16. Un tipo misterioso

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Mi guardai intorno, prima di riprendere a divincolarmi e a mordere la rete per cercare di romperla. I fili erano spessi e ben intrecciati tra loro.
«Fermati o ti farai male» mi intimò una voce.
Alzai lo sguardo ringhiando e vidi lui. Il ragazzo che mi aveva aiutata a scuola. Il lupo nero.
Ripiegai le orecchie all'indietro e gli mostrai le zanne in un ringhio muto. Perché mi aveva intrappolata?
Il ragazzo sembrò capire anche se non gli avevo parlato e sorrise. «Non è mia la trappola». Dalla tasca prese quello che sembrava un coltellino svizzero. «Questo bosco però ne è pieno» aggiunse mentre si arrampicava sull'albero fino a raggiungere il ramo dove era levata la corda che manteneva appesa la rete. Con uno scatto aprì il coltellino e la lama affilata brillò per la luce. «Fai attenzione. Ti libero» mi disse prima di tagliare con un colpo secco la corda.
Precipitai a terra e toccai il suolo con un pesante tonfo. Mi rialzai immediatamente, ignorando il dolore causato dalla caduta, e uscì dalla trappola ormai aperta.
Ringhiai al ragazzo mettendomi in posizione per difendermi, con le orecchie ripiegate all'indietro ed uno sguardo minaccioso.
Ridendo, il ragazzo saltò giù dall'albero e atterrò agilmente in piedi. Rispose il coltello. «Non voglio farti male» disse con tranquillità.
Ringhiai ed arretrai leggermente. Non mi fidavo più al cento per cento.
«Se avessi voluto farti male non ti avrei liberata» mi fece notare divertito. «Sono un lupo come te, perché dovrei attaccarti?».
Lo fissai ancora diffidente. Notai che era abbastanza alto, un po' più muscoloso di Andrea, gli occhi erano di un intenso blu scuro ed i capelli avevano un colore strano; non avrei saputo dire se fossero stati di un biondo scuro oppure di un nocciola estremamente chiaro.
«So di essere molto bello, non serve che mi guardi così» commentò con un sorrisetto divertito accompagnato da un occhiolino.
Feci un verso indispettito e arretrai. Non ti stavo fissando perché mi piaci! Gli dissi ringhiando.
Il ragazzo sembrò stupito di sentire la mia voce nella sua testa. «Figo, puoi comunicare con me anche se io sono in forma umana» sorrise «Mi avevano detto che eri un po' diversa».
Di chi stai parlando? Chiesi confusa.
«Non posso dirtelo. A meno che tu non voglia venire con me» rispose.
Venire dove?
«Dal mio branco» disse sorridendo. «Ti piacerà. È più normale che vivere in mezzo ai vampiri».
Ringhiai. Sto bene qui. Loro mi hanno accolta e mi vogliono bene.
Il ragazzo fece una smorfia. «Se solo sapessi la verità...».
Quale verità? Dimmela. Risposi confusa.
Scosse la testa. «Non posso. Te l'ho già detto».
Ringhiai frustrata. Come faccio a fidarmi di te se ti ostini a non volermi dire nulla?
Si inginocchiò e mi guardò. I suoi occhi diventarono gialli ed iniziò a mormorare parole in una lingua sconosciuta.
Lo osservai confusa ma anche incuriosita dai suoni di quella strana lingua. Sembrava un insieme di mormorii e scricchiolii. Piegai la testa da un lato osservandolo.
Probabilmente notò la mia espressione. Smise di parlare e mi fissò sbalordito. «Non conosci la nostra lingua?» chiese mentre i suoi occhi tornavano ad essere blu.
Scossi la testa e mi sentii quasi in colpa quando sul volto del ragazzo apparve un'espressione delusa.
«Se venissi con me potrei insegnartela» disse poco dopo, tornando a sorridere. «Ti giuro che il branco ti piacerà. Dopotutto, è la tua casa».
No. Non posso venire. Non subito almeno. Scossi la testa. Ma poi perché continui a a dire che mi troverò bene? Non mi conosci. Io non ti conosco.
«Anch'io non ti conosco, ma mi hanno parlato tanto di te. Mi hanno mandato qui per portarti da loro, nel branco».
Chi sono questi "loro"?! Ringhiai.
«L'Alpha e gli altri anziani» rispose «Hanno mandato me perché sono il miglior combattente e perché ho quasi la tua età. Se volessi potrei iscrivermi alla tua scuola per stalkerarti meglio».
Quanti anni hai? Chiesi confusa.
«Diciannove e tu quasi diciassette» rispose sorridendo.
Ridacchiai involontariamente. Sei già uno stalker. Gli feci notare divertita.
Sorrise felice. «Allora ti sto simpatico, menomale. Adesso ti fidi di me?» mi domandò quasi in una supplica.
Più o meno. Diciamo che non verrò in questo fantomatico branco con te.
Sospirò. «Va bene. Ti fidi abbastanza per tornare umana? Sai, mi piacerebbe stringerti la mano per presentarmi».
Annuii. Va bene. Ma sappi che anch'io non sono tanto male nei combattimenti. Lo avvertii prima di tornare in forma umana.
Il ragazzo sorrise e si avvicinò. «Piacere, io sono Derek» si presentò allungando una mano verso di me.
Gliela strinsi, restando comunque diffidente. «Io mi chiamo Chiara».
«Lo so già» rispose con un sorrisetto divertito mentre lasciò andare la mia mano.
«Giusto... stalker» commentai sorridendo. In fondo era simpatico. Un po' strano e misterioso, ma simpatico.
Continuò a sorridere. Sembrava un tipo piuttosto solare. «Come ti senti? Sai, dopo la quella brutta perdita di controllo...».
«Meglio, grazie» risposi cordialmente. «Perché questa domanda? Hai paura che ti attacchi all'improvviso?» chiesi alzando un sopracciglio.
«Potresti anche farlo, ma non riusciresti a farmi del male» disse ridacchiando. «Miglior combattente, ricordi?».
«Miglior combattente del tuo branco, non del mondo» gli feci notare divertita.
«Mh... penso di essere il migliore anche nel mondo».
«Megalomane...» commentai a bassa voce alzando gli occhi al cielo.
Il ragazzo scoppiò a ridere. «Ma non è vero!».
«Oh, sì che è vero» risposi ridendo a mia volta. «Comunque... ho perso il controllo a causa dell'aconito?» domandai tornando seria.
Derek annuì. «Presumo di sì. Solo... come hai fatto ad ingerirlo?».
Scossi la testa. «Non lo so. Non ho mangiato nulla prima di... aspetta!» un'illuminazione «La caramella di Alexis...» mormorai «Ho mangiato solo quella».
«Alexis? Chi è?» chiese immediatamente.
«Una mia amica umana» risposi a bassa voce, stupita da ciò che avevo scoperto. No. Mi dissi. Alexis non lo farebbe mai. Vero?
Derek ridacchiò. «Ecco perché non bisogna fidarsi dei senza-pelo...» commentò.
Lo fissai confusa.
«Gli umani, scusa» si affrettò a correggere «Li chiamiamo così. È un termine un po' dispregiativo ma non credo che questa bella signora si scandalizzi per così poco» aggiunse osservandomi divertito.
Arrossii leggermente per il modo in cui mi aveva chiamata. «Alexis non lo farebbe mai» dissi poco dopo, spezzando il silenzio che si stava creando.
«O non conosci bene la tua amica oppure lei non sapeva ciò che stava facendo».
«Forse il professore di scienze...» mormorai pensierosa.
«Sono confuso. Chi è?» chiese Derek.
«Nulla, storia lunga» tagliai corto.
«Bene, mi piacciono le storie!» rispose sorridendo come un bambino al quale stai per raccontare una favola meravigliosa.
«Tu non mi parli di te; io non ti parlo di me» dissi scuotendo la testa.
«Ma io non posso dirti quello che vuoi sapere...» gemette.
«Se è così, nemmeno io» risposi stringendomi nelle spalle.
Derek sospirò. «Va bene... se non vuoi parlarmi di questo e non vuoi venire nel branco, cosa vuoi fare?».
«Farti qualche domanda» decisi dopo un attimo.
«Non posso dirti praticamente nulla» mi fece notare «Sto continuando a ripetertelo...».
«Lo so, ma almeno puoi dirmi cosa sei?».
«Un tipo di licantropo» disse con ovvietà. Sorrise «Questa domanda era semplice».
«Intendevo... Perché sei così simile a me? Hai gli occhi gialli e sei basso, come un lupo vero. I Quileutes sono più alti, come cavalli, e tremano prima di trasformarsi e...».
«Shh... una risposta alla volta» rispose posando due dita sulle mie labbra, per intimarmi il silenzio.
Arrossii ed arretrai, per poi fulminarlo con lo sguardo.
Il ragazzo ridacchiò ed abbassò la mano che era rimasta a mezz'aria. «Arrossisci facilmente, sai?» disse ridacchiando. Poi, senza aspettare una mia risposta, rispose vagamente alla mia domanda. «Io sono un Sangue di Lupo. Tu, dentro di te, hai un po' della mia specie e un po' di quella dei Quileutes, non so se mi sono spiegato bene, ma... non posso dirti perché. Te lo spiegherà l'Alpha, se verrai nel branco».
«Sangue di Lupo?» scoppiai a ridere «Mi prendi in giro? È una serie tv!».
Derek ridacchiò «Sì, anche se vivo nel bosco so cos'è una serie tv e so che qualcuno ha fatto sì che diventassimo oggetto di una serie tv» rispose.
«Non avete paura che adesso gli umani vi scoprano?».
«Noi che viviamo nel bosco, cambiando insediamento ogni tanto, non abbiamo paura. Nessun senz... umano, volevo dire, potrebbe credere alla nostra esistenza. Gli addomesticati che vivono a contatto con gli umani... beh, per loro è più rischioso» fece una piccola pausa «Però, la maggior parte di loro, sa controllarsi bene, non rischia nulla. Tranne quando c'è la luna piena, ovvio». Derek fece una smorfia «Bah, gli addomesticati, non hanno più i loro istinti e non possono nemmeno usare abilità da cuccioli come Eolas...».
«Addomesticati? E... che?! No... aspetta... troppe informazioni» dissi confusa «E soprattutto... la luna piena? Vi fa trasformare davvero?».
«Hai visto quella serie tv, no?».
Annuii. «Sì, certo».
«E allora cosa me lo chiedi a fare?» rispose ridendo «Sai già tutto. È abbastanza simile alla realtà».
«Già, ma... ho visto solamente le prime due stagioni e taaanto tempo fa. Non me la ricordo più bene» ammisi ridacchiando.
Derek sorrise «Ok, se vorrai ti racconterò quello che vuoi».
«Non verrò con te al branco» risposi risoluta.
«Quello che posso te lo racconto adesso, se vuoi» disse «Per il resto... dovrai venire con me».
«Ok, va bene. Inizia a spiegarmi ciò che hai lasciato in sospeso» risposi sorridendo.
Ero davvero tanto curiosa, anche se credevo che mi stesse prendendo in giro.
Il ragazzo annuì. «Va bene». Sorrise e si sedette su una roccia lì vicino. Mi fece segno di sedermi vicino a lui, dopotutto era abbastanza grande per permettere ad entrambi di sedersi comodamente.
Dopo un attimo di esitazione lo raggiusi. Agilmente saltai sulla roccia e mi sedetti al suo fianco con le gambe incrociate. «Allora? Sto aspettando» lo incitai.
Ridacchiò. «Certo che sei impaziente» commentò divertito, osservandomi. «Gli addomesticati sono dei Sangue di Lupo che hanno deciso di vivere in mezzo agli umani. Vengono criticati e considerati innaturali perché non sono più come noi. Reprimono così tanto l'istinto del lupo che non sembrano quasi più Sangue di Lupo, ai nostri occhi». Fece una breve pausa per aspettare qualche mia domanda.
«Quindi io sarei un'addomesticata?» chiesi sia curiosa che scettica.
«Sì, più o meno. Non sei propriamente una Sangue di Lupo, ma vivi a contatto con gli umani, quindi... sì, possiamo dire che tu sia un po' come loro».
«Quindi mi disprezzi perché vivo con gli umani?».
«No, assolutamente no!» si affrettò a dire. «In realtà... non seguo molto i luoghi comuni, penso che, con il passare delle generazioni, diventino così inutili e banali».
«"Con il passare delle generazioni"» mormorai «Siete immortali anche voi?».
«No» rispose «Tu sei immortale? So che quelli che tu consideri i membri del tuo branco lo sono, ma di te non mi hanno detto nulla. Non in questo ambito, almeno» aggiunse sorridendo divertito.
Annuii pensierosa, guardando il terreno sotto di noi. Poco dopo alzai la testa. «E per il resto? La luna piena e... Aeoles?» domandai incerta, non ricordandomi quello strano nome.
Derek scoppiò a ridere. «"Eolas", vorrai dire» ridacchiò e poi, dopo un po', tornò serio. «Scusa» mormorò divertito «Stavamo dicendo... Eolas e luna piena, sì. Prima la luna piena. Ah, le notti di luna piena sono fantastiche» alzò lo sguardo verso il cielo, sorridendo «Ma probabilmente succede quello che succede anche a te» aggiunse guardandomi.
Ridacchiai «Ah, sì. Quindi nulla».
«Cosa?!» chiese sbalordito, sgranando gli occhi «Non ti trasformi con la luna?».
Scossi la testa, sentendomi quasi in colpa per la sua espressione delusa.
«Oh... che tristezza... non sai cosa ti perdi» scosse la testa guardando in basso, perso fra i suoi pensieri.
Diceva di non essere immortale ma, per come mi parlava di quella cosa, sembrava che avesse visto centinaia e centinaia di volte la luna piena.
«In pratica sei un tutt'uno con il tuo lupo, i sensi sono aumentati, corri più veloce, sei più legato al branco. È... favoloso» disse dopo un attimo.
Mi sporsi un pochino in avanti per osservare il suo sguardo, che guardava il terreno in basso ma in realtà era fisso in un punto lontano, imprecisato. Dalla sua espressione e dal modo in cui ne parlava, sembrava un ragazzo innamorato che parlava della sua amata. Era così affascinante, sarei rimasta ad ascoltarlo e ad osservarlo per ore.
«Perché mi stai fissando?» chiese alzando leggermente lo sguardo. Intanto sorrideva divertito. Ormai avevo capito che quel sorriso era una parte di lui, che non poteva non possedere.
Arrossii e distolsi lo sguardo. «No... niente. Stavo pensando... queste sensazioni si provano anche quando si è semplicemente trasformati».
Sorrise di nuovo e si avvicinò a me. «È qui che non capisci. Pensa a quando sei trasformata e moltiplica quelle sensazioni per mille o duemila volte». Continuò ad avvicinarsi, finoa far quasi sfiorare i nostri visi, parlando con una grande passione. «È una sensazione fantastica, per me e per tutto il branco». Vide l'intenso rossore sulle mie guance ed arretrò, tornando seduto nella posizione di prima: gambe a penzoloni giù per la roccia e sguardo in basso. Si voltò leggermente per guardarmi, sorridendo «Scusa, non volevo metterti in imbarazzo».
«N-no, t-tranquillo» balbettai ancora confusa ed imbarazzata da ciò che aveva fatto. Si era avvicinato decisamente troppo, ma io non avevo sentito la necessità di allontanarmi.
Derek sospirò e si sdraio sulla roccia perlopiù piatta. «Quindi tu non ti trasformi...».
Scossi la testa. «No, mi dispiace» mormorai sentendomi in colpa.
Sorrise e posò una mano sulla mia, ma io la tolsi subito, atterrando leggermente. «Non è colpa tua se sei fatta così» guardò il cielo e la luna che si intravedeva fra le fronde degli alberi. Mi stupii di quanto fosse tardi, il tempo era letteralmente volato. «Domani ci sarà la luna piena. Sento già le forze aumentare» un sorriso malinconico si diffuse sul suo volto mentre fissava la luna con i suoi occhi blu, che consideravo veramente belli. «Sarà la mia prima luna piena da solo, senza branco».
«Non puoi sentirli con la mente? Noi possiamo sentirci anche a grandissime distanze».
Mi guardò stupito e poi scosse la testa. «No. Noi possiamo comunicare con la mente, è vero, ma solo se siamo vicini. Un po' come se ci parlassimo da umani».
«Ah... da noi funziona così solo per la comunicazione tra due Alpha di due branchi diversi. Tutti i membri di un branco, invece, sentono tutti i pensieri degli altri» ridacchiai «E quando dico tutti, intendo proprio tutti. Si sente ogni singolo pensiero, è così fastidioso. Soprattutto quando le persone trasformate sono tante e i pensieri si sommano tutti. Sembra di essere in una stanza super affollata».
«Ma così non avete privacy per quello che volete pensare» mi fece notare stupito.
«Già» risposi «Spesso è imbarazzante».
«In conclusione, sarò da solo» disse guardando il cielo «Non sentirò gli altri».
«Se vuoi posso farti compagnia» gli dissi senza pensarci. Sembrava così triste. «Verrò qui e... faremo quello che fai di solito con la luna piena».
«Davvero lo faresti?».
Annuii e lui sorrise.
«Wow, non pensavo che ti saresti fidata così in fretta di me».
Sorrisi e ripensai a quello che gli avevo proposto. «Beh... sì. In effetti...».
«Si sta facendo tardi, vuoi tornare a casa?» chiese cambiando argomento.
«Sì, forse è meglio. Prima, però mi devi spiegare che cos'è Eofas» risposi sorridendo.
«Continua a chiamarsi Eolas» mi corresse ridendo. «Ed è... una specie di magia, più o meno».
«In che senso?» chiesi curiosa.
«Beh... è un'abilità da Sangue di Lupo selvaggio. Gli addomesticati solitamente non ci riescono.
Tu tocchi il terreno, ti concentri un po' e diventi un tutt'uno con la natura. Puoi vedere e sentire qualsiasi cosa, anche a grandissime distanze. Serve a ritrovare il branco, vedere se stanno bene, cose così.
Però, bisogna fare molta attenzione; usare Eolas vicino ad una zona molto trafficata o, peggio ancora, vicino a dei pali dell'alta tensione, può essere pericolosissimo».
Annuii «Posso capire per il traffico ma... perché i cavi dell'alta tensione?».
Derek scosse la testa «Non lo so. Crea un casino completo nella tua testa, tutto perde senso, vortica e svieni. Mi è successo, una volta, ma i Guaritori non sanno perché».
Annuii e mi alzai. «Adesso devo andare».
«Se vuoi ti accompagno» disse sorridendo.
«Davvero? Non so se sia una buona idea».
«E perché?».
«Beh... gli altri del branco potrebbero sentire il tuo odore e venirti a cercare... o i vampiri...». Lo osservai un po' preoccupata.
Ridacchiò «Non serve che ti preoccupi per me. So badare a me stesso e... potrei fare nuove amicizie» aggiunse sarcastico.
«Va bene... se ne sei sicuro» mormorai. «Magari ti faccio fermare prima di entrare nel territorio dei Cullen o dei lupi. Ok? Preferisco dire a Carlisle e a Jacob della tua presenza».
Derek annuì senza fare domande «Va bene. Andiamo?».
Annuii e mi trasformai, saltando giù dalla roccia per atterrare sulle quattro zampe.
«Lo sai che sei veramente carina quando ti trasformi? Hai così tanti colori» commentò accarezzandomi la testa.
Probabilmente se fossi stata in forma umana sarei arrostita. G-grazie. Dissi un po' imbarazzata. Quindi vuoi dire che quando sono in forma umana sono brutta? Chiesi fingendomi offesa.
«Oh, no. Sei molto carina anche da umana, ma quello probabilmente te lo dice sempre il tuo ragazzo umano» per un attimo, mi sembrò che il suo viso avesse assunto un'espressione disgustata «Però, a mio parere, solo un licantropo può fare degli apprezzamenti sulla forma di lupo di un altro licantropo». Senza aspettare una mia risposta si trasformò e mi diede una spinta con la testa, facendomi fare qualche passetto per mantenere l'equilibrio.
Ehi! Mi lamentai guardandolo. Sei stato cattivo!
Ridacchiò e mi guardò scodinzolando.
Scodinzolai anch'io, sorridendo, e gli saltai addosso, cercando di mordergli orecchio.
Sfortunatamente Derek si spostò molto velocemente, schivando il mio attacco. «Sei lenta!» mi prese in giro.
Non è vero! Risposi offesa e lo attaccai di nuovo. Questa volta riuscii a mordicchiargli l'orecchio, ma lui riuscì anche ad atterrarmi in modo fin troppo facile. Ma come... mormorai stupita. Come hai fatto?
Sorrise. «Miglior combattente, ricordi?» disse prima di leccarmi il muso e spostarsi, lasciandomi libera.
Mi rialzai, un po' imbarazzata per il suo comportamento.
«Che c'è?» chiese ridacchiando.
Mi hai leccata. Risposi confusa.
Rise divertito. «Già. Adesso magari andiamo» disse tornando serio e dirigendosi verso casa mia.
Come fai a sapere dove abito? Domandai seguendolo.
«Ho seguito il tuo odore fino a lì, non è stato difficile» rispose con un'espressione vanitosa.
Annuii pensierosa e poi iniziai a correre. Prendimi! Gli urlai divertita. Lo sentii ridere ed iniziare a correre.
Lui era il miglior combattente, ma io ero la lupa più veloce!

Per raggiungere l'inizio del territorio dei Cullen impiegammo il doppio del tempo perché, per tutto il tragitto, continuammo a giocare come due lupacchiotti.
Appena arrivammo mi fermai immediatamente, per evitare che Derek valicasse il confine.
Il lupo mi raggiunse, rischiando di travolgermi, e si fermò al mio fianco. «Perché ti sei fermata?» mi chiese.
Dobbiamo salutarci qui. Risposi.
Il lupo annuì. «Verrai davvero domani?».
Sì. Te lo prometto. Risposi sorridendo.
Sorrise. «Bene, ci vediamo poco dopo il tramonto nel posto dove mi hai trovato oggi».
Annuii, lo salutai e tornai a casa di corsa.
Ero stata fuori per davvero tanto tempo, ormai era veramente tardi. Tornai umana ed entrai in casa. Sviai velocemente le domande dei vampiri preoccupati, dicendo che avevo sonno e dovevo assolutamente andare a dormire. Smisi di pensare a Derek per non far insospettire Edward e salii in camera mia.
Ma ciò che avevo detto non era vero: non avevo minimamente sonno. Mi sdraiai sul letto ed aspettai di addormentarmi, ma rimasi sveglia a pensare a quello strano tipo che avevo incontrato e immaginai come potesse esistere un branco che viveva solo nel bosco, nascosto agli occhi umani.

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