25. Novità

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«Devo cerca Kanai'i!» mi lamentai tentando di liberarmi dalla presa dello sceriffo Charlie Swan, che mi stava tenendo per un braccio.
«È troppo pericoloso adesso. Sta piovendo troppo forte ed è troppo buio» rispose mentre suonava il campanello di casa mia. «Le ricerche riprenderanno domani mattina» aggiunse come per tranquillizzarmi.
«Ma se è pericoloso per noi, pensi a quanto potrebbe essere pericoloso per un bambino!» esclamai mentre si aprì la porta e mia madre apparve sulla soglia.
«Andrea, porta rispetto» disse lei, con gli occhi lucidi per il pianto.
Sbuffai e, con uno strattone, mi liberai dalla presa dello sceriffo, entrando in casa.
«Stia tranquilla, vedrà che lo ritroveremo».
«Kanai'i è così piccolo, perché è scappato di casa?».
Per non sentire altro, mi chiusi in camera. È solo colpa mia. Pensai. Se non lo avessi trattato così male, non sarebbe scappato.
Mi lasciai cadere sul letto a pancia in su e restai a fissare il soffitto per tutta la notte, infastidito dai miei pensieri.


Il mattino dopo, quasi all'alba, mi alzai e corsi fuori di casa, colto da un'idea brillante. Senza dire nulla ai miei genitori, salii sulla moto e sfrecciai verso la riserva dei Quileute, infrangendo tutti i limiti di velocità.
Arrivai alla casa di Billy Black e bussai con veemenza.
Dopo un attimo, la porta si aprì e mi ritrovai davanti l'uomo, seduto sulla sua sedia a rotelle. La sua espressione si indurì e fece per richiudere la porta, ma io lo bloccai.
«No, aspetti» dissi «Ho bisogno di lei, di suo figlio, dei lupi».
«Per quale motivo hai bisogno di noi?».
«Il mio fratellino è scappato di casa, ieri nessuno l'ha trovato e, senza i lupi, temo che non lo troveremo mai».
«Non so di quali lupi tu stia parlando» rispose lui, freddo.
«Oh... la prego» sospirai irritato «Ho bisogno di suo figlio, mi faccia parlare con lui».
«Jacob non c'è, è partito poco fa». 
«No, mi dica che non è vero, la prego. Mi serve assolutamente» dissi disperato. 
«Mi dispiace» rispose, ma dalla sua espressione si capiva che non era affatto dispiaciuto. «Spesso non ci si rende conto di essere stati egoisti finché non ci si ritrova da soli nel momento del bisogno» aggiunse prima di chiudermi la porta in faccia.
«Io non sono stato...» mormorai prima di rendermi conto che, accecato dalla rabbia per la morte di mia nonna, non mi ero accorto che stavo mettendo in pericolo i licantropi, rivelando la loro esistenza. «'Fanculo...» borbottai prima di salire sulla mia moto ed andare a casa di Seth. Forse lui avrebbe voluto aiutarmi. 
Arrivai giusto in tempo per vederlo con Jacob, vicino alla macchina di quest'ultimo. A giudicare dalle valigie, sembravano davvero in partenza.
Sentendo il rumore della moto, si voltarono verso di me e mi lanciarono un'occhiataccia. 
Abbandonai il mio mezzo e, camminando lentamente, li raggiunsi. «Ciao...» mormorai intimorito dai loro sguardi.
«Cosa vuoi?» chiese Jacob con un tono di voce glaciale.
«Io... il mio fratellino è scappato di casa. Ieri non è stato trovato e...».
«Non ce lo abbiamo noi» mi interruppe Jacob.
«Non vi stavo accusando di questo» risposi immediatamente «Volevo solo chiedere a voi lupi di unirvi alle ricerche».
«Dopo tutto quello che hai fatto? Sul serio?» domandò Seth.
«Per favore, è un bambino» dissi disperato.
«Anche Renesmee è una bambina» mi fece notare Jacob «E se tu avessi evitato di andare in giro a dire che Chiara è un licantropo, forse i Cullen non sarebbero andati via».
«Senti, so che l'imprinting ti porta a provare amore incondizionato per quella bambina, ma non puoi abbandonare Kanai'i. È un bambino, disperso chissà dove nel bosco. Anche Chiara lo conosce, so che lei mi aiuterebbe».
«Tu dovresti essere l'ultimo a parlare di Chiara!» ringhiò Seth, facendo un passo verso di me. Mi stupii moltissimo, non pensavo che Seth, il buono e dolce Seth, avrebbe mai potuto perdere la calma in quel modo. Tremando, mi afferrò per il colletto della giacca e mi spinse a terra. «Tu hai fatto solo del male a Chiara!» esclamò «E hai messo nei guai anche tutti noi lupi. Adesso cercati da solo tuo fratello!».
«Seth, andiamo» disse Jacob, posando una mano sulla spalla del ragazzo.
«Sì» borbottò lui. «Vai a farti sbranare da Sam» mi suggerì poi, prima di entrare nella macchina.
Jacob mise nel bagagliaio le valigie che erano state posate per terra e mi guardò. «Evita di tornare alla riserva, o finirà male» disse freddo, prima di entrare anche lui in macchina.
Rimasi lì, a terra, a guardarli andare via ed iniziai a pentirmi di quello che avevo fatto. Forse, a causa mia, non avremmo mai più ritrovato Kanai'i.

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