13. Ricerche

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Tornai a casa scoraggiata.
Quel lupo misterioso era sparito chissà dove e non lo avrei mai più trovato.
Maledetto Sam e le sue riunioni. Pensai irritata.
Stavo cercando da giorni il mio nuovo "amico", ma era tutto completamente inutile.
Era sparito.

Sospirai e tornai umana. Solo in quel momento mi accorsi di Andrea, seduto sulle scale del portico.
Perché non lo hanno fatto entrare? Mi domandai.
Annusai l'aria e capii subito il motivo: la villa era deserta. Potevo sentire solo i pensieri di Jacob, Renesmee ed Edward, che stavano andando a cacciare con Bella.
Mi avvicinai ad Andrea con un certo timore. Dopo la litigata di qualche giorno prima avevamo smesso di parlarci, o almeno, lui aveva smesso di parlarmi.
A scuola eravamo già diventati il gossip principale. Ancora non capivo perché la gente non potesse farsi i fatti suoi.
Il ragazzo alzò lo sguardo e si passò una mano tra i capelli. Dalle labbra gli sfuggì un gemito roco, mentre contraeva il viso in una smorfia di dolore: aveva usato il braccio ferito.
Mi fermai davanti a lui e fissai i miei occhi nocciola nei suoi verdi, aspettando che iniziasse lui a parlare.
«Ti credo» disse solamente.
«Hai tradotto le lettere?» domandai stupita, dopo un lungo attimo di silenzio.
«Sì. Sempre che il traduttore di Google non si sia inventato completamente le cose».
«E chi ti dice che, oltre alla traduzione di Google, le cose scritte siano reali?».
«Ho chiesto a mia nonna».
Mi irrigidii. «Tu... cosa?» sussurrai.
«Era la cosa più sensata. L'ho contattata e abbiamo parlato».
Rimasi per un attimo in silenzio per elaborare le informazioni. «Ma, aspetta, lei parla solo italiano e tu non sai quella lingua».
Non sapevo perché il padre di Andrea, italiano, non avesse insegnato al figlio la propria lingua madre per poter almeno parlare con la nonna.
Il ragazzo sorrise divertito. «Il traduttore di Google è utile. Fa un po' schifo in quanto a sinonimi e coniugazioni dei verbi, ma è utile».
«E quindi tu le hai detto che io, i Cullen e tutti gli altri...» non completai la frase, troppo sconcertata per poter dire qualcosa.
«No, certo che no!» si affrettò a rispondere «Non le ho parlato di voi, però le ho detto della morte del prof in un incidente stradale».
«Incidente stradale? Ma lo ha ucciso Tyler davanti ai nostri occhi».
«Già, ma non potevo affermare che esistono i vampiri e tutto il resto. Le bugie a volte sono utili» aggiunse sorridendo divertito. «Dopotutto, grazie a Charlie, ognuno in città crede che l'auto di quell'uomo si sia schiantata contro un albero».
«E se lei dovesse telefonare a qualcuno che sa la verità?».
«Come potrebbe fare? Solo io, te, i Cullen, i due branchi, Charlie, Max, Tyler, Sue e Billy sappiamo la verità» mi ricordò tenendo il conto delle persone elencate con le dita.
«Già, ma...».
«Ma?» domandò incitandomi a continuare la frase.
«Non lo so! Potrebbe scoprirlo in qualche modo...» sbuffai. Aveva assoldato un uomo per uccidermi, quindi avrebbe potuto benissimo assoldare qualcuno per indagare sulla morte dell'uomo che doveva uccidermi.
«Non credo. Tu, piuttosto, dov'eri andata?».
Mi strinsi nelle spalle. «A fare un giro».
«Sicura?» chiese.
«Sicurissima» risposi costringendomi a sorridere. Odiavo mentirgli, ma il lupo nero era un segreto e tale sarebbe dovuto rimanere.
Andrea annuì poco convinto ed io mi avvicinai alla porta di casa. «Vuoi entrare?».
«Ok» rispose alzandosi e seguendomi dentro l'enorme villa.
Mi buttai sul divano bianco del salotto, sperando di fondermi con esso. Sono stanchissima... mi dissi esausta. Tutti i muscoli erano indolenziti a causa delle tante ore passate a correre in forma di lupo -i giri di ronda e la ricerca del mio "amico" si stavano facendo sentire-.
«Uh, quanta stanchezza» commentò il ragazzo ad alta voce. «Sei proprio sicura di stare bene?».
«Certo, sto benissimo». Negli ultimi giorni avevo passato tutti i pomeriggi e le serate -quando non c'erano i giri di ronda- a perlustrare da cima a fondo i boschi per cercare quel lupo. Inoltre, era davvero difficile evitare di pensare a lui per sbaglio, facendo scoprire la cosa o ad Edward oppure all'intero branco.
Lanciai un'occhiata ad Andrea che aveva appena acceso la televisione. Ormai si comportava come se fosse a casa sua e la cosa andava più che bene sia a me che ai vampiri.
Non è che... pensai guardando i suoi capelli neri. Il lupo aveva il pelo nero, come i suoi capelli. Non ha un odore diverso, però. Istintivamente mi avvicinai a lui iniziando ad annusare per sentire qualche traccia olfattiva che mi facesse pensare a qualsiasi cosa tranne che ad un umano.
«Ehi, cosa stai facendo?» mormorò ridacchiando.
«Nulla» risposi immediatamente, arrossendo e tornando a sdraiarmi «È solo che... hai un buon profumo».
«È quello di sempre...» mi fece notare un po' confuso.
«Beh, lo avrai messo in quantità diverse e sembra diverso».
«Se lo dici tu...» disse ancora confuso lanciandomi strane occhiate. «Sei sicura di stare bene?».
«Sì, te l'ho già detto» mi accoccolai contro di lui fingendo di guardare la televisione. Uff, il telegiornale... pensai annoiata.
«Mi stai nascondendo qualcosa, vero?» domandò iniziando a giocare con i miei capelli.
Non gli risposi, attirata da un servizio del telegiornale. C'erano state delle strane uccisioni di galline e pecore a circa due ore di macchina da Forks. Si pensava ad un attacco di lupi o volpi.
«Ci sono altri vampiri?» chiese Andrea sentendo anche lui la notizia.
«Che io sappia no».
«Licantropi di altri possibili branchi?».
Scossi la testa. «Ne dubito» mormorai anche se, effettivamente, poteva essere vero.
«Non è che qualcuno del vostro branco o di quello di Sam ha deciso di cacciare animali da fattoria?».
«Improbabile».
«Perché rispondi quasi a monosillabi? Cos'è che ti preoccupa?» domandò spegnendo la televisione. Almeno, il servizio sulle uccisioni di pecore e galline era finito.
Gli diedi un bacio veloce, lasciando semplicemente che le nostre labbra si sfiorassero. «Mi ha dato un po' fastidio il fatto che tu ti sia arrabbiato per quelle lettere, ma non importa. È tutto passato» sorrisi.
Andrea mi accarezzò una guancia. «Beh, ok... mi dispiace di essermi comportato così, ma non volevo crederci. Sai, sapere che mia nonna ha tentato di ucciderti...».
Ridacchiai. «Tranquillo, non importa».
Andrea si alzò. «Ok... adesso magari vado a casa. Ci vediamo domani?».
Annuì alzandomi anch'io.
«Ti vengo a prendere qui per portarti a scuola. Riabilitiamo la vecchia routine» annunciò ridacchiando nel mentre che si dirigeva verso la porta.
«Ok» risposi sorridendo divertita. Dopo la litigata, oltre a smettere di parlarmi, aveva anche smesso di venire a prendermi per andare a scuola.
Andrea uscì dalla casa e si diresse verso la sua moto rossa parcheggiata nel prato. Avevo notato solo in quel momento la sua presenza.
Ero davvero fuori dal mondo in quei giorni!

Con una nuova idea in testa mi precipitai in camera mia ed accesi il computer. Avrei trovato quel maledetto lupo nero!
Stampai una cartina dell'intero stato di Washington ed iniziai a fare una miriade di ricerche riguardo a strane sparizioni di pecore e altri animali, appuntando ogni singolo luogo. Dopo più di un'ora avevo individuato un'area abbastanza estesa e non troppo lontana.
Forse lì si aggirava il mio lupo.
Sorrisi. Finalmente avrei scoperto chi era.
Presi la cartina e mi precipitai verso la porta. Non vedevo l'ora di concludere questa faccenda!
Non feci caso a ciò che stavo facendo ed andai a sbattere contro qualcuno.
«Chiara, stai bene?» mi domandò una voce che avrei riconosciuto fra altre mille.
«Sì. Scusa, Carlisle» risposi allontanandomi «Non ti avevo visto».
«Lo avevo notato» disse ridacchiando, posano le mani sulle mie spalle. «Dove vai così di fretta?» chiese Esme affacciandosi dalla porta della cucina.
«Oh... ehm... a fare un giro... magari perlustro un po' i dintorni».
«Da sola?» domandò Carlisle preoccupato.
«Sì» risposi confusa «Cosa ti succede? Sai che so badare a me stessa».
Il vampiro fece per rispondere, ma arrivò Jacob. Era affannato ed aveva un forte odore di bosco, come se fosse appena tornato umano dopo aver corso per molto tempo.
«Jake, cosa succede?» chiesi preoccupata.
«Quello che stavo per dirti io...» mormorò Carlisle, ma la sua voce venne sovrastata da quella del licantropo.
«Quil ed Embry hanno sentito un odore sospetto non troppo lontano da qui. Vogliamo tutti i lupi del branco». Riprese fiato, continuando ad ansimare un pochetto.
Era raro che i lupi si stancassero così tanto da non respirare più. Probabilmente era molto lontano ed aveva corso molto molto molto veloce.
Lo interruppi prima che potesse dire altro. «Perché non avete ululato come sempre per avvertirmi?».
«Lo abbiamo fatto, ma tu non sei arrivata. Mi sono preoccupato e sono corso immediatamente qui» mi guardò attentamente «Direi che stai bene, però».
«Ah... no, non ho sentito. Probabilmente ero troppo concentrata nei compiti» mi strinsi nelle spalle «Stavo anche ascoltando la musica con le cuffie... scusa, Jake».
«Non importa. Andiamo».
«Eri concentrata a fare i compiti? Sicura?» domandò Emmett entrando in casa con Jasper, Rosalie ed Alice «Non è che eri troppo concentrata a fare cose vietate ai minori con Andrea?». Fece un occhiolino, divertito, ed io arrossii.
Mi ripresi subito e gli ringhiai contro. «Andrea non è qui, è andato via da un po'».
Il vampiro si strinse nelle spalle. «Se lo dici tu... proverò a fidarmi».
«Veniamo anche noi» disse Jasper a Jacob.
Lo ringraziai tra me e me per aver cambiato discorso.
«Va bene» rispose Jake autoritario «Adesso però andiamo o gli altri potrebbero davvero preoccuparsi».

Seguii Jacob fuori dalla casa, in silenzio. I miei piani erano appena andati in fumo.
«Rosalie, Esme restate qui» sentii dire da Carlisle. Avvertii i movimenti silenziosi degli altri vampiri che ci stavano seguendo.
Jacob si allontanò e sparì fra gli alberi, per potersi spogliare senza essere visto prima di trasformarsi.
«Dove sono Edward, Bella e Nessie?» domandai guardandomi intorno.
«A casa loro» rispose Alice «Tra poco raggiungeranno Esme e Rose». Dal modo meccanico in cui parlava capii che stava riportando ciò che vedeva in una visione. «Rimarranno a casa a controllare che non arrivino estranei».
«Tu non puoi prevederlo?» domandai voltandomi verso di lei.
Scosse la testa. «Non riesco a vedere nulla. Probabilmente la cosa che ha lasciato l'odore trovato da Quil ed Embry non è nè un vampiro nè un licantropo come voi».
Jacob tornò verso di noi in forma di lupo e mi trasformai anch'io.
Ai miei pensieri si aggiunsero immediatamente anche tutti quelli degli altri del branco. Era sempre molto caotico restare nella mente del branco quando eravamo in tanti.
Iniziammo a correre per raggiungere gli altri.
Jake, ma che odore avete trovato?
Jacob rispose facendomi soltanto sentire quel profumo. Perché sì, era un odore così buono e familiare che mi veniva spontaneo descrivere come "profumo".
Il lupo nero. Pensai.
«Cosa?» chiese il licantropo rossiccio voltandosi verso di me.
No, nulla. Risposi. È una cosa di scuola, ma non c'entra nulla.
Jake annuì poco convinto, ma mi lasciò stare.
Di che cosa pensate che sia questa traccia?
Diverse voci mi risposero all'unisono: "licantropo".
E quindi ecco che il mistero di quel lupo forse si concludeva. Adesso lo avremmo cercato in tanti e lo avremmo trovato.


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