Capitolo 46

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Capitolo 46

-non c'è nessuno?- mi domandò Ashton mentre gli davo le spalle per chiudere la porta di casa.

-no. Sara è dal suo ragazzo- risposi buttando disordinatamente la borsa nel divano. - vuoi qualcosa da bere?- gli domandai e lui fece vagare i suoi occhi su tutta la sala fino a me per poi annuire.

Mi seguì fino alla cucina e sala da pranzo che erano una cosa sola, ma era ugualmente una stanza molto spaziosa. Aprì il frigo.

-succo,coca cola o acqua?-chiesi non distogliendo lo sguardo dal frigorifero che buttava l'aria fresca contro il mio corpo accaldato per colpa del clima.

-coca-rispose semplicemente. Presi due bicchieri per poi versarci il liquido gassoso e dolce. Glielo porsi. - come fanno due diciottenni a vivere in una casa come questa in una città come Los Angeles?- disse bevendo un sorso della bibita dissetante.

-in che senso "una casa come questa"?-

-è grande...e anche molto bella-sorrise

-il padre di Sara ha molti contatti soprattutto in una città come questa...- non so che lavoro svolga quel signore, ma devo dedurre che siano molto importanti.

Rimase a fissare un punto fisso nella stanza come se stesse pensando a non so che cosa.

-A cosa pensi?-la mia voce fece girare il suo sguardo verso di me. Diede un ultimo sorso al bicchiere prima di appoggiarlo sul tavolo poco lontano da dove ero io.

-beh...prima di tutto....siamo da soli- ammise. Anche se non ero sicura che fosse veramente quello che pensava, almeno non solo. Si avvicinò con un sorrisetto poco innocente.

-e allora?- mi feci la vaga mentre appoggiai le mani sul tavolo dietro di me in modo da allontanarmi da lui più del possibile.

-e allora...- ripeté le mie parole posando le mani sui miei fianchi leggermente scoperti a causa della mia maglietta corta. -...voglio quello che mi hai promesso...-sussurrò sulle mie labbra mentre i suoi ricci, quelli che erano riusciti a ribellarsi dalla rossa bandana, accarezzavano la mia fronte facendomi arrossire leggermente.

-e cosa ti ho promesso?-

-tutto- disse deciso. Sentì le guance arrossire ancora di più e mi morsi il labbro inferiore quando vidi le sue, così maledettamente baciabili. -questo è compito mio, tesoro- sussurrò vedendo la tortura che infliggevo alle mie stesse labbra. Un sorriso timido si. formò sul mio viso per poi vederlo eliminare la distanza che c'era tra le nostre bocche.

Un bacio innocente, che man mano che le nostre labbra si muovevano diventò più focoso quando i nostri corpi si attaccarono. Le sue labbra erano così persistenti sulle mie, così impazienti nell'avere quello che ha sempre voluto dal nostro primo incontro. Quello che anche se io lo negavo, lo volevo anch'io, da sempre.

Le sue mani accarezzavano i miei fianchi scoperti facendomi rabbrividire per poi abbassarle lentamente fino alle mie cosce, senza prima aver delicatamente stretto il mio fondoschiena. Un gesto così desiderabile ma nello stesso tempo divertente.

Massaggiava la pelle scoperta delle cosce mentre i suoi baci umidi vagavano sulla mia mascella rendendo ancora tutto più piacevole. Sobbalzai quando in un batter di ciglia afferrò le mie cosce facendomi staccare i piedi dal pavimento e farmi sedere sul tavolo.

Un gemito uscì dalla mia bocca quando si mise in mezzo alle mie gambe e marchiava leggermente la mia pelle. Incrociai le gambe sulla sua vita spingendolo ancora verso di me per quanto sia possibile.

Gemette sul mio collo quando le nostre intimità si strusciarono tra di loro.

-sai cosa voglio?- quelle parole uscirono così flebili anche se non smise di mordicchiare la delicata pelle della mia spalla.

-cosa?- un piccolo ansimo uscì dalla mia bocca.

Sorrise.

-voglio vedere un film- ammise con un sorriso beffardo. Aspetta....Cosa?!.

Rimasi pietrificata, questo non era nei miei piani. Ma a quanto pare nei suoi si.

-What did you expect?- disse in stile Penelope Cruz per poi prendere il bicchiere e bere un sorso di Coca Cola.

-Ma quanto sei stupido?- era più un'affermazione che una domanda. Cercai di essere più seria possibile ma fu quasi invano. Quando incominciò a ridere lo spinsi via da me in modo da poter scendere dal tavolo.

-andiamo piccola....era uno scherzo- disse quando si rese conto che io non stavo ridendo. Se quello era uno scherzo, non mi è piaciuto. -mi sono vendicato- sussurrò sul mio orecchio per poi darmi un bacio sulla guancia.

Non pensavo l'avrebbe mai fatto. Era comprensibile, lo avevo già lasciato con la voglia due volte.

-la mia vendetta sarà lenta e dolorosa- sussurrai sensualmente nel suo orecchio.

-non credo...la prossima volta non ti lascerò scappare neanche per tutto l'oro del modo-lo guardai con tono di sfida prima di allontanarmi completamente da lui.

-allora....che film si vede?- strofinai le mani tra loro.

(Ciao a tutti!! Lo so che forse rompo, ma vi volevo chiedere se potete commentare. Vi pregooo!!! Perché non so se vi piace la storia...perciò ne ho bisogno infinitamente per continuare.)

Trouble || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora