Sono ormai passati tre giorni da quando la ragazza nuova gli si è seduta accanto e non gli ha ancora detto una parola. A lui da fastidio questa cosa. Vuole sapere il perché. La prof. non è ancora entrata in classe, dunque può fare ricerche sul cellulare. Appena scrive su instagram ITALIA GIORDANO la sua ricerca ha inizio. Vi sono moltissime foto sue con un ragazzo molte volte taggato: Cameron Dallas. Nota che tra loro vi sono state delle leggere effusioni. Dunque stavano insieme.
In una foto c'è scritto: pagina del mio diario. Legge il commento nella foto: È difficile rendersene conto, ma lui non mia ama davvero. Se fosse vero lui non mi farebbe ciò che mi fa, ma mi abbraccerebbe, bacerebbe, cercherebbe di controllarsi, ma lui non lo fa, perché non mi ama.
La ragazza nuova, arrivata in ritardo si siede. Lui vorrebbe chiederle informazioni ma di vergogna. Sarà una frase sua o l'ha trovata su internet? Per aver pubblicato quella foto ci deve essere per forza un motivo. Valuta bene la situazione. Non è ancora il caso di chiederle questo genere di informazioni, ma almeno vorrebbe che gli parlasse. Invece quando lui le rivolge la parola gira leggermente la testa. Come se non riuscisse affatto a parlare.
Quando sente le risatine delle ragazze dietro gli salgono i nervi. <<Terrona, asociale e, scommetto, hai paura dei maschi>>.
Lui si gira di scatto: <<Ma a voi che ve ne frega di ciò che fa lei. In fondo non fa del male a nessuno. Lasciatela stare. Non mi voglio arrabbiare>>. Volge lo sguardo alla ragazza e poi cerca di interpretare la frase. "Non mi farebbe ciò che mi fa"? La prende in giro. "Mi abbraccerebbe"? La picchia. "Mi bacerebbe"? La insulta. Era vittima di bullismo, più pesantemente di come gli aveva confessato. Come aveva potuto farle tutto quello se stavano insieme.
Simone all'entrata della prof. chiude il cellulare e si alza con il resto della classe. La prof. ordina di sedersi. <<Tu sei la ragazza nuova?>> La professoressa guarda la ragazza che è al suo fianco. Lei non risponde. <<Allora?>> Le tocca il braccio col gomito.
Lei ritorna alla realtà. <<Si>> afferma soltanto lei. <<Sono la ragazza nuova>>.
<<Vorrai dire la terrona nuova, visto che ne abbiamo un altro nella nostra classe>> ricomincia a prenderla in giro la ragazza alle sue spalle.
Preso dall'ira, Simone le grida: <<Vuoi che ti molli un pugno in faccia? Basta solo chiederlo, che arriva>>.
<<Simone>> lo richiama la professoressa e lui si gira davanti imbarazzato. Ma almeno la polentona dietro di lui ha smesso si parlare. <<Devi fare un test d'ingresso. Sai, è la procedura. Nulla di più>>.
Si reca a prendere fogli che la professoressa le offre. <<Hai mezz'ora per farlo>>.
Appena arriva al posto Simone inizia a fissarla mentre indica le risposte al test. Neanche il tempo di leggere che sembra già sapere la risposta. Eppure è un test abbastanza complesso. Lui sta ancora leggendo le prime domande mentre Italia ha già messo la X sull'ultima risposta. Quando lei dice di voler consegnare il test lui la guarda esterrefatto, pietrificato. <<Sei sicura? Guarda che hai ancora molto tempo>>.
<<Non m'importa>> dice secca lei. <<In fondo la vita è fatta così. Si deve sempre rischiare>>.
Alla sua affermazione Simone zittisce lasciando a lei la scelta. Quando consegna, la prof. le chiede: << Hai già fatto?>>
<<Si>>.
<<Vorrà dire che lo correggo ora>>. Prende la penna rossa e Simone ha paura di tutte le macchie rosse che ci saranno su quel test. Invece sente la professoressa annuire ad ogni risposta data. Lui la guarda come se auella ragazza fosse un monumento rarissimo che può vedere solo lui. <<È perfetto>> si sente pronunciare dalla prof. <<Senza nemmeno un errore>>.
Lei torna con il sorriso al suo posto. Lui le da il cinque e lei non sembra capire.
<<Ehi, tu>> si sente pronunciare quelle due lettere da dietro. <<Stasera puoi farmi i compiti>>.
Simone sa già cosa avrebbe risposto. Ma dice a Italia: <<Non tenerti questi insulti. Reagisci>>. Sembra volerle dare qualche insegnamento morale.
<<Ma che senso ha?>>
Tutto ce l'ha. Gli suggerisce una voce nella testa. Una voce lontana mille miglia da dove si trovano loro. I suoi occhi azzurri sono bassi e Simone non vuole che la sua bella compagna di banco sia insultata.
<<Reagisci>> le suggerisce di nuovo.
Simone presta sempre ascolto alle voci che sente dentro sé. Niente, neanche l'insulto più osceno e cattivo gli permette di allontanarsi dalla sua mente, un covo di pensieri, frasi. Lui non si lascia sopraffare da nessun pregiudizio che gli viene inferto dai suoi compagni.
Cerca di spostare lo sguardo di ghiaccio di Italia dal banco per farle guardare i suoi. Le tocca il mento con le mani e la guarda proprio negli occhi. Cerca di farle leggere dai suoi occhi la parola REAGISCI.
Quando lei gli sorride lui fa altrettanto. <<È per te, solo per te>>.
Lei si gira dietro come per reagire, ma viene bloccata da una semplice frase ormai conosciuta: <<Sei solo una sfigata. Nulla di più>>. Tutta la classe inizia a ridere. Anche Simone ci è passato. Sa come ci si sente. Come se una pietra stesse per caderti addosso, ma tu sei pietrificato a terra. La pietra ti colpisce. È così che si sentiva lui quando lo chiamavano in quel modo. Dopo una rissa nessuno aveva il coraggio di chiamarlo a quel modo. Ma lei non reagisce.
Si alza di fretta dal banco e lui fa altrettanto. Volge lo sguardo alla compagna che l'ha insultata la quale sorride come se chissà quale opera di gentilezza avesse compiuto. <<Fai schifo>>.
<<Non lo credi davvero, bambolo>> gli dice lei sicura. Lui la manda a quel paese e segue la ragazza.
Corre veloce. Non vuole che lui la raggiunga. <<Lasciatemi in pace>> grida a tutta la classe.
Simone cerca di raggiungerla. Ma non ci arriva con facilità. Lei fa per chiudersi in bagno, ma lui le afferra la maglietta e la inchioda alla porta. Guarda la sua mano dove ha il taglierino. Lui la guarda triste. <<Che ci vuoi fare con questo? Tagliarti? Credi che ti serva? No. Non è questo ciò che ti serve. Devi solo reagire>>.
<<Non sono in grado>> urla lei affranta e con le lacrime che le sgorgano dagli occhi come fiumi in piena che escono dai letti. <<Non ce la faccio, Simone>>.
<<Ce la fai. Ce la fai>> gli dice lui poggiandole la fronte contro la sua. Il cielo di lei incontra il prato verde di lui. Le loro labbra vorrebbero tanto incontrarsi, ma 1, non si conoscono ancora e 2, lei ha subìto tanto. Tanto. Infatti scansa il bacio di lui e lui non cerca di costringerla.
<<Adesso reagisco. Guarda qua>>.
Lui sorride. Quando arriva in classe posa il taglierino sul banco e si rivolge a tutti i suoi compagni. <<Non so cosa io vi abbia fatto. Non so cosa vogliate. Ma non è una buona scusa per prendersela con me>> grida. Lui la guarda affascinato prima fuori la porta ora raggiungendo il banco. <<Non ne avete alcun diritto. E poi stasera i compiti te li fai tu>>.
Dalla classe si levano grida di assenso e la compagna che la prendeva in giro ora annuisce alle sue parole. <<Era ciò che volevo sentire>>.
<<Eh?>> fanno in coro Simone e Italia.
<<Nessuno merita di essere preso in giro. Nessuno. E il fatto che tu abbia trovato il coraggio di affrontarmi e molto positivo. Era una prova e tu l'hai superata. Qua la mano>> dice. Allunga la mano per fargliela afferrare. <<E grande coraggio nel dire quelle parole sui compiti. Sei una grande, Italia>>. È la prima volta che non la chiama terrona da quando è arrivata e a Simone fa molto piacere.
------
Eccomi con un nuovo capitolo dopo tanto. Protagonista Simone. Allora che ne pensate.
Grazie per la pazienza♡♥♡♥♡♥.
STAI LEGGENDO
Le attenzioni del mio bullo // CAMERON DALLAS
RomanceItalia Giordano ha sedici anni, è la secchiona della scuola. È timidissima. Italia, ogni giorno, viene presa di mira dalla banda dei Dallas's Boys, della quale fa parte anche il ragazzo che le piace, Cameron. Per evitare i continui insulti, la banda...