Capitolo 15. Italia e Cameron

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Giugno - Il ballo della vita. Due settimane prima.

Molte ragazze in tutto il paesino aspettano questo ballo da circa un paio di mesi. Già tutte hanno i vestiti, le scarpe e gli accessori pronti. Italia non è fra queste. Ha deciso di non aspettarsi nulla da questo ballo, come non si è mai aspettata nulla dalla vita. Non sa neanche se andrà al ballo di fine anno. Finalmente è finito un altro anno di scuola. Suo fratello sta per diplomarsi e poi se ne andrà di casa per andare a studiare all'università di Cambridge. Ha sempre avuto la fissazione per l'Inghilterra. Ora potrà realizzare il suo sogno. Italia dovrà ancora aspettare tre anni.

Il fratello è passato dal costumista circa due settimane prima del ballo. Lo smoking nero è molto elegante e gli calza a pennello. Quando ha comprato il completo, Italia gli ha chiesto con chi sarebbe andato al ballo. Lui ha detto sorridendo: <<Con Veronica. La ragazza più bella della mia classe>>.

<<Non era...>> Non le fa completare la frase.

<<Non devi nominarla. Lei è acqua passata. Ora c'è Vero>>.

Almeno lui esce con qualcuna. Lei non ha qualcuno con cui andare al Ballo della vita. Che poi non le è mai piaciuto ballare. Perché dovrei andarci?  pensa. Poi si dice che qualcuno comunque ci sarà senza una compagna. Magari quel qualcuno noterà proprio lei! L'unico problema: il vestito.

La madre è la sarta più brava del paesino, ma non le farebbe mai un vestito. Potrei farlo con lei che mi controlla, pensa. Non sa come potrebbe reagire sua madre se le chiedesse di aiutarla mentre deve finire l'ultima sua creazione per una ragazza della scuola. Un abito azzurro con le maniche a sbuffo. È davvero carino lo schizzo. Quanto vorrei un vestito del genere, pensa mentre vede sua madre lavorare.

Nella sua mente, immagini di stoffe, colori, cotone, aghi, spilli, metro. Tutto ciò che le occorre. Inizia col prendere un foglio e una matita e a disegna un piccolo schizzo che le si è formato nella testa. Un vestito corto ma non troppo, non le è mai piaciuta la roba troppo corta. Ha le maniche lunghe leggermente merlettate. Il busto è bello aderente al corpo e le cinge le forme. Quando alza la mano dal foglio si sente soddisfatta. È questo l'abito he indosserà tra due settimane. Ora ha bisogno di aiuto per misurarsi. Deve fare tutto secondo le proprie misure.

Quando chiama la madre ha l'aria stizzita. Odia essere interrotta mentre lavora. Quando arriva nel suo posto di lavoro, la camera da letto, la chiama di nuovo gridando. Sussulta. Ha spillo tra le mani. Se lo infila per sbaglio nel dito, non grida - è abituata a bucarsi con gli spilli - e si succhia il sangue che pian piano le fluisce fuori dal dito. <<Cosa c'è?>> L'aria turbata. Si sente un leggero venticello che entra dalla finestra appena aperta. Sua madre si alza per andare a mettere il dito sotto l'acqua fredda. Quando finalmente si ferma il sangue chiede in tono più comprensivo: <<Cosa ti serve?>>

<<Ho bisogno che mi misuri, mamma>>.

<<Misurarti? E perché?>>

Le mostra la bozza dell'abito. La madre la guarda con un sorriso che Italia non aveva mai visto. Sembra soddisfatta del lavoro di sua figlia. <<È per il ballo della scuola. Tutte le mie compagne ci vanno. Io non credo di volerci andare perché lo fanno loro. Mi vorrei divertire>>.

La madre annuisce. <<Vieni con me>>. La porta nella stanza dove è solita misurare le sue clienti. La matita incastrata tra i denti, il metro tra le mani, gli occhi sui numeri. Ogni misura qui è importante. La testa, il collo, il petto, la vita, le gambe e le braccia. Una volta ottenuto pe le misure Italia inizia il suo lavoro. Sua madre, in passato le ha insegnato a cucire cose piccole a macchina. Ora è un lavoro molto più importante. Sotto il controllo continuo di sua madre - ha smesso di lavorare, per oggi - inizia il lavoro dal busto, leggermente merlettato sul petto. Il merletto lo aggiunge successivamente. Passa alle maniche, prima la sinistra e poi la destra. In due giorni le difficili maniche sono pronte. Dato che non studia, lavora tutto il giorno al suo abito, come sua madre per le clienti. Passa finalmente alla gonna, pomposa al punto giusto, non troppo. Ogni tanto giocherella con la sua leggerezza e passa tra le mani la stoffa. La adora. Adora il contatto della pelle liscia con la stoffa ruvida. Una volta finito tutto, inizia l'assemblaggio che però viene eseguito dalla madre, più esperta.

Le attenzioni del mio bullo // CAMERON DALLASDove le storie prendono vita. Scoprilo ora