Nightmare

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Chapter 9

-Che vuoi Luke?-sbuffò sonoramente allontanandosi di poco da me.

Io rimasi come paralizzata, cercando di analizzare quello appena successo, le mie dita sfiorarono le mie labbra arrossate, constatando che forse avevo commesso un grave errore.

-Non posso ora- soffiò guardando un punto vuoto sul muro mentre ascoltava attentamente le parole dette dall'altra parte del telefono.

I muscoli erano tesi, le labbra erano gonfie e i ricci erano leggermente arruffati per causa mia.

Era pericolosamente affascinante e io ho un mal sano modo di ficcarmi sempre nei guai.

-Sono occupato- mormorò, i suoi occhi si incrociarono con i miei, occhi pieni di malizia, di desiderio -Molto occupato-sussurrò non distogliendo lo sguardo da me.

Mi sentivo così piccola sotto quel miele dalle sfumature verdi, senza valore al suo confronto.

-E va bene, adesso arrivo- grugnì per poi chiudere in modo rude la chiamata.

Scossi un po' la testa prima di strisciare via tra la parete e lui.

-Dove vai?- mi chiese aggrottando le sopracciglia.

-Me ne vado-quasi sussurrai con il nervosismo che facevo pompare più veloce il sangue nelle mie vene -Tu te ne devi andare e anch'io- finì con i piedi incollati al pavimento.

-Ma posso restare ancora un po'- continuò accarezzandomi la guancia.

Sussultai a quel gesto.

-No- sbottai, indietreggiando al suo tocco -Dimentica quello che è successo- balbettai cercando di andarmene, ma i piedi erano troppo pesanti -È stato un errore- sussurrai -È stato solo un errore- la sua espressione cambiò radicalmente non capendo quel cambio d'umore.

-M-ma perché?- disse con un filo di voce -Cos'ho fatto?- chiese facendo un'altra passo verso di me, ma questo servì a solo farmi indietreggiare di più.

-Tu niente- sentì le mani sudare tremendamente -È colpa mia- abbassai lo sguardo -Non dovevo permettere niente di tutto questo- volevo sprofondare e morire dalla vergogna.

Sentì le guance riscaldarsi rapidamente mentre mi girai di spalle camminando velocemente.

-Allison- cercò di afferrarmi il braccio ma mi scansai.

-Basta, ti prego- furono le mie ultime parole prima di andarmene con il respiro pronto a cesare.
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Tracciai grazie alla squadra l'ultima lunga linea dritta sul foglio bianco, concludendo il mio lavoro.

Mi mancavano solo i materiali da poco ordinati.

Le mie dita si attorcigliarono su un piccolo boccolo che cadde nella mia visuale.

Era morbido almeno quanto le sue labbra, così calde, così rosee, così carnose da togliere il respiro.

Avevo ancora il suo sapore sulle labbra, che potevano solo ricordare il modo in le mordicchiava senza ritegno.

-Allison, ci sei?- sussultai quando la voce del direttore risuonò alle mia spalle.

I miei pensieri si sfumarono, rendendomi conto che il mondo continua la sua solita e noiosa routine.

-Sì- mi affrettai a rispondere.

-Volevo avvisarti che tra una settimana arriverà un ragazzo nuovo- spiegò strofinandosi le mani tra loro -In pratica sarà il tuo aiutante, infatti non è molto esperto in questo campo-

Annuì lievemente pensando a chi e a come sarebbe stato questo ragazzo.

Ero abbastanza socievole, ma se l'altra persona non ricambiava, sarebbe stato inutile.

Ma poi, credo, che mi sarebbe andato tutto bene se questo nuovo aiutante non sarebbe stato una semplice copia di Irwin.
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Camminai velocemente in modo d'arrivare il prima possibile alla mia destinazione.

Secondo le indicazioni di Sara il bar si trovava vicino al bagno dei maschi.

Sospirai mentre raggiunsi quest'ultimo dove poco dopo avrei dovuto svoltare a destra.

Sobbalzai quando la porta del bagno si spalancò.

Sentì i battiti del cuore accelerare nel veder dei ricci ribelli farsi spazio.

Rimasi come bloccata.

Lo vidi sorridere senza motivo mentre si appoggiò allo stipite della porta.

-Mi cercavi?- il suo tono era beffardo, le mani cominciarono a sudare e mille domande si propagarono nella mia testa mettendomi in caos.

-No- dissi con un filo di voce -Cercavo il bar-le mie parole uscirono balbettanti anche dopo tutti gli sforzi per non far notare il mio nervosismo.

-Ne sei sicura?- si stava avvicinando a me, come sapendo l'incapacità del mio corpo di muoversi.

Annuì, vedendo che le parole non sarebbero uscite per mia volontà.

-Oh- sussurrò con uno sguardo infuocato -E io che pensavo volessi finire quello che avevamo iniziato- le sue dita tracciarono tortuosamente la mia mascella abbassando il viso verso le mie labbra.

-Pensavo ti fosse rimasto chiaro- sbottai prima che mi confonda nel suo calore.

Si allontanò di poco con le sopracciglia aggrottate.

-Pensavo ti fosse rimasto chiaro che dimenticassi tutto quello che è successo- continuai allontanando il suo tocco da me -È stato un errore- feci un passo indietro per miracolo.

Il suo sguardo si incupì facendomi gelare il sangue.

Indietreggiai quando lo vidi fare passi veloci verso di me, un sorrisetto comparve nelle sue labbra, un sorrisetto terrificante.

Sussultai quando mi scontrai contro il muro che mi negò di allontanarmi più da lui.

I ricci mi sfiorarono la fronte e il suo respiro mi accarezzava il viso.

-Non hai capito, dolcezza- soffiò facendomi rabbrividire -Io non accetto un no- mi bisbigliò sulle labbra.

Gli occhi miele mi infuocarono, cercai di scappare, ma mise le mani ai lati della mia testa negandomi ogni via di fuga.

Deglutì.

Voltai la testa quando le sue labbra sfiorarono le mie.

Grugnì al mio gesto, la mascella si tese e io dovevo difendermi in qualche modo.

Alzai lo sguardo, era arrabbiato, ma non mi importava, non mi lasciavo calpestare sapendo che potevo difendermi, troppe persone si erano approfittare della ingenuità, calpestandomi.

Costringendomi a diventare quello che sono, una margherita la calpesta chiunque, una rosa no.

-Io non sono una puttana, Irwin- gli appoggiai le mani sul petto cercando la forza per scansarlo, ma si sapeva che i miei sforzi non sarebbero serviti a niente -Conosco il genere di ragazzo che sei e se pensi che io sono come le puttanelle che te la danno per un po' di fama, ti sbagli- sputai.

Il suo sguardo era duro, si morse distrattamente il labbro per poi annuire lievemente.

Ghignò.

-A quanto pare sarai una sfida- sussurrò con la lussuria nei suoi occhi.

-Sarò il tuo peggior incubo, Irwin- sentì le guance accaldarsi quando lasciò un morbido bacio su una di esse.

-Accetto la sfida-

Trouble || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora