Capitolo 9. Cameron

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Riletto il messaggio che le aveva mandato poco prima, Cameron decide, di sua spontanea volontà, di andare a chiedere scusa a Italia, per tutto e dirle la verità sul perché le fa tutto questo. Non sapendo come avesse reagito alla sua vista, inizia a farsi un copione da seguire nei minimi particolari. Il testo è questo, se nel caso non lo volesse vedere - se nel caso gli permettesse di stare lì le parlerà come amico.

Cameron: Ti devo parlare.

Italia: Non abbiamo nulla da dirci. Quindi se andassi via mi faresti un piacere.

Cameron: No. Non me ne vado. Ti devo parlare. (La tieni ferma nel caso voglia aggredirti per farti andare via). Avanti.

Ecco. Sarà questo il copione che seguirà. Spera di non doverlo utilizzare, però.

Decide di indossare una camicetta bianca che gli mettesse in risalto i muscoli, un jeans strappato e delle sneakers bianche. Indossa, sopra, un giubbotto di pelle nera e si spruzza un po' di acqua di colonia. Adora questo profumo. Quando lo emana tutte le ragazze cadono ai suoi piedi.

Si avvia con la moto che gli hanno regalato i suoi l'anno prima. Sente il vento che gli soffia dritto negli occhi, dato che non ha abbassato la visiera del casco. Gli piace quella sensazione così continua fino alla casa di Italia, pochi isolati più a est da casa sua.

Quando bussa alla porta, spera che fosse Italia ad aprire. Invece è sua madre. La saluta cordialmente. <<Devo parlare con Italia. Sono un compagno di classe>>.

<<È di sopra. Ma starà dormendo. Non ha nemmeno mangiato nulla oggi>>.

<<Possa andare?>>

<<Certo>>. Mi guida fino alla stanza di Italia che ha la porta chiusa e varie scritte. "Do not disturb", "Bussare prima di aprire e aspettare il mio ordine", "Alt" e così via. Varie scritte con cui è vietato l'accesso nella camera. La madre bussa. <<Italia, apri c'è un giovanotto per te>>. Continua a bussare e, non sentendo l'ordine, apre la porta. Non c'è nella sua stanza. <<Italia?>>

<<La cerco io>>. La signora scende chiudendo la porta alle sue spalle. Cameron inizia a chiamare incessantemente il nome della ragazza, la quale non risponde. Si sarà nascosta, pensa. Inizia a cercarla dappertutto: nell'armadio, sotto il letto - per quanto è magra ce ne stanno due una sull'altra sotto il letto - sotto la scrivania. Guarda dalla finestra. Sarà fuori a prendere una boccata d'aria fresca, pensa tra sé. Guarda fuori, ma niente.

Ha controllato dappertutto.

Quando sta per uscire dalla stanza si rende conto di aver visto dappertutto fuorché dietro una porta, sulla quale vi sono scritte "Bagno solo mio".

È il suo bagno. Non posso farlo, pensa. La sto cercando perché non è nella stanza, riflette. E se fosse nel bagno?

Apre la porta lentamente, non vorrebbe mai vederla sul water. Si tappa gli occhi con la mano e chiede: <<Sei presentabile?>> Sorride. Non sentendo la risposta, apre la porta un po' alla volta, portando lo sguardo a terra. Guarda inorridito. C'è una pozza di sangue su tutto il pavimento. Dopodiché pensa Chi se ne frega se è presentabile. Apro la porta. Aperta si ritrova il corpo della ragazza martoriato di tagli.

Si getta sul pavimento. Prende il suo cellulare e chiama il 118. <<Aiuto, una ragazza è svenuta dopo molteplici tagli. Presto>>.

<<Dove siete?>>

<<Via Aldo Moro, numero 10>> dice Cameron sommerso dalle lacrime. <<Presto>>.

Cameron chiude la chiamata e inizia a chiamare la signora Giordano, la quale corre al piano di sopra seguita dal fratello e la sorrellina di Italia. Inizia a gridare allo spettacolo della figlia svenuta in una pozza di sangue, i ragazzi piangono. Cameron abbraccia la donna, che sembra impazzire, la tiene stretta. Quando si calma: <<Hai chiamato l'ambulanza?>> chiede.

Le attenzioni del mio bullo // CAMERON DALLASDove le storie prendono vita. Scoprilo ora