«Vieni da me?» mi chiese Andrea.
«Quando?» risposi, uscendo dall'aula. Un ennesimo giorno di scuola era finalmente giunto a termine.
«Ora».
«Perché?» domandai confusa, voltandomi verso di lui.
Scrollò le spalle, poi fece una smorfia di dolore. Non si era ancora abituato a non poter muovere la spalla sinistra.
«Così» disse dopo un attimo.
«No, scusa. Volevo andare a trovare Seth» mormorai facendo una smorfia. Mi dispiaceva rifiutare, ma volevo anche vedere il mio migliore amico.
«E scommetto che volevi andarci da sola» rispose lui sorridendo divertito.
Annuii, mordicchiandomi il labbro inferiore. Avrei dovuto invitarlo con me?
Andrea sorrise comprensivo. «Ok, ci vediamo domani».
«Vuoi un passaggio fino a casa?».
«No, grazie, dovrebbe venire mia madre a prendermi» sospirò «Finché avrò questa fasciatura e i punti, non vuole che torni a casa a piedi. Ha paura che possa stare male, o chissà cosa, e quindi devo aspettarla...».
«Mi dispiace, io...».
«Non è colpa tua» disse interrompendomi «Non scusarti. Basta».
Alzai gli occhi al cielo. Sapevo che non avrei vinto la discrezione «Ok, ok. Ci vediamo domani».
«Ciao» rispose sorridendo.
Mi voltai e raggiunsi Emmett correndo ad una velocità umana. Era venuto a prendermi solo perché Andrea non avrebbe potuto portarmi a casa con la moto e nessuno si fidava a farmi andare da sola nei boschi dopo gli ultimi avvenimenti.
«Perché il tuo ragazzo rimane là davanti alla scuola?» mi chiese il vampiro, mettendo il moto l'auto.
«Aspetta i genitori. Sai, non può guidare» gli ricordai. Una nuova ondata di sensi di colpa mi pervase e sentii una morsa dolorosa stringermi lo stomaco.
«Non vuole un passaggio?».
«Ha detto che aspettava la madre».
«Ok» rispose Emmett. «Com'è andata la giornata?» chiese cambiando argomento, mentre accelerava un po' troppo sulla strada.
«Noiosa» risposi spostando lo sguardo fuori da finestrino. «Come sempre» aggiunsi facendo una smorfia.
«Aspetta qualche centinaio d'anni e poi il tuo concetto di "noioso" cambierà un po'» ridacchiò il vampiro, superando una macchina in curva, per poi rientrare nella corsia prima di fare un frontale con un'auto che veniva nel senso opposto.
Ormai sapevo che era tutto calcolato, per questo non mi misi ad urlare un "ATTENTO!!" mentre l'altro autista suonava il clacson.
Invece, sbuffai. «Tra qualche centinaio d'anni non andrò a scuola».
Emmett rise. «Ne sei sicura?».
«Certo! Sarò più che maggiorenne, potrò fare quello che voglio» risposi voltandomi per guardarlo.
Per i licantropi Quileutes la trasformazione arrestava il processo di crescita e, finché si fossero trasformati, non sarebbero invecchiati. Se avessero smesso di trasformarsi per molto tempo allora avrebbero ripreso a crescere.
Io stessa mi ero accorta che il mio corpo non era cambiato più di tanto dalla mia prima trasformazione, ma ero piuttosto sicura che avrei potuto riprendere ad invecchiare se solo avessi trovato la forza di non trasformarmi.
Adoravo diventare lupa e spesso ne sentivo proprio il bisogno.
Emmett scosse la testa, continuando a ridere. Tra tutti i membri di casa Cullen lui era quello che consideravo più simpatico, con una battuta e una risata sempre pronte, anche nei momenti più tragici. Capivo decisamente perché Rosalie si fosse innamorata di lui.
Alzai gli occhi al cielo e ripresi a contemplare gli alberi che, ai lati della strada, sfrecciavano veloci. Un umano, al contrario di noi, avrebbe probabilmente visto un'unica, sfocata, macchia verde e marrone.«Certo che inizia a diventare tutto un po' noioso senza vampiri che vogliono uccidere qualcuno, eserciti cattivi, litigi fra licantropi e Volturi adirati per qualcosa» commentò Emmett dopo qualche secondo di silenzio.
«A me sta bene così» mormorai «E poi, questa cosa dei presunti cacciatori mi sembra abbastanza pericolosa» commentai voltandomi verso di lui. Jacob e Seth erano stati colpiti rispettivamente da una freccia e da un proiettile, Andrea aveva il petto squarciato per causa mia, Jeremy e il mio professore di scienze parlavano di lupi enormi... Non mi sembrava proprio la base del concetto di "noioso".
«Forse, hai ragione» rispose lui, annuendo.
«Io ho sempre ragione» borbottai senza pensarci.
«Non iniziare a fare come Edward!» mi richiamò sorridendo divertito. Spesso quel vampiro sosteneva di avere ragione -e molte volte ce l'aveva solo perché leggeva la mente di Alice e scopriva per primo gli eventi del futuro-.
Ridacchiai. «Ti dispiacerebbe portarmi alla riserva?» domandai cambiando argomento. «Sai, volevo andare a trovare Seth».
«Certo che mi dispiace! Siamo praticamente arrivati a casa!» esclamò inchiodando.
La macchina si inclinò in avanti così tanto che le ruote posteriori si alzarono da terra e il muso toccò il terreno con un tonfo, il tutto accompagnato dallo stridore delle ruote sull'asfalto. Per un attimo temetti che potesse ribaltarsi tutto.
La macchina tornò dritta con un altro rumore sordo e traballò un po' sulle sospensioni.
«Ok, me la faccio a piedi».
«Brava, Lupetta» sorrise scompigliandomi i lunghi capelli castani. Avrei dovuto tagliarli, iniziavano a diventare scomodi.
«Smettila con i diminutivi, lo odio» ringhiai spingendogli via la mano «E non toccarmi i capelli» sbuffai.
«Lo so» rispose tornando a guidare fino a casa. Parcheggiò nell'enorme guardino davanti alla villa moderna. «Per questo lo faccio» concluse la frase prima di scompigliarmi nuovamente i capelli con un sorriso stampato sul volto.
Ringhiai e saltai giù dalla macchina.
Mi trasformai immediatamente ed iniziai a correre verso la riserva.
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It's my life
أدب الهواةPremetto che sarebbe il sequel della trilogia de "I Cullen e i Quileutes", PERÒ non è obbligatorio leggere quelle tre storie per capire questa. I personaggi e i fatti de "I Cullen e i Quileutes" saranno reintrodotti qui ^.~ ...