Capitolo 14. Italia e Cameron

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Cameron non la prende più in giro da un po' di tempo. Italia si avvicina titubante al suo bullo. Non sa cosa dire, così si schiarisce semplicemente la gola. A quel punto Cameron alza gli occhi. Quando i suoi si incontrano con quelli di Cameron Italia si sente avvampare. Lo vede pallido, ha sotto gli occhi delle borse che potrebbero portare spesa per cinque persone. Non l'ha mai visto così. Decide di tornare al suo posto senza parlargli. Il professor De Bianchi notato lo strano comportamento del ragazzo cerca di estorcere informazioni con molta pazienza. Si avvicina a Cameron. Italia sa che non dovrebbe ascoltare le conversazioni degli altri, ma al momento le risulta difficile.

<<Sei distratto. È successo qualcosa con qualcuno, magari qualcuna?>> gli chiede l'insegnante.

<<No. È...>> esita, forse un po' troppo - non convince Italia - ma il professore cerca di farlo continuare come riesce.  <<Ho solo litigato con la mia ragazza. Non è grave, passerà>>.

Il professore annuisce e torna alla cattedra.

Italia cerca di attirare l'attenzione di Cameron lanciandogli un biglietto. Lui chiede, in maniera silenziosa cosa debba fare. Italia dice con un filo di voce: <<Leggi>>, e con un gesto gli fa capire di dover girare il foglio. Dopo che Cameron capisce volge la sua attenzione alla lavagna dove il professore sta spiegando come calcolare la lunghezza di un segmento. Il professore la chiama alla lavagna. Non sono stata attenta vorrebbe dire, ma che figura ci farebbe con il suo prof. preferito?

Prende la penna per la lavagna interattiva e attende impaziente di tornare al suo posto. <<A (1; 2) e B (1-3). Calcolami la lunghezza del segmento>>. L'ansia aumenta passo dopo passo, il sudore inizia a scendere per la paura in piccolissime gocce. Poi rammenta ciò che ha imparato alle medie. Sente la voce della signorina Meyer, un'insegnante italo-tedesca, molto brava e generosa. Se hai uguale ascissa fai il valore assoluto della differenza tra le due ordinate. Se hai uguale ordinate fai il valore assoluto della differenza tra le due ascisse. Se non hai niente uguale - né ascisse né ordinate - devi fare la radice quadrata della somma tra la differenza delle ascisse al quadrati e la differenza tra le ordinate al quadrato.

Secondo i suoi insegnamenti guarda cos'ha alla lavagna.

Uguali ascisse.

Scrive la formula sotto lo sguardo attento di De Bianchi. <<AB è uguale a |2-(-3)|. |2+3|=5>>

Lui annuisce sorpreso. <<Ho visto che non eri attenta. Come hai fatto?>>

<<Oggi non sono stata attenta, in passato si>>. Lui sorride alle sue parole.

<<Torna a posto. Grazie>>. Lei torna a posto senza dire una parola.

Quando svolta la curva ha lo sguardo di Cameron su di lei. Lei lo guarda con dolcezza e anche con un pizzico di pena. Chissà perché ha lasciato Monica? si chiede da quella mattina quando ha visto i due litigare sulle scale della scuola e le viene un tonfo al cuore. Volge lo sguardo sul quaderno rattristandosi leggermente.

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Dopo la sfuriata che hanno avuto, Cameron non guarda più Monica negli occhi come faceva un tempo. Ogni volta che si incontrano lui va oltre. È rimasti molto deluso da Monica. Non avrebbe mai immaginato che potesse fare una cosa del genere.

Oggi Monica lo rincorre e gli afferra la manica del giubbotto. <<Ti devo parlare>> dice lei con le lacrime agli occhi. <<Ti prego. Lasciami parlare>>. Lui annuisce e lei inizia il discorso. <<Hai sempre preso in giro Italia. Quindi ho pensato che fosse la cosa giusta da fare, pensavo che tu ne fossi stato contento. Rispetto a ciò che le hai fatto tu, il mio non è niente. E poi, credevo che non ci avresti mai voluto avere a che fare con quella sfigata. Non avevo capito che tu volevi smettere. Davvero. Te lo giuro su ciò che ho di più cari>>.

<<Non credi che te l'avrei detto se avessi voluto fare questa cosa? Perché hai agito contro mia indicazione? Io ti avrei detto di farlo se l'avessi voluto. Ma non era ciò a cui volevo arrivare>>.

<<Ho sbagliato. Ma non puoi lasciarmi per quella sfigata>>.

<<Non osare mai più>> dice lui voltandosi e recandosi in classe. Appena entra Italia è già al suo posto, sembra più bella del solito. Lui invece sembra uno sgorbio, perché ha pianto la sua separazione da Monica - che non amava - e poi per tutto ciò che è accaduto quella notte in discoteca. Rammenta il modo in cui Italia si muove, forse un po' troppo sensualmente, come gli è caduto fra le braccia e come le loro labbra per poco non si fossero sfiorate.

Quando sente Italia schiarirsi la voce davanti a sé non le risponde ma semplicemente alza lo sguardo incrociando il suo - è davvero bellissima - per  poi abbassarlo di nuovo sul quaderno che sta scrivendo. Il professore di matematica gli si avvicina e iniziano a discutere, lui mente, anche se non lo vorrebbe.

Sente qualcosa toccargli la spalla. Qualcosa di molto leggero, come un fiocco di neve che cade sul cemento. Guarda accanto al suo banco, c'è una pallina. La apre. Non c'è scritto nulla. Guarda Italia che gli indica di girarlo. Ho notato che sei molto triste da quando l'hai lasciato. Se ti va possiamo parlare dopo al riguardo in bagno. Basta che me lo indichi con una X.
Si       no       forse.

Lui indica sulla opzione 'Si' e le fa tornare la pallina. Non appena tornata a posto dalla lavagna, Italia legge la pallina e vedendo la risposta di lui, sorride. Anche lui le sorride.

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Italia si volta a guardare Cameron che le annuisce. Alza la mano. <<Posso uscire professoressa?>>

<<Si>>. La prof., notando che si alza anche Cameron non si preoccupa più di tanto. Se si preoccupasse, Cameron le darebbe un motivo per cui farlo. Sk reca in bagno seguendo Italia. Si fermano sull'uscio.

<<Vuoi parlare di me e Monica>>.

<<Si. Non voglio intromettermi. È solo che... ti vedo triste e non mi piace. Mi dispiace tanto>>.

<<È una stronza. È inutile che ti dispiaci. Dovevo accorgermene prima>>. Abbassa lo sguardo al pavimento. Si guarda le scarpe.

<<Perché?>>

<<Ti ha drogata quella sera in discoteca. Io le avevo detto di non fare nulla contro di te. Ma lei ha frainteso. Pensava che scherzassi e ti ha miscelato la droga nell'acqua. Beh... non lei, personalmente. Ha chiesto al barista di farlo per lei. Hai idea? Non capisco come abbia potuto agire contro la mia volontà>>.

<<Tu non l'hai mai fatto?>>

Lui alza finalmente lo sguardo dalle scarpe. <<Sono stato uno stronzo con te. Ti chiedo scusa. Ma non le ho mai chiesto di drogarti. Ha scelto lei. Ha sbagliato e ora me la paga. Se osa rivolgermi di nuovo la parola...>> Non completa la frase perché Italia non vuole sentire di violenza.

<<Ha sbagliato, e tanto. Ma non devi farle male. Sbaglierai tu facendolo. Fidati. Andrà meglio col passare del tempo.>>

<<Scusami per ciò che ti ho fatto>>. Piange. Italia lo abbraccia. <<Era solo per attirare la tua attenzione, perché se ricordi tu mi prendevi in giro quando eravamo piccoli>> ascolta le sue parole, <<e la tua cattiveria mi affascinava. Non so spiegare. Tu mi attraevi. Eri, sei, e sarai sempre, la ragazza di cui mi sono innamorato un tempo>>.

<<Mi dispiace per quando ti prendevo in giro. Era solo per vendetta. Alle elementari mi prendevano in giro, non so, due o tre bambini. Mi davano della sfigata. Brutta. Grassa. Me lo prendevo ma poi ho deciso di vendicarmi su tutti i maschi he incontravo. Ma non mi è mai piaciuto prenderti in giro. Pensa che quando tornavo a casa vomitavo per ciò be ti dicevo>>.

Lui sorride e lei ricambia.

<<Non ci pensare più. Passerà>>.

Lui l'abbraccia. Lei si stringe a lui, più forte,  più forte. Si staccano e tornano in classe.

Le attenzioni del mio bullo // CAMERON DALLASDove le storie prendono vita. Scoprilo ora