Capitolo 2 {25}. Italia e Simone - vicino di casa.

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<<Italia?>> Inizia a sbraitare dal piano di sotto la mamma. Non ha voglia di alzarsi. Non il suo primo mattino nella casa nuova. Poiché non ha ancora compiuto diciotto anni, i suoi le hanno detto che fino a quell'età sarebbe andata a scuola che lo volesse oppure no, perché sono sempre i grandi a decidere per i ragazzi. <<Non farmi salire di sopra. Altrimenti prendo prima il battipanni e poi salgo>>. Come sei esagerata, avrebbe voluto dirle Italia. Ma nella sua opinione è meglio che la mamma non prenda il battipanni, altrimenti fa molto male. Molto. <<Ultimo avvertimento! Poi salgo>>.

Italia che si era già stufata un bel po' di sentirla, decide di alzarsi edi recarsi in cucina. <<Devi portate i documenti a scuola per la tua registrazione. Non capisco perché quando si parla di scuola tu non ti muova mai a tempo debito. Cerca di non fare tardi. E muoviti. Fa' colazione e va' a cambiati i vestiti. Il preside della scuola in cui andrai non tollera ritardi, anche se questi hanno un motivo valido per essere stati fatti. Ingurgita più che puoi. Neanche io voglio che tu ritardi il tuo primo giorno di scuola>>. Italia fissa le ancora belle forme di sua madre che si avvicinano al lavabo per lavare le tazze sua e di suo marito. Dopo Italia laverà le sua.

<<Mamma>> fa Italia avendo notato un vestito che sua madre non avrebbe mai indossato. La fissa con occhi di fuoco. Non vorrai tradire papà con qualcuno?, ha pensato immediatamente Italia. <<Come mai così elegante?>>

<<Vedi di sbrigarti. Manca poco che prenda il battipanni>>.

<<Uff... non ti si può chiedere nulla, eh? Che subito ti ingrippi>> fa Italia annoiata. Beve il suo latte con i Müesli che sono i suoi cereali preferito. <<Fatto>> dice. <<Contenta?>> Si dirige di sopra. Cerca qualcosa di adatto da indossare. Che però non sia la sua vecchia divisa. Su di essa ci sono troppi ricordi che fanno male. Le brucerà tutte non appena avrà finito la scuola oggi.

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<<Simone>> lo chiama suo padre. <<Sei pronto?>>

<<Giulio, avanti. Smettila>> fa sua moglie.

<<Nella nostra famiglia, come nella scuola di tuo - nostro figlio, non sono tollerati i ritardi. E lui per mettersi quella dannata divisa fa sempre tardi a scuola>>.

<<Dai. Vuoi farmi credere che i Cioffi non ritardano mai?>>

<<Sai cos'è? Devo andare a domare le pesti di qualcuno all'entrata di Milano, e ti dico che la camminata da fare nun è poca>>.

<<Non far uscire il terrone che c'è in te davanti a quelli. Lo sai come sono. No?>>

<<Mo mi fa fare tardi al lavoro>>.

<<Eccomi>>. Grida Simone dalla sua stanza. La divisa impeccabile, per non parlare dei capelli perfettamente pettinati. È per colpa loro che fa tardi la mattina. Non c'entra niente la divisa. Si da un'ultima occhiata allo specchio e poi scende. <<Andiamo>>.

Usciti fuori, Giulio Cioffi e il figlio non possono fare a meno che fissare la casa di fronte, rimasta in vendita per molto tempo, ora comprata da qualcuno molto ricco. <<Chissà chi l'avrà comprata?>> chiede Simone al padre. <<Dev'essere qualcuno molto ricco>>.

Simone sposta il suo sguardo al piano di sopra e nota una ragazza al dir poco bellissima. Non la indica al padre perché non è buona educazione indicare qualcuno. È sicuramente la figlia dei nuovi inquilini!, pensa Simone non riuscendo a spostare di un solo centimetro lo sguardo. Che begli occhi che ha! Un bel viso, le labbra da baciare, occhi però molto tristi. Una così bella ragazza non dovrebbe essere triste, pensa subito Simone.

Le attenzioni del mio bullo // CAMERON DALLASDove le storie prendono vita. Scoprilo ora