11. Attacco a sorpresa

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«Andiamo a fare una passeggiata? Non ho voglia di stare a casa» mi propose Andrea appena mi ebbe accompagnata a casa mia dopo scuola.
«Non lo so» ammisi sdraiata sul prato soffice. Carlisle ci teneva a curarlo molto. «Dove vorresti andare?».
«A Port Angeles?» chiese dopo un attimo di riflessione.
«Perché?».
«È da un po' che non vedo Tyler... te lo ricordi, vero?».
«È il ragazzo che ha una pista di pattinaggio ed è fidanzato con un vampiro?». Annuii «Si, credo di ricordarmelo».
Qualche anno prima -quando Andrea non sapeva ancora nulla dei fatti "soprannaturali" e il branco capeggiato da Sam ci stava assediando per poter uccidere Renesmee- Andrea mi aveva portata in questa pista di pattinaggio. Inizialmente, mi era sembrato tutto normale, ma poi era arrivato Max. Avevo capito subito che era un vampiro e, cosa più sconvolgente, aveva detto tutto a Tyler senza che quest'ultimo si spaventasse minimamente!
«Beh, non sapevo che Max fosse un vampiro. Finché, tempo dopo, non me lo avete rivelato» continuò Andrea.
«Non sapevi nemmeno che io fossi un licantropo-vampiro» gli feci notare sorridendo divertita.
«Hai ragione...» rispose «Beh, andiamo oppure no?».
«Andate dove?».
Sia io che Andrea ci voltammo verso la direzione da cui proveniva quella voce.
Vedemmo Seth raggiungerci dagli alberi che circondavano tutto il perimetro della casa. Dall'odore di bosco che si trascinava dietro e dal fatto che portasse soltanto un paio di jeans strappati intuii che si era appena ritrasformato.
«A Port Angeles, vuoi venire?» domandò Andrea, sorridendo.
Seth scosse la testa. «Non posso, sono venuto per parlare con Jake. È in casa?» chiese guardandomi.
«Non lo so, se è dentro è abbastanza sicuramente con Nessie» risposi. Non avevo ancora fatto caso ai pensieri di chi era in casa.
Seth annuì. «Cercate di fare attenzione, ragazzi» disse e si avviò verso la villa.
«Ehi, Seth, non è che puoi portare il mio zaino in casa?» gli chiesi porgendoglielo.
Il licantropo sospirò e torno indietro dopo aver fatto un mezzo giro su se stesso. «Solo perché me lo chiedi tu...».
«Grazie» risposi sorridendo, prima di alzarmi «Dai, se vuoi possiamo andare» dissi ad Andrea.
Il ragazzo, che era già in piedi, mi passò il mio casco e saltò sulla sua moto. Con un movimento della testa mi incitò a salire.
Teoricamente non aveva ancora il permesso di guidare, ma lo squarcio sul suo petto stava guarendo molto velocemente e Andrea stava pian piano riacquisendo la padronanza di tutti i movimenti.
Salii sulla moto mentre pregavo che al ragazzo non venisse improvvisamente male alla spalla e che quel pomeriggio potesse farmi dimenticare per un attimo tutti i problemi riguardanti i cacciatori, lo strano professore e gli sguardi di diffidenza che venivano riservati a me e agli altri.
Andrea partii e percorse lentamente il vialetto che conduceva a casa nostra. Appena si immise nel lungo rettilineo di strada asfaltata accelerò facendo rombare il motore del mezzo.
La moto acquistò sempre più velocità, nel mentre che mi perdevo fra i miei pensieri.
Ultimamente, anche Brian ed Alexis avevano iniziato a guardami in modo diverso. Avevo già intuito che non adorassero i Cullen, dopotutto tutti gli umani erano inconsciamente spaventati dai vampiri perché il loro istinto gli suggeriva che c'era qualcosa che non andava, ma i miei due amici non si erano mai comportati in modo strano con me.
Sospirai. Sam aveva ragione quando mi disse di stare di meno con gli umani. Loro non sono come noi. Pensai amareggiata. Se avessi seguito i consigli del mio vecchio Alpha forse tutto questo non sarebbe accaduto.

Cercai di focalizzare la mia attenzione su quello che ci circondava e di distrarmi.
Gli alberi sfrecciavano veloci ai lati della strada. Probabilmente dovevano apparire come una macchina indistinta, ma, con la mia "super vista", riuscivo a distinguere ogni minimo particolare di ciascun albero.
Ogni tanto avvertivo i pensieri delle altre persone che percorrevano quella strada, ma non ci facevo caso, erano perlopiù cose inutili.
Guardandomi intorno notai che stava iniziando a calare la nebbia. Almeno non ha ripreso a piovere. Mi dissi sarcasticamente.
Cercai di capire dove fossimo, ma percorrevo così poco quella strada che non riuscivo a trovare qualche punto di riferimento utile.

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