Premetto che sarebbe il sequel della trilogia de "I Cullen e i Quileutes", PERÒ non è obbligatorio leggere quelle tre storie per capire questa.
I personaggi e i fatti de "I Cullen e i Quileutes" saranno reintrodotti qui ^.~
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Tornai umana ed entrai in casa dopo essermi fatta una lunga passeggiata nel bosco. Sbuffai salutando con aria depressa Emmett che, sdraiato sul divano, si guardava una partita di baseball e, ogni tanto, commentava le azioni dei giocatori con Jasper, seduto in modo più composto sulla poltrona. Andai verso la mia camera e mi buttai sul letto. Odiavo quella casa. Odiavo quel posto. Odiavo tutto. Eravamo lì, in Inghilterra, da circa due mesi e il tempo sembrava scorrere a rilento. Volevo tornare a Forks. Sospirai e presi il telefono che aveva iniziato a vibrare. sorrisi leggermente. Era una chiamata da parte di Alexis. Da quando ero andata via avevamo continuato a sentirci, circa una volta alla settimana. «Pronto?» dissi cercando di non apparire troppo triste. «Chiara!» esclamò lei «Come va? Come stai? Cosa mi racconti?». Sorrisi contagiata dalla sua allegria e poi sospirai, pensando che non l'avrei mai più rivista. «Nulla di che. Mi mancate...» mormorai. «Sì» rispose lei e sentii la sua felicità scemare «Anche tu ci manchi. Soprattutto a me. Ma parliamo di altro, per esempio... com'è la tua nuova scuola? Sono passati due mesi e non me lo hai ancora detto». «Beh...» dissi leggermente in ansia. Cosa avrei potuto dirle? Qua non andavo a scuola. Nessuno sapeva della mia esistenza, e nemmeno di quella degli altri. Abitavamo in una casetta non troppo grande, distante circa quindici minuti da un piccolo paesino vicino Londra -dopo due mesi non riuscivo ancora a ricordarmi il nome- e gli umani sapevano solo di Carlisle ed Esme, due giovani adulti appena sposati che erano andati lì per iniziare la loro vita. Insieme a loro c'erano il fratello minore di Carlisle, Edward, con la sua fidanzata, Bella. Carlisle ed Edward lavoravano nel piccolo ospedale locale, mentre Esme e Bella lavoravano per una piccola ditta di ristrutturazione. «Chiara? Ci sei ancora? È caduta la linea?» chiese Alexis, preoccupata dal mio silenzio. Mi ripresi dal turbinio di pensieri nel quale ero caduta. «Eh? No, no, ci sono... stavo dicendo... la scuola, beh, è carina» dissi pensando a come sarebbe potuta essere la scuola in quel posto. «Ti sei fatta nuove amicizie? E ci sono dei ragazzi carini?» ridacchiò. Sorrisi nuovamente. «No, non ho conosciuto nessuno perché non voglio conoscere nessuno. Voglio tornare a Forks. E non mi interessa dei ragazzi» aggiunsi ripensando ad Andrea. Chiusi gli occhi per tentare di non piangere. No. Non avrei pianto per lui. Non di nuovo. Non ce lo eravamo detti apertamente, ma era chiaro che tra di noi fosse finita. E in modo anche piuttosto brusco. «Dai, Chiara, dovresti farti degli amici» mi fece notare Alexis. «Noi resteremo amiche per sempre, ma non ti fa bene stare sempre da sola...». Sospirai. «Sì, vedrò di farmi degli amici...» mormorai. «Piuttosto... come state tu e Brian?». «Bene, bene, grazie. Anche se inizia ad essere il periodo delle verifiche». Annuii anche se lei non poteva vedermi. «E... lui?». «Andrea?» domandò lei prima di rispondere subito «Beh... è un po' cambiato. Ultimamente è molto schivo, evita me e Brian e sta per i fatti suoi, oppure con...» si interruppe «No... nulla...». «Cosa intendi? Con chi sta?» domandai confusa da quella risposta. «Nulla, nulla. Adesso devo andare, scusami, ho un capitolo intero di scienze da studiare per dopodomani» disse e, improvvisamente, sembrava agitata. «Ok» risposi perplessa «Ciao». «Ciao. Cerca di farti degli amici, mi raccomando!» disse prima di riattaccare. Sospirai e mi sedetti sul letto. Cosa era successo con Andrea? Con chi stava adesso? Si era fidanzato e Alexis non voleva dirmelo? Erano tutte domande che mi tormentavano e, lo sapevo, mi avrebbero tormentato finché non avessi trovato una risposta. Ripresi il telefono con la grande tentazione di scrivere ad Andrea, anche se sapevo che avrebbe peggiorato tutto, e vi trovai un messaggio di Seth.