19. Derek -parte 2-

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«E voi sareste...» disse un professore che stava mettendo a posto i suoi libri. Non vedeva l'ora di uscire da quella classe infernale. Solitamente durante le ore di sostituzione, molte persone si animavano e davano il loro peggio.
«Chiara Cullen e Derek...» non sapendo se aveva un cognome aggiunsi altro: «È il nuovo studente. Ho dovuto fargli fare il giro della scuola».
«Sì, sì, mi era stato annunciato da quello, forse» indicò Andrea che mi sorrise. «Quindi... sì, Derek Moons, giusto?» chiese il professore osservando l'elenco degli alunni di quell'ora.
Il licantropo annuì sorridendo «Esattamente».
«Che cosa avete fatto da soli per tutto questo tempo?» cantilenò Jeremy, solo per dare fastidio ad Andrea.
«Gli ho mostrato la scuola, ovviamente» risposi stringendomi nelle spalle.
«Oh... davvero? Nient'altro di più... interessante?» chiese alzandosi per andare a buttare un foglio di carta. Ci passò di fianco ed osservò Derek. «Con quella camicia sbottonata da bad boy... hai cercato di far colpo su di lei? E magari ci sei anche riuscito... povero piccolo Andrea che diventa uj bel toro» ridacchiò facendo il simbolo delle corna, mentre lanciava una veloce occhiata ad Andrea.
Il ragazzo si irrigidì ma mantenne la calma, limitandosi a fulminare con lo sguardo Jeremy. Come me e molti altri sapeva che quell'umano adorava infastidire la gente.
Derek, però, non fu altrettanto bravo. Scattò immediatamente. Afferrò Jeremy per il colletto della maglia e lo spinse contro un muro.
Il ragazzo mugolò di dolore per il colpo.
«Chiara non ha tradito nessuno e non osare accusarci di cose che non abbiamo fatto» ringhiò il licantropo, spingendolo di più contro il muro.
Varie esclamazioni partirono dai componenti della classe, ma nessuno cercò di fermarli.
«Derek! Derek, lascialo!» gli intimai cercando di tirarlo indietro, ma era decisamente più forte di me.
Stupido maschio alpha. Pensai frustrata.
«No, prima lo uccido in un modo lento e doloroso, poi lo divoro» rispose minaccioso.
«Ragazzo, smettila!» esclamò il professore avvicinandosi ai due.
Derek, basta essere lupo! Gli urlai mentalmente.
Il licantropo sospirò e lasciò che il professore lo spingesse lontano da Jeremy.
«Stai bene?» chiese l'uomo, preoccupato.
Il ragazzo umano annuì, un po' sconvolto, e andò a sedersi al suo posto, lanciando un'occhiataccia a Derek.
Il licantropo rispose con uno sguardo abbastanza minaccioso e scoprii i denti. Fortunatamente non erano zanne.
«Tu! Non ti mando dal preside solo perché è il tuo primo giorno, ma non azzardarti mai più a fare una cosa del genere!» sbraitò il professore. Nel mentre suonò la campanella e lui uscì dalla classe, dopo averci salutati con un "arrivederci ragazzi" molto irritato.
«Stai bene?» chiesi a Derek.
Lui annuì soddisfatto «Niente linee nere, niente occhi gialli, niente lupo» rispose a bassa voce, in modo che lo sentissi solo io.
«Già, ma anche niente risse!» gli dissi «Non si può, è contro le regole».
«Ma nel bran...» iniziò a dire, ma si fermò quando lo fulminai con lo sguardo. «Ok, va bene, regole umane...».
Jeremy ci passò vicino per uscire dall'aula. «Non finisce qui» disse a Derek, dandogli una spintarella sul petto.
In risposta, il licantropo fece per saltargli addosso, ma lo bloccai, aiutata anche da Andrea che ci aveva raggiunti in quel momento. «Stai calmo o ti farai scoprire» gli disse il mio ragazzo a bassa voce.
Derek sbuffò e si liberò dalla nostra presa. «La prossima lezione?» chiese.
Andrea lo lasciò mi prese da parte. «Sei sicura che sappia controllarsi?».
«Lo spero» mormorai.
«Guardate che vi sento» ci disse Derek mentre altre persone entravano nell'aula per iniziare la loro lezione di scienze.
«Andiamo, è meglio» sospirai uscendo e aspettando che i due ragazzi mi seguissero.
«Non mi avete ancora detto che lezione c'è» ci fece notare Derek dopo un po', mentre si guardava intorno.
«Matematica. Sai che cos'è?» gli chiese Andrea mentre mi prendeva la mano.
«Certamente e la trovo inutile» rispose il licantropo mentre entravamo nell'aula.
«Ah, è inutile?» chiese la professoressa che era appena entrata e aveva sentito le parole di Derek.
«Sì» rispose lui.
«Derek, lei è la prof di matematica» gli feci notare.
«E allora?» chiese lui con un'espressione confusa.
Andrea ridacchiò e mi trascinò ai nostri posti. «Vediamo come se la cava il lupetto» mormorò ridacchiando.
«Chi saresti tu? Non credo di averti mai visto» chiese la professoressa mentre la classe si riempiva.
«Derek Moons, nuovo alunno» rispose con nonchalance.
«Bene... scrivi il tuo nome alla lavagna e presentati».
Il licantropo sbuffò, prese il gesso e scrisse "Derek Moons" alla lavagna in modo elegante, con tanti ghirigori nelle lettere.
«Uh, allora sa scrivere» commentò Andrea e, istintivamente, gli tirai uno schiaffetto sul braccio.
«Smettila di prenderlo in giro!» sibilai.
«Mi chiamo Derek Moons, come ho già detto, sono nuovo. La mia è una famiglia nomade, quindi: potrei sparire da un momento all'altro; ovunque ci siano un bosco e la mia famiglia è casa mia, non abito da nessuna parte precisamente; cambio di continuo città, quindi non chiedetemi da dove vengo. Fine» disse velocemente. «Posso andare a sedermi e ad assistere alla lezione di una materia inutile?» chiese alla professoressa mentre tutti lo guardavano con curiosità.
«Prima... Vestiti in modo consono» rispose lei, con tono leggermente schifato.
Derek alzò un sopracciglio. «Ma manco fossi nudo e puzzolente!» rise ignorando il comando, mentre veniva da me e Andrea, per poi sedersi in un banco vuoto dietro al nostro.
La donna sospirò e iniziò a spiegare. Aveva perso le speranze anche lei.
«La prof non lo ha ucciso» ridacchiai alludendo al suo comportamento molto scontroso.
«A me non piace» borbottò Andrea.
«Neanche tu mi piaci, essere umano» bisbigliò Derek «E la donna non mi ha ucciso per il mio charme da lupo e anche perché si è resa conto che sono un maschio dominante e non mi sottometterò a lei».
Sentendo le sue parole mi morsi il labbro inferiore, cercando di non scoppiare a ridere. Notai che anche Andrea non era riuscito a nascondere un sorriso divertito.
«Ok» disse il ragazzo «Sa essere divertente con la sua stupidità».
«Ehi!» sibilò Derek «Ti ho sentito!».
«Meglio così» rispose Andrea voltandosi per un attimo verso di lui.
Sembrava che stessero scherzando, ma la tensione tra i due era palpabile

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