabbiano.

L'anno precedente, hanno picchiato a sangue un ragazzo solo perché aveva tentato di difenderla dai loro continui tormenti.

Fuori Italia è una persona innocente, ma dentro già li ha mandati tutti a quel paese, cantandogli la canzoncina di Alberto Sordi. Vorrebbe farlo anche esternamente, ma poi succederebbe un putiferio. Cameron le accarezza il mento e glielo prende tra pollice e indice. Sembra stia cercando qualcosa a cui abbinare il nuovo nomigliolo. Poi tocca i suoi capelli. Ride come un matto. <<Ehi... Pippi Calzelunghe>>.

Italia si scosta dalla mandria di gnu che inizia a ridere di lei. Lei vede solo tantissimi occhi che la osservano. La osservano per trovare la somiglianza con Pippi. E dopo aver notato le treccine perfette, iniziano a ridere come dei perfetti idioti.

Va a finire in un posto isolato dal resto dei ragazzi in modo che possa finalmente stare un po' in pace prima di entrare. Ma non appena si siede su un muretto lì vicino, la campanella suona. Ed ecco che avrà inizio il suo primo giorno di scuola, il primo di insulti, tormenti ed eterni isolamenti.

Ecco il primo capitolo della mia nuova storia. Spero tanto che vi piaccia. ♡♥

Le attenzioni del mio bullo // CAMERON DALLASDove le storie prendono vita. Scoprilo ora